Il nostro Natale a Rivne. In Ucraina Specchio vicino ai piccoli orfani di guerra.

Angelo Conti

La fondazione opera tutti i giorni in Ucraina in tre città: Leopoli, Cernivci e Rivne. In tutte queste città finanziamo l’attività di villaggi (tensostrutture, mense, aree ristoro, fornitura indumenti, assistenza sanitaria) che danno sostegno ai profughi interni provenienti prevalentemente dal Donbass, da Karkhiv e da Odessa. A Rivne, al confine con la Bielorussia, assistiamo anche centinaia di piccoli orfani di guerra: la divisione “Rivne” di stanza in quella città fu la prima ad opporsi il 24 febbraio alle colonne corazzate russe che puntavano su Kiev, respingendole a prezzo di centinaia di morti. Così questo Natale siamo stati vicini a questi piccoli orfani organizzando una festa (nella nostra tensostruttura, coibentata e riscaldata dal generatore donato a Specchio dei tempi e trasferito a Rivne dai volontari piemontesi di San Raffaele di Cimena). Una festa in un locale caldo e accogliente nonostante la drammatica carenza di energia elettrica che rende difficilissima la vita in un territorio purtroppo molto freddo. Ecco le foto scattate il pomeriggio di Natale. con la distribuzione dei doni. Grazie a Remar Sos per la preziosa logistica e la perfetta organizzazione. Grazie ai volontari di San Raffaele Cimena per aver trasferito a tempo di record il generatore in Ucraina. Grazie soprattutto alle migliaia di persone che con le loro donazioni ci consentono di operare anche lassù.

Aiutateci a donare speranza.

In partenza per Rvine il generatore che scalderà gli orfani della città

Angelo Conti

Pronto il generatore che Specchio dei tempi, Specchio d’Italia e i volontari AIB Protezione Civile del Polo di San Raffaele Cimena trasferiranno nei prossimi giorni a Rivne, nel nord dell’Ucraina. Si tratta di un maxigeneratore, indispensabile in una città che ha visto le sue centrali elettriche colpite dai missili russi e che ora si trova in gran parte senza luce ed al freddo. Con temperature prossime ai 10 gradi sottozero e con le prime nevicate in atto.

L’intervento di Specchio dei tempi e di Specchio d’Italia è cominciato un mese fa a Rivne con la costruzione di un villaggio destinato ai profughi interni all’Ucraina, dotato di una tensostruttura pesante di 1500 metri quadrati. Ce lo ha chiesto il governatore della città, Oleksandr Tretiak, soprattutto per dare un punto d’appoggio agli oltre cento bambini orfani di guerra che vivono, con non pochi problemi, in città.

Nella tensostruttura troveranno un’area giochi, un’area di distribuzione di indumenti pesanti, un corner con bevande calde dove potranno fare uno spuntino. Tutto questo grazie alla collaborazione fra Specchio dei tempi e Roberto Scalafiotti, l’instancabile animatore del Polo della Protezione Civile di San Raffaele Cimena. Proprio ieri abbiamo raccontato insieme l’operazione di soccorso nel corso di una manifestazione di volontari.

Ucraina, in arrivo temperature polari: continuiamo ad aiutare

Angelo Conti

Da metà della prossima settimana in Ucraina sono attese nevicate, accompagnate da temperature polari. A Rivnie siamo riusciti a fare in tempo a piazzare la maxi-tensostruttura pensata per i tanti orfani di guerra e per le loro famiglie. In attività anche i villaggi di Leopoli e Cernivci, anche questi sostenuti da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia.

Noi in Ucraina ci siamo, da marzo, per aiutare i profughi che, fuggiti da città distrutte, hanno scelto di restare in altre località del loro Paese.

Specchio a Rivne, la città degli orfani

Angelo Conti

In Ucraina c’è anche la città degli orfani. Si chiama Rivne e sta nel nord ovest, a pochi chilometri dal confine con la temutissima Bielorussia, da dove sono partiti molti dei missili nell’attacco della scorsa settimana a Kiev, Leopoli ed altre città del Paese.

Qui Specchio ha cominciato ad operare dalla scorsa settimana, avviando la costruzione di una tensostruttura d’emergenza nella piazza più centrale ed iniziando a sostenere le tante famiglie che si sono trovate senza il papà, caduto al fronte: “La divisione Rivne dell’esercito ucraino – spiega il governatore della città metropolitana, Alex Tretiak – è stata la prima a contrastare l’invasione russa, già il 24 febbraio all’alba nell’oblast di Kiev, ed è quella che ha avuto più perdite. Solo in città abbiamo quasi 100 orfani di guerra, con le relative mamme. Gente che non dobbiamo assistere solo sotto il profilo economico, ma anche condividendo il loro dramma”.

Alex Tretiak, ex seminarista, è l’astro nascente della politica ucraina. Ha 36 anni ed è il più giovane governatore di una città metropolitana: guida da due anni il distretto di Rivne. Eletto nelle liste dell’ex presidente Poroshenko battuto da Zelensky nel 2019, allo scoppio del conflitto ha subito cancellato ogni divisione: “Ora dobbiamo fare fronte comune e siamo tutti dalla stessa parte”. Zelensky ha apprezzato e spesso, adesso, lo consulta. È una zona delicatissima, quella di Rivne, perché confina con la Bielorussia da cui si attendono attacchi in qualsiasi momento: “Sulla città sono caduti missili che hanno devastato l’aeroporto ed alcune altre strutture logistiche. Ora sappiamo che a Luninets, ad appena 50 chilometri dal nostro confine, ci sono le rampe per i droni kamikaze iraniani, ed abbiamo obbiettivamente paura”.

Ma il vero dramma potrebbe arrivare non dalla Bielorussia ma dal taglio dell’energia: “La nostra è l’area più fredda del paese, e non solo perché è a nord. Il blocco della centrale nucleare di Zaporizhia, che è di gran lunga la più importante dell’Ucraina ma che è in mano ai russi, colpirebbe soprattutto noi. Senza energia qui si corre realmente il rischio di morire di freddo. Lo temiamo molto più dei droni”.

Non c’è materialmente il tempo per trovare soluzioni alternative: “In alcuni comuni già la settimana scorsa abbiamo sfiorato gli zero gradi. In tanti sono tornati alla legna, anche raccogliendola nei boschi. Per fortuna che da noi gli alberi non mancano. Ma sono in pochi ad avere stufe adatte e sul mercato non se ne trovano più…”.

Rimpatri Ucraina, il calendario aggiornato con le partenze

Comunicato Stampa

Il trasporto è completamente gratuito (attenzione ad intermediari che potrebbero chiedere illegalmente denaro e che vanno segnalati alla fondazione per le azioni del caso) ed è completamente offerto ai profughi da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. La destinazione finale è sempre Leopoli.

  • 17 agosto ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)
  • 22 agosto TORINO (fronte Teatro Regio, piazza Castello)
  • 26 agosto TORINO (fronte Teatro Regio, piazza Castello)
  • 30 agosto NOVARA (Parrocchia padre Yuri)
  • 05 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)
  • 10 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)

Tutte le partenze sono alle ore 12. Si parte solo previa prenotazione e previa verifica validità passaporti. 

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Guerra Ucraina, cosa abbiamo fatto e cosa faremo

Angelo Conti

Il 24 febbraio scoppia la guerra. Il giorno dopo Specchio d’Italia (con Specchio dei tempi) apre un fondo e inizia ad aiutare l’Ucraina. Dopo cinque mesi i numeri raccontano una storia di interventi importanti: 200.000 pasti, 50.000 pacchetti spesa, tre villaggi di profughi, a Mostyska, Lviv e Chernivtsi, 330 tonnellate di cibo, oltre 100 viaggi con camion, bus e minibus. Con il sostegno di 6.793 donatori è stato possibile raccogliere 1,73 milioni di euro.

Il lavoro della Fondazione già a marzo ci permette di avere un quadro preciso. C’è chi vuole uscire dall’Ucraina, scappare dalla guerra, e Specchio organizza autobus che recuperano famiglie al confine polacco e rumeno. Così oltre 500 profughi riescono così ad arrivare in Italia. Ma c’è anche chi vuole restare, chi non vuole lasciare il proprio Paese. La Fondazione intercetta questa esigenza ed è la prima in Italia a costruire un villaggio a Chernivtsi, all’interno dei confini ucraini. Mille metri quadrati di tensostrutture, una mensa, un’area giochi e una zona per la distribuzione di scarpe e vestiti.

Poi la Fondazione trasferisce da Torino due ambulatori mobili, con lo Specchiobus, per far fronte alle emergenze sanitarie. Acquista una cucina da campo, il furgone che la ospita e un minibus a nove posti per lo sfollamento dei profughi. Ogni giorno rifornisce il villaggio di cibo e generi di prima necessità. Poi guarda a Nord allarga i suoi confini di intervento. Prima a Mostyska, qui Specchio d’Italia fornisce al villaggio attrezzature, generatori di elettricità e totem di calore per il prossimo inverno quando le temperature toccheranno i -15 gradi. Quindi sceglie di intervenire a Leopoli, attivando un programma di sostegno per la fornitura dei pasti e per il miglioramento delle strutture di accoglienza.

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Allo stesso tempo Specchio d’Italia sostiene anche gli ucraini espatriati che hanno raggiunto l’Italia negli ultimi mesi. Le prime 1.000 famiglie arrivate in Piemonte ricevono, in accordo con il Consolato dell’Ucraina a Torino, 500 euro in contanti per coprire le prime spese. Viene attivato anche il progetto “Forza Mamme Ucraine”, per favorire l’integrazione delle donne single di Torino, arrivate nel Paese con i loro figli. L’iniziativa prevede corsi di italiano, animazione per bambini, consulenze psicologiche, gite per conoscere meglio il territorio e attività sportive nei parchi. Il progetto ha coinvolto 210 madri e 387 bambini.

Adesso, sei mesi dopo l’inizio della guerra, c’è anche chi vuole tornare. Proprio per questo, in collaborazione con l’Ambasciata dell’Ucraina a Roma, ha avviato all’inizio di giugno un intenso programma di rientro a casa dei profughi. Nei primi due mesi partivano da Roma e Torino due allenatori a settimana. Finora sono stati rimpatriati 1.000 ucraini. Il programma di ritorno dovrebbe continuare in autunno.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Rimpatri ucraina: nuove disponibilità da Roma, Torino e Novara

Angelo Conti

Decine di richieste ogni giorno a Specchio d’Italia di profughi ucraini che vogliono tornare a casa. La Protezione Civile Italiana ha fatto sapere di non voler intervenire: stiamo cercando di pensarci noi. Altri pullman in partenza tutte le prossime settimane da Roma, Torino e Novara. L’ultimo è partito ieri dalla capitale italiana in direzioni Leopoli.

Nel frattempo, abbiano già rimpatriato quasi mille persone e noi ai profughi offriamo ogni giorno aiuti concreti, in Italia ed in Ucraina.

Come prenotare un posto sul bus

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto. Il servizio è gratuito, finanziato grazie alle donazioni raccolte da Specchio.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Kvass, la “birra di pane” che aiuta l’Ucraina

Comunicato stampa

Da Feltre, nel Bellunese, fino al cuore dell’Ucraina: un nuovo progetto sostiene i rifugiati, unendo tradizione e solidarietà. Nicola Coppe ha deciso di avviare una piccola produzione di kvass, bevanda tipica ucraina lì ancora diffusissima, da inserire nella sua linea “Fermentati del Coppe” ma rivenduta ad un prezzo simbolico per raccogliere fondi a sostegno della comunità ucraina.

«Il kvass o kvas può essere definita come “birra di pane” perché ottenuta dalla fermentazione del pane di segale o pane nero raffermo» spiega Nicola. «Produrre il kvass è da tanto tempo un progetto che avevo nel cassetto che però ho deciso di recuperare in questo periodo. Mi son chiesto come potessi aiutare la popolazione ucraina sfruttando le mie competenze senza starmene solo a guardare».

Nicola ha quindi contattato alcuni panifici per la fornitura del pane invenduto della giornata e tutti hanno voluto contribuire in modo gratuito e con grande entusiasmo. Grazie poi alla preziosa collaborazione di Larissa, una badante ucraina attualmente residente nel comune di Seren del Grappa, è stata recuperata un’antica ricetta tradizionale delle nonne e mamme ucraine, leggermente adattata per renderla stabile in lattina. Gli ingredienti principali sono chiaramente il pane e l’acqua, ma la ricetta classica può prevedere anche l’aggiunta di frutta (soprattutto mele), zucchero ed erbe, come la menta. Altre versioni preferiscono aggiungere bacche, cereali (come grano, segale e orzo) o barbabietole.

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Dove trovare il kvass solidale

Il kvassfeltrino” fa uso del marchio “Brewers against war”, un marchio che i birrai ucraini hanno realizzato per i colleghi di tutto il mondo, al fine di lanciare un messaggio di solidarietà. La nuova bevanda sarà confezionata in lattine da 0.33 L e rivenduta a partire dal mese di giugno nei panifici e locali che aderiranno all’iniziativa e disponibile in pre-vendita sul sito fermentatidelcoppe.it al prezzo simbolico di 3 € a lattina. Per ogni lattina venduta sarà donato 1 € a Specchio d’Italia a sostegno del villaggio dove ogni giorno vengono accolti 1800 profughi in fuga dalla guerra.

Situato nella località di Cernivci, 30 chilometri all’interno dell’Ucraina rispetto al confine di Siret in Romania, il villaggio è dotato di cucine, mensa, ambulatorio, dormitorio e di un’area giochi per i bambini: in totale 1500 mq di tensostrutture allestite in tempi record.

Per partecipare alla produzione del kvass o per aderire al progetto è possibile contattare Nicola all’indirizzo info@fermentatidelcoppe.it.

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Ucraina, la storia di Ana: “Un giorno tornerò a pescare”

Elisabetta Rosso

È seduta con un cappellino azzurro e bianco al lungo tavolo in legno della mensa di Cernivci. Ana sta aspettando il pranzo, accanto a lei c’è suo padre. Sono scappati da Mykolayiv. Un pomeriggio hanno bombardato un appartamento del loro quartiere e così sono fuggiti, “probabilmente ora anche casa nostra è distrutta”, dice stringendo le spalle.

Quando le chiedo se c’è anche sua madre al campo Ana abbassa gli occhi, guarda da un’altra parte, e scuote la testa. Dopo alcuni secondi di silenzio sussurra, “mi manca pescare sul fiume Inhul, ma tornerò a farlo”. Il papà, seduto al suo fianco, le stringe la mano e dice, “guarda sta arrivando la polenta”. Ana abbozza un sorriso.

Come donare per Ana e i profughi Ucraini

Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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La sclerosi e le bombe a 16 anni: la storia di Vlad

Angelo Conti

Nei giorni scorsi Specchio d’Italia ha anche raggiunto Vlad, un profugo di 16 anni colpito dalla sclerosi multipla che era stato trasferito in Italia da uno dei pulmini della fondazione, che si trova ora ospite del Polo della Protezione civile di Bussoleno, vicino a Torino.

Abbiamo offerto un sostegno alla mamma Natascia e regalato a Vlad un tablet perché si senta meno solo.

Un villaggio in Ucraina per aiutare chi non vuole partire

Angelo Conti

Specchio d’Italia, la fondazione vicina alle testate del Gruppo GEDI, è attiva dal 27 marzo a sostegno del popolo ucraino: circa 5.100 donazioni per 1.120.000 euro che sono stati sinora tradotti in una fitta spola di pullman, pullmini, furgoni e autotreni dall’Italia ai confini di Polonia e Romania. Tutto questo ha consentito di muovere quasi 100 tonnellate di aiuti offrendo a 600 persone (circa 400 i bambini) l’opportunità di venire in Italia.

Questa attività non si è fermata e non si fermerà, ma è destinata a registrare numeri in discesa. Perché dopo la prima ondata (composta da ucraini che sapevano già dove andare, cioè a casa di parenti e conoscenti che vivono in Italia) e la seconda (quelli che sono partiti con il terrore delle bombe che stavano cadendo sulle città) si assiste ora ad un cambiamento di rotta.

Melissa e Oksana, due volontarie partite da Milano

Perché costruiamo un villaggio in Ucraina

Sono sempre più gli ucraini che non vogliono partire: “Preferiamo stare qui, sui confini, ad aspettare che la guerra finisca. Poi dovremo ricostruire, ma questo non ci spaventa. Avvertiamo la solidarietà del mondo. Magari impiegheremo mesi a ritornare nelle nostre case, purtroppo tante sono danneggiate, ma alla fine torneremo ad una vita normale”.

Specchio d’Italia ha subito recepito queste nuove istanze ed ha risposto aumentando gli aiuti ai campi profughi in Polonia ed in Romania (in Ungheria c’è una valida assistenza dello Stato ed in Moldova il flusso di profughi è molto ridotto, stante anche qualche frizione di vecchia data con quel popolo). Ma da qualche giorno abbiamo anche accettato un’altra sfida: costruire un villaggio profughi a Cernivci, in Ucraina, a circa 30 chilometri dal confine con la Romania, in un’area baricentrica fra Odessa e Leopoli ed inoltre raggiungibile (bombe permettendo) anche da Kiev con circa 7 ore di viaggio. Un villaggio in Ucraina, dunque, per ospitare gli ucraini che non vogliono lasciare il loro Paese.

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1500 mq di tensostrutture

Non è un progetto facile, ma siamo già partiti con il supporto logistico di Remar Spagna, una ONLUS affidabile e ben conosciuta dallo staff di Specchio: il montaggio della maxi tensostruttura è in corso e la municipalità locale, con la quale è stato sottoscritto un memorandum, ci ha messo a disposizione una scuola dotata anche anche di rifugio antiaereo.

Entro una settimana avremo circa 1.500 metri coperti da tensostrutture con area accoglienza, ambulatori e cucine. Ci stiamo lavorando, giorno e notte.

Questo è Specchio d’Italia e, se vuoi, puoi darci una mano.

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Korczowa, il campo profughi nel centro commerciale

Angelo Conti

Korczowa è un villaggio della provincia di Jaroslav in Polonia. E’ a meno di 2 chilometri dal confine ucraino. Lì sono giunti nei giorni scorsi i nostri volontari. Con loro anche Alberto Giachino, fotografo ed operatore dell’Agenzia Reporters che realizza servizi per La Stampa e il gruppo editoriale Gedi.

All’interno del supermercato

Ci racconta: “Siamo in mezzo ad una confusione terribile. Migliaia di persone ammassate dentro ed intorno ad un supermercato. E’ gente forte, convinta che la guerra durerà poco e che sarà possibile rientrare presto nelle loro case. Qui mancano soprattutto materassi e cuscini, la gente non sa dove dormire. Fra poco ripartiremo verso l’Italia con un gruppo di profughi, ma dovremo pensare a mandare altri rifornimenti presto”.

Uno dei tanti scatti di Alberto Giachino
Uno dei tanti scatti di Alberto Giachino

Come donare per i profughi dell’Ucraina

Si può donare cliccando qui con carta di credito o Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1051722237. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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