Lo zainetto di guerra dei bambini ucraini

Angelo Conti

In questi giorni riaprono le scuole anche in Ucraina. Le classi sono tornate ad essere numerose anche per i molti rientri in patria di famiglie che, subito dopo l’invasione, avevano lasciato il paese. Il Governo ha raccomandato alle autorità locali di utilizzare edifici scolastici dotati di rifugi antiaerei (tutte le scuole costruite negli ultimi anni ne sono provviste, ma non tutte quelle più datate…) ed ha diffuso anche un comunicato con l’elenco di quanto, ogni bimbo ucraino, deve mettere nello zainetto di scuola. Si va da un scorta di barrette proteiche agli snack a lunga conservazione, dalla bottiglietta di acqua potabile alle salviette umide, ad una coperta che si raccomanda “calda”, un cartelletto con i recapiti telefonici di mamma e papà, se possibile un telefonino con caricabatteria e powerbank.

Insomma un fardello non da poco che anche noi, come Specchio d’Italia e Specchio dei tempi, stiamo aiutando a comporre per i tantissimi bimbi che frequentano il nostro centro di Rivne, nel nord dell’Ucraina, al confine con la Bielorussa. In collaborazione con Remar Sos.

Il nostro Natale a Rivne. In Ucraina Specchio vicino ai piccoli orfani di guerra.

Angelo Conti

La fondazione opera tutti i giorni in Ucraina in tre città: Leopoli, Cernivci e Rivne. In tutte queste città finanziamo l’attività di villaggi (tensostrutture, mense, aree ristoro, fornitura indumenti, assistenza sanitaria) che danno sostegno ai profughi interni provenienti prevalentemente dal Donbass, da Karkhiv e da Odessa. A Rivne, al confine con la Bielorussia, assistiamo anche centinaia di piccoli orfani di guerra: la divisione “Rivne” di stanza in quella città fu la prima ad opporsi il 24 febbraio alle colonne corazzate russe che puntavano su Kiev, respingendole a prezzo di centinaia di morti. Così questo Natale siamo stati vicini a questi piccoli orfani organizzando una festa (nella nostra tensostruttura, coibentata e riscaldata dal generatore donato a Specchio dei tempi e trasferito a Rivne dai volontari piemontesi di San Raffaele di Cimena). Una festa in un locale caldo e accogliente nonostante la drammatica carenza di energia elettrica che rende difficilissima la vita in un territorio purtroppo molto freddo. Ecco le foto scattate il pomeriggio di Natale. con la distribuzione dei doni. Grazie a Remar Sos per la preziosa logistica e la perfetta organizzazione. Grazie ai volontari di San Raffaele Cimena per aver trasferito a tempo di record il generatore in Ucraina. Grazie soprattutto alle migliaia di persone che con le loro donazioni ci consentono di operare anche lassù.

Aiutateci a donare speranza.

In partenza per Rvine il generatore che scalderà gli orfani della città

Angelo Conti

Pronto il generatore che Specchio dei tempi, Specchio d’Italia e i volontari AIB Protezione Civile del Polo di San Raffaele Cimena trasferiranno nei prossimi giorni a Rivne, nel nord dell’Ucraina. Si tratta di un maxigeneratore, indispensabile in una città che ha visto le sue centrali elettriche colpite dai missili russi e che ora si trova in gran parte senza luce ed al freddo. Con temperature prossime ai 10 gradi sottozero e con le prime nevicate in atto.

L’intervento di Specchio dei tempi e di Specchio d’Italia è cominciato un mese fa a Rivne con la costruzione di un villaggio destinato ai profughi interni all’Ucraina, dotato di una tensostruttura pesante di 1500 metri quadrati. Ce lo ha chiesto il governatore della città, Oleksandr Tretiak, soprattutto per dare un punto d’appoggio agli oltre cento bambini orfani di guerra che vivono, con non pochi problemi, in città.

Nella tensostruttura troveranno un’area giochi, un’area di distribuzione di indumenti pesanti, un corner con bevande calde dove potranno fare uno spuntino. Tutto questo grazie alla collaborazione fra Specchio dei tempi e Roberto Scalafiotti, l’instancabile animatore del Polo della Protezione Civile di San Raffaele Cimena. Proprio ieri abbiamo raccontato insieme l’operazione di soccorso nel corso di una manifestazione di volontari.

Ucraina, in arrivo temperature polari: continuiamo ad aiutare

Angelo Conti

Da metà della prossima settimana in Ucraina sono attese nevicate, accompagnate da temperature polari. A Rivnie siamo riusciti a fare in tempo a piazzare la maxi-tensostruttura pensata per i tanti orfani di guerra e per le loro famiglie. In attività anche i villaggi di Leopoli e Cernivci, anche questi sostenuti da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia.

Noi in Ucraina ci siamo, da marzo, per aiutare i profughi che, fuggiti da città distrutte, hanno scelto di restare in altre località del loro Paese.

Specchio a Rivne, la città degli orfani

Angelo Conti

In Ucraina c’è anche la città degli orfani. Si chiama Rivne e sta nel nord ovest, a pochi chilometri dal confine con la temutissima Bielorussia, da dove sono partiti molti dei missili nell’attacco della scorsa settimana a Kiev, Leopoli ed altre città del Paese.

Qui Specchio ha cominciato ad operare dalla scorsa settimana, avviando la costruzione di una tensostruttura d’emergenza nella piazza più centrale ed iniziando a sostenere le tante famiglie che si sono trovate senza il papà, caduto al fronte: “La divisione Rivne dell’esercito ucraino – spiega il governatore della città metropolitana, Alex Tretiak – è stata la prima a contrastare l’invasione russa, già il 24 febbraio all’alba nell’oblast di Kiev, ed è quella che ha avuto più perdite. Solo in città abbiamo quasi 100 orfani di guerra, con le relative mamme. Gente che non dobbiamo assistere solo sotto il profilo economico, ma anche condividendo il loro dramma”.

Alex Tretiak, ex seminarista, è l’astro nascente della politica ucraina. Ha 36 anni ed è il più giovane governatore di una città metropolitana: guida da due anni il distretto di Rivne. Eletto nelle liste dell’ex presidente Poroshenko battuto da Zelensky nel 2019, allo scoppio del conflitto ha subito cancellato ogni divisione: “Ora dobbiamo fare fronte comune e siamo tutti dalla stessa parte”. Zelensky ha apprezzato e spesso, adesso, lo consulta. È una zona delicatissima, quella di Rivne, perché confina con la Bielorussia da cui si attendono attacchi in qualsiasi momento: “Sulla città sono caduti missili che hanno devastato l’aeroporto ed alcune altre strutture logistiche. Ora sappiamo che a Luninets, ad appena 50 chilometri dal nostro confine, ci sono le rampe per i droni kamikaze iraniani, ed abbiamo obbiettivamente paura”.

Ma il vero dramma potrebbe arrivare non dalla Bielorussia ma dal taglio dell’energia: “La nostra è l’area più fredda del paese, e non solo perché è a nord. Il blocco della centrale nucleare di Zaporizhia, che è di gran lunga la più importante dell’Ucraina ma che è in mano ai russi, colpirebbe soprattutto noi. Senza energia qui si corre realmente il rischio di morire di freddo. Lo temiamo molto più dei droni”.

Non c’è materialmente il tempo per trovare soluzioni alternative: “In alcuni comuni già la settimana scorsa abbiamo sfiorato gli zero gradi. In tanti sono tornati alla legna, anche raccogliendola nei boschi. Per fortuna che da noi gli alberi non mancano. Ma sono in pochi ad avere stufe adatte e sul mercato non se ne trovano più…”.

Oggi altri 52 rimpatri di profughi ucraini da Roma a Leopoli

Angelo Conti
Specchio d’Italia, ormai da quasi tre mesi, sta aiutando centinaia e centinaia di profughi ucraini a tornare a casa. Si tratta di persone che torneranno ad abitare in Ucraina lontano dalle zone di guerra (in circa l’80% del paese non ci sono combattimenti e la vita scorre in modo quasi normale).
Fra i profughi che rientrano, anche fra quelli partiti stamattina da Roma che vedete nella foto, ci sono moltissimi bambini che tornano a frequentare la scuola nel loro paese. La frequenza nelle scuole italiane per quasi tutti si è rivelata molto difficile per evidenti problemi di lingua: la totalità dei profughi parla ucraino e russo, ma non l’inglese e tanto meno l’italiano.
Noi accanto ai profughi ucraini ci siamo ancora, anche attraverso il sostegno di tre campi profughi interni all’Ucraina, a Cernivci, Leopoli e Mostyska. Qui, ogni giorno, assistiamo sino a 2000 persone.

La storia di Alena: “Mio fratello prigioniero dei russi”

Elisabetta Rosso
La Repubblica, 23/08/22

“La situazione non è buona qui, ci hanno accerchiati”. È l’8 aprile quando Alena sente queste parole. Ha il telefono pressato sull’orecchio, la linea è disturbata. Dall’altra parte c’è suo fratello, Yuri, ha 33 anni e gli occhi azzurrissimi. È un militare dell’esercito ucraino, e quella sarà l’ultima volta che Alena sentirà la sua voce. Cade la linea. A sette chilometri da Mariupol i russi entrano nella fabbrica in disuso dove Yuri e i suoi commilitoni avevano costruito una piccola base militare. Alena ha ancora il telefono in mano quando la linea si interrompe. Capisce, ha paura. 

“Da lì è partita una ricerca infinita”, spiega, “avevo almeno bisogno di sapere che fosse vivo, in qualsiasi modo, e ce l’ho fatta”. Alena è un’insegnante, ha 30 anni, due figli, Lea e Roman e gli stessi occhi del fratello, azzurrissimi. È fuggita a Cernivci con i bambini, ha acceso la sua macchina il sette marzo e ha lasciato alle spalle una Mariupol sfregiata dalle bombe russe. 

“Mio fratello doveva rimanere lì, e così ci sentivamo al telefono quasi ogni giorno. Poi è stato catturato, ma so che è vivo.” Alena lo sa grazie a un video su Youtube, uno dei tanti che i russi hanno caricato sulla piattaforma per mostrare i prigionieri di guerra. “Da quando la linea del telefono è caduta ho cominciato a cercare ovunque qualche traccia, per sapere che fosse vivo, che stesse bene, nonostante tutto”. Giorni con gli occhi incollati allo schermo, volti che passano, ma non sono quello di Yuri.

“Poi, a fine luglio, mentre guardavo l’ennesimo video riconosco mio fratello”, alza gli occhi al cielo e accenna un sorriso, “non sai che gioia. Era prigioniero sì, ma era vivo, e ho guardato e riguardato quel video un milione di volte”, dice stringendo forte tra le mani quel cellulare. Ora sono due settimane che Alena non ha più notizie di Yuri. Lei, Youtube, lo tiene sempre aperto e continua a guardare carrellate di volti sconosciuti. “Sei giorni fa era il suo compleanno, e io devo credere che il prossimo lo festeggeremo insieme. Sarà così.”

Verso casa il più piccolo dei rifugiati aiutati da Specchio

Angelo Conti

Questa mattina, sul pullman di Specchio d’Italia partito a mezzogiorno da piazza Castello a Torino alla volta di Leopoli, c’era anche Damir, 6 mesi di vita, con la sua mamma Viktoria. Era stato il più piccolo dei profughi giunto a Torino, a fine febbraio, quando doveva ancora compiere un mese di vita.

E’ cresciuto in Italia sino ad oggi, ospite di una famiglia piemontese, sino a quando la situazione in Ucraina si è un po’ tranquillizzata. “Abbiamo deciso di partire perchè nel paese dove viviamo, 300 chilometri ad ovest di Kiev, non ci sono più apparenti pericoli – ci ha spiegato la mamma. -Speriamo che resti davvero tutto tranquillo anche in futuro”.

Con la partenza di questa mattina sono oltre 1080 i profughi rimpatriati gratuitamente da Specchio d’Italia.

Ricordiamo le prossime:

  • 26 agosto TORINO (fronte Teatro Regio, piazza Castello)
  • 30 agosto NOVARA (Parrocchia padre Yuri)
  • 05 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)
  • 10 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)

Tutte le partenze sono alle ore 12. Si parte solo previa prenotazione e previa verifica validità passaporti.

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Rimpatri Ucraina, il calendario aggiornato con le partenze

Comunicato Stampa

Il trasporto è completamente gratuito (attenzione ad intermediari che potrebbero chiedere illegalmente denaro e che vanno segnalati alla fondazione per le azioni del caso) ed è completamente offerto ai profughi da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. La destinazione finale è sempre Leopoli.

  • 17 agosto ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)
  • 22 agosto TORINO (fronte Teatro Regio, piazza Castello)
  • 26 agosto TORINO (fronte Teatro Regio, piazza Castello)
  • 30 agosto NOVARA (Parrocchia padre Yuri)
  • 05 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)
  • 10 settembre ROMA (stazione Tiburtina, stalli pullman)

Tutte le partenze sono alle ore 12. Si parte solo previa prenotazione e previa verifica validità passaporti. 

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Guerra Ucraina, cosa abbiamo fatto e cosa faremo

Angelo Conti

Il 24 febbraio scoppia la guerra. Il giorno dopo Specchio d’Italia (con Specchio dei tempi) apre un fondo e inizia ad aiutare l’Ucraina. Dopo cinque mesi i numeri raccontano una storia di interventi importanti: 200.000 pasti, 50.000 pacchetti spesa, tre villaggi di profughi, a Mostyska, Lviv e Chernivtsi, 330 tonnellate di cibo, oltre 100 viaggi con camion, bus e minibus. Con il sostegno di 6.793 donatori è stato possibile raccogliere 1,73 milioni di euro.

Il lavoro della Fondazione già a marzo ci permette di avere un quadro preciso. C’è chi vuole uscire dall’Ucraina, scappare dalla guerra, e Specchio organizza autobus che recuperano famiglie al confine polacco e rumeno. Così oltre 500 profughi riescono così ad arrivare in Italia. Ma c’è anche chi vuole restare, chi non vuole lasciare il proprio Paese. La Fondazione intercetta questa esigenza ed è la prima in Italia a costruire un villaggio a Chernivtsi, all’interno dei confini ucraini. Mille metri quadrati di tensostrutture, una mensa, un’area giochi e una zona per la distribuzione di scarpe e vestiti.

Poi la Fondazione trasferisce da Torino due ambulatori mobili, con lo Specchiobus, per far fronte alle emergenze sanitarie. Acquista una cucina da campo, il furgone che la ospita e un minibus a nove posti per lo sfollamento dei profughi. Ogni giorno rifornisce il villaggio di cibo e generi di prima necessità. Poi guarda a Nord allarga i suoi confini di intervento. Prima a Mostyska, qui Specchio d’Italia fornisce al villaggio attrezzature, generatori di elettricità e totem di calore per il prossimo inverno quando le temperature toccheranno i -15 gradi. Quindi sceglie di intervenire a Leopoli, attivando un programma di sostegno per la fornitura dei pasti e per il miglioramento delle strutture di accoglienza.

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Allo stesso tempo Specchio d’Italia sostiene anche gli ucraini espatriati che hanno raggiunto l’Italia negli ultimi mesi. Le prime 1.000 famiglie arrivate in Piemonte ricevono, in accordo con il Consolato dell’Ucraina a Torino, 500 euro in contanti per coprire le prime spese. Viene attivato anche il progetto “Forza Mamme Ucraine”, per favorire l’integrazione delle donne single di Torino, arrivate nel Paese con i loro figli. L’iniziativa prevede corsi di italiano, animazione per bambini, consulenze psicologiche, gite per conoscere meglio il territorio e attività sportive nei parchi. Il progetto ha coinvolto 210 madri e 387 bambini.

Adesso, sei mesi dopo l’inizio della guerra, c’è anche chi vuole tornare. Proprio per questo, in collaborazione con l’Ambasciata dell’Ucraina a Roma, ha avviato all’inizio di giugno un intenso programma di rientro a casa dei profughi. Nei primi due mesi partivano da Roma e Torino due allenatori a settimana. Finora sono stati rimpatriati 1.000 ucraini. Il programma di ritorno dovrebbe continuare in autunno.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Rimpatri ucraina: nuove disponibilità da Roma, Torino e Novara

Angelo Conti

Decine di richieste ogni giorno a Specchio d’Italia di profughi ucraini che vogliono tornare a casa. La Protezione Civile Italiana ha fatto sapere di non voler intervenire: stiamo cercando di pensarci noi. Altri pullman in partenza tutte le prossime settimane da Roma, Torino e Novara. L’ultimo è partito ieri dalla capitale italiana in direzioni Leopoli.

Nel frattempo, abbiano già rimpatriato quasi mille persone e noi ai profughi offriamo ogni giorno aiuti concreti, in Italia ed in Ucraina.

Come prenotare un posto sul bus

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto. Il servizio è gratuito, finanziato grazie alle donazioni raccolte da Specchio.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Partito un altro pullman, 54 profughi ucraini tornano a casa

Angelo Conti

Continuano i rimpatri richiesti dai profughi che vogliono tornare a casa. Oggi è stata la volta di 54 persone partite dagli stalli di Roma Tiburtina verso Leopoli, in Ucraina.

Le partenze sono concordate con l’Ambasciata di Ucraina a Roma e con il Consolato d’Ucraina a Torino. Sono già oltre 350 le persone rimpatriate da Specchio d’Italia e Specchio dei tempi. Ricordiamo che l’80% dell’Ucraina non è interessata direttamente dalla guerra e in molte province la vita si svolge in modo quasi normale.

Come prenotare un posto sul bus

Per prenotarsi basta una telefonata al numero 342 8488966 tenendo a portata di mano il passaporto. Il servizio è gratuito, finanziato grazie alle donazioni raccolte da Specchio.

Come donare per i profughi dell’Ucraina e per i rimpatri

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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