Alessio Campana, La Repubblica
«Parto per stare vicino alla mia famiglia, torno da mio papà che è al fronte». Sale i gradini del pullman Anastasya, vent’anni e borsa in spalla. A quattro mesi dall’inizio della guerra sta facendo ritorno in Ucraina, il suo Paese d’origine. Con lei altre cinquantacinque persone, tra cui ventotto bambini e un cagnolino. Sono partiti ieri mattina da Roma, stazione Tiburtina, a bordo di un bus gratuito che li condurrà a Leopoli grazie all’organizzazione della fondazione Specchio d’Italia. Una parte dei profughi arrivati nel nostro Paese a inizio marzo, infatti, adesso ha il forte desiderio di tornare in Ucraina, nelle città dove prima dell’inizio del conflitto vivevano con i loro cari.
Quando gli viene chiesto il motivo per cui hanno deciso di mettersi in viaggio, le risposte sono sempre le stesse: «famiglia», «lavoro» e «nostalgia». Già, perché sono essenzialmente tre le ragioni per cui gli ucraini decidono di tornare in patria: la prima è affettiva, molti di loro non vedono le famiglie da mesi; la seconda riguarda l’occupazione, chi ha contratti privati e pubblici teme che la lontananza possa fargli perdere il lavoro e la terza è il desiderio di tornare nei posti del Paese non colpiti dalle bombe.
«Molti che sono scappati sull’onda emotiva – spiega Angelo Conti, il vicepresidente della fondazione – tornano in Ucraina. Sono stato nel Paese pochi giorni fa, adesso c’è molta meno paura rispetto all’inizio. Il segno che dà il senso della guerra è il coprifuoco, ma in diverse città si ha una vita normale».
Mancano però servizi di linea strutturati verso il confine fra Polonia ed Ucraina e, sul mercato nero, un posto su un pullmino viene venduto anche a oltre 150 euro. Le persone partite ieri lo hanno potuto fare gratuitamente. «L’iniziativa della fondazione – ha voluto sottolineare Oleksandr Kapustin, il segretario generale dell’Ambasciata Ucraina Roma – viene incontro ad una richiesta sempre più diffusa fra i profughi che si sono rifugiati in Italia. 1160% di loro vuole tornare in patria e non ha i mezzi per farlo. Grazie».
La Fondazione Specchio d’Italia è stata la prima, in Ucraina, a costruire un villaggio (a Cernivci) che accoglie ogni giorno 1800 profughi interni (quasi tutti del Donbass) e fornisce loro pasti caldi. 11 1 luglio partirà un nuovo bus, dopo che altre cento persone sono partite da Torino. «Progetti resi possibili spiegano dalla fondazione – dai lettori delle testate del Gruppo Gedi e da migliaia di donatori».
Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri
Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.