Mario, la povertà dopo il palcoscenico

Giancarlo Zattoni

Mario è una persona che ha vissuto l’incongruenza dell’esistenza nel desiderio di affermarsi con le sue sole forze, ma che ha pagato di persona la sua indipendenza, spesso suscettibile verso le figure dell’autorità. Si presenta, tuttavia, in piena umiltà: nonostante il suo passato di regista teatrale di successo ancora lo investa di momenti di gloria, che alterna a giorni d’oblio e di disincanto che caratterizzano la realtà odierna.

“Nato 73 anni fa a Imperia, da sempre vivo a Genova. Risiedo nella zona molo al porto antico. Sono stato sposato, ho avuto alcune convivenze, ma ora sono solo. Avevo un fratello che ho perduto nel 2011. Nessuno si occupa di me, a parte alcune amiche che mi dedicano il loro aiuto”. Quest’anno a Natale Mario, grazie alla Fondazione Specchio d’Italia e al progetto “Buon Natale Nonni”, si sentirà meno solo: riceverà un aiuto di 300 euro con il quale potrà pagare le salate bollette invernali.

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Mario continua a raccontarci la sua vita. Il padre era pilota aeronautico, ebbe un incidente gravissimo rimanendo invalido. La madre casalinga. Mario era la testa matta di famiglia, difficile da gestire, nella tanta voglia di vivere e affermarsi seguendo i suoi sogni.

“Ho giocato 15 anni a rugby, arrivando con il Cus Genova alla serie B. Ero mediano di mischia. Tante botte. Ne pago ancora le conseguenze nel fisico”. 

A scuola era un discolaccio senza disciplina, mal visto dai professori che non ne comprendevano le doti. Dopo tanti indirizzi sbagliati, sceglie psicologia che approfondisce da autodidatta, prima di dedicarsi completamente al teatro. “Ho vissuto una carriera nel solco della sperimentazione e dell’avanguardia, con la mia compagnia Oltre l’immagine. Nel 1985 ho presentato alla Biennale di Venezia un importante spettacolo.

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Negli anni successivi inizia un lento declino. Mario è comunque protagonista di molte produzioni sperimentali, da lui create per i più prestigiosi teatri di Genova, riscuotendo grande successo. Ma il denaro non basta più: per rimanere indipendente e finanziare gli spettacoli Mario vende la sua casa e arriva al punto di non versare i contributi per se.

Oggi percepisco una pensione sociale che è un miracolo arrivare a fine mese. Menomale che mi sono rivolto a Specchio d’Italia, che mi ha generosamente accolto nel programma Buon Natale Nonni!. Riceverò un bel contributo che mi darà una boccata di ossigeno. Chissà. Tra i tanti donatori ci potrebbero essere anche molti affezionati spettatori che in tutti questi anni mi hanno applaudito sulla scena”.                              

La storia di Mario è solo una delle oltre 250 che la Fondazione aiuta grazie al supporto dei lettori e della comunità che ogni anno dona per il progetto “Buon Natale Nonni”.

Più fondi raccogliamo, più nonni abbracciamo.

Come donare per gli anziani di “Buon Natale Nonni!”

Si può versare qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ETS codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056 oppure con bollettino postale sul conto corrente postale numero 1051722237 intestato a Fondazione Specchio d’Italia, via Brentano 2, 20121, Milano.

Causale: “Buon Natale Nonni!”

Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Gaetana: “Un marito alcolista è stato l’inizio della nostra fine”

Giancarlo Zattoni

“Non mi faccia parlare, non voglio rivivere il passato. La mia vita mi ha riservato soltanto dolore che il ricordare mi dà una grande tristezza”. Gaetana, 82 anni, è originaria di Palermo. Ora vive a Genova nel quartiere di Prà, vicino a Voltri, non lontano dal bacino portuale in cui è stata smantellata la nave da crociera Costa Concordia, e quest’anno riceverà un aiuto di 300 euro a Natale grazie al progetto “Buon Natale Nonni” realizzato dalla Fondazione Specchio d’Italia, ente filantropico di respiro nazionale. 

“Vivo con la pensione sociale di 690 euro: tra l’affitto e le spese non mi rimane nulla. In passato sono stata sul punto di morire: ho avuto un forte attacco di cuore, ora vivo con un defibrillatore cardiaco. Cammino incerta, ho le protesi alle ginocchia. Sopravvivo grazie all’aiuto dell’assistenza sociale e del centro di ascolto della chiesa, tramite cui mi sono rivolta a Specchio d’Italia per essere inserita nel programma Buon Natale Nonni, che mi ha offerto un conforto insperato di cui ringrazio i benefattori e il buon Dio”. Gaetana ha avuto cinque figli, ma solo due le sono sopravvissuti e ora risiedono lontani.

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“Mio marito Giovanni era bello e simpatico, beveva solo latte. Ci siamo conosciuti a Palermo nel panificio dove lavoravo. Ci siamo parlati per sei anni e poi sposati: dalla Sicilia ci siamo trasferiti a Genova all’inizio degli anni ’60. I figli come ciliege sono venuti uno dietro l’altro. Eravamo una famiglia unita. Poi qualcosa si ruppe. Giovanni incominciò a bere e fu l’inizio della fine. Quando si attaccava alla bottiglia tutto buttava all’aria, diventava violento e pieno di astio”.

Gaetana si chiede ancora adesso quale fosse stato il malessere scatenante di quel cambiamento. Sta di fatto che il marito perse il posto nel cantiere navale dove lavorava. Cominciò la disperazione, la lotta alla dipendenza, le preghiere perché smettesse di bere”. “Come iniziava un lavoro, così lo perdeva. Campavamo a singhiozzo con i soldi che a stento racimolava, la pigione dell’alloggio spesso rimaneva da pagare. Speranzosi di cambiamento ci trasferimmo a Taranto dove abitammo fino al 2004, l’anno in cui Giovanni morì e mise fine al calvario.

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Di notte, Gaetana ancora oggi non riesce a dormire. Nella veglia si rammarica di non essersi rifugiata altrove con i figli, per garantire loro una vita più serena e senza traumi, nonostante si sia sempre sacrificata per il loro bene. Gli attimi più dolci li ho vissuti da bambina a Palermo. Mio padre era spesso imbarcato sulle navi. Allora il nonno mi portava al cinema insieme alle mie sorelle. Come vorrei tornare a quei tempi, alla serenità della mia umile gente. Eravamo poveri, ma felici di nulla”.

La storia di vita di Gaetana è solo una delle oltre 250 che la Fondazione aiuta grazie al supporto dei lettori e della comunità che ogni dona per il progetto “Buon Natale Nonni”. Più fondi raccogliamo, più nonni abbracciamo.

Come donare per gli anziani di “Buon Natale Nonni!”

Si può versare qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ETS codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056 oppure con bollettino postale sul conto corrente postale numero 1051722237 intestato a Fondazione Specchio d’Italia, via Brentano 2, 20121, Milano.

Causale: “Buon Natale Nonni!”

Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Avviato il progetto Forza Nonni anche a Genova: aiutiamo Angelo

Marta Versaci

Il signor Angelo ha 74 anni e vive in un piccolissimo appartamento tra i vicoli del centro di Genova. L’alloggio è pieno di oggetti e rifiuti accantonati ovunque. L’odore di stantio è forte a tal punto che si fa fatica a respirare. La porta e le finestre sono spalancate, ma questo non aiuta. Angelo è seduto su una vecchia sedia a rotelle, quasi accartocciato su sé stesso mentre cerca di scaldarsi con le coperte che tiene addosso.

Angelo è un artista, la casa è ricoperta di quadri e sculture che ha creato in tanti anni. La sua prima attività è stato l’insegnamento delle lettere italiane, ma poi si è dedicato all’arte. Le gambe non le muove quasi più. È caduto da poco e i medici hanno bendato entrambi i piedi. Le fasce devono essere cambiate più volte al giorno e a questo ci pensa Robert, un’assistente del Comune che tutti i giorni lo aiuta a svolgere queste incombenze sanitarie e cerca di riassettare, per quanto possibile, la casa. Robert ha preso a cura questa tragica situazione ed ha aiutato Angelo a trovare una vecchia lavatrice.

Il grande problema di Angelo però è la caldaietta, rotta e da mesi e talmente vecchia da non essere più riparabile. Da tempo, quindi, vive senza acqua calda, cosa che non gli permette di lavarsi e prendersi cura di sé. “Fino a qualche tempo fa vivevo con mio fratello, ma da poco è stato ricoverato in una RSA. Mi sento solo e ho freddo” racconta Angelo con molta tristezza negli occhi.

Non lasceremo solo Angelo, con l’aiuto di tutti vorremmo aiutarlo a riacquistare la propria dignità.

Come donare per Forza Nonni

Tutti possono sostenere il progetto “Forza Nonni”. Si può versare su www.specchioditalia.org/forzanonni con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia Onlus codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056 oppure con bollettino postale sul conto corrente postale numero 1051722237 intestato a Fondazione Specchio d’Italia, via Brentano 2, 20121, Milano. Causale: “Forza Nonni”. Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Spazi gioco e attività per tutti: il Circolo Vega a Genova cresce ancora

Lucia Compagnino,
Il Secolo XIX Genova

La crescita di una comunità sana passa attraverso lo scambio, che arricchisce tutti. È questo il principio su cui si basa l’attività del Circolo Vega in Salita Famagosta 3 rosso (dietro via Balbi) e del suo Vegalù, lo spazio gioco gratuito dedicato ai bambini da 0 a 8 anni che è aperto tutti i sabati dalle 15 alle 18.30, da ottobre a maggio. «Ci troviamo a metà strada fra Prè e Castelletto, fra i quartieri del disagio e quelli del massimo benessere», spiega la direttrice Emanuela Sciutto, pedagogista. La sede, una porzione dell’antico convento delle suore di Santa Brigida, nel passato ha ospitato il Teatro dell’Archivolto e lo spettacolo di un giovanissimo Benigni, oltre che la prima palestra di ju jitsu in Italia.

«Il Circolo Vega è nato negli anni Ottanta, voluto da una ventina di famiglie del territorio che volevano creare opportunità di aggregazione e di svago – prosegue – ed è molto cresciuta nel tempo. Organizza attività per tutta la famiglia ma ha una particolare attenzione per i bambini. Si mette a disposizione delle persone e cerca di soddisfarne i bisogni».

La sede è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19, l’associazione ha circa 300 soci e 30 volontari attivi. L’anno scorso ha seguito 800 famiglie. Per gli adulti organizza corsi di yoga e di ballo, cene, feste, pulizie del quartiere e molto altro. «Il Vegalù è nato nel 1996, ha una sessantina di famiglie iscritte ed è diviso in spazi dedicati alle diverse fasce d’età. La fascia elettiva è 0-6 anni, con un prolungamento fino agli 8 anni. Organizziamo laboratori creativi, letture animate, teatro, musica e tante attività di gioco».

Prima della pandemia il Vegalù era aperto a tutti, ora è a numero chiuso, serve la prenotazione scrivendo a vegalu@circolovega.it. «Da quest’anno abbiamo fatto un bel salto di qualità — dice Sciutto — perché lo spazio è stato adottato dalla Fondazione Specchio d’Italia, che aveva saputo del nostro progetto di educazione stradale “Pronti… Via!” che portiamo nelle scuole e negli spazi pubblici e ci ha voluto conoscere e sostenere. Abbiamo quindi, accanto ai volontari che si prendono cura dei piccoli divisi in gruppetti, anche almeno un educatore».

Fra i tanti altri progetti del Circolo Vega: il centro di aggregazione per ragazzi dagli 11 ai 18 anni, con attività di doposcuola ma anche cinema, musei, teatro e gite, convenzionato con il Comune di Genova, che è aperto tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19. E gli incontri nelle scuole di ascolto ed elaborazione del conflitto “Confliggendo si impara”, «perché una persona allenata a conoscere e distinguere le proprie emozioni saprà gestirle ed entrare in empatia con gli altri», conclude.

 

A Fegino il centro estivo per i bimbi di Genova

Angelo Conti

Specchio d’Italia, il brand nazionale di Specchio dei tempi, è attivo anche a Genova dove, nel quartiere Fegino, svolge attività tutto l’anno a sostegno della didattica ma anche di un corretto inserimento nella società civile di tanti bambini e ragazzi.

Questa estate è attivo il progetto “Il nostro centro di gravità”, realizzato da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia.

I nostri bambini della Valpolcevera

Angelo Conti 

Specchio d’Italia è il brand nazionale di Specchio dei tempi. E’ attivo a Roma, Milano, Bari, Sassari, Venezia ed anche a Genova, nel quartiere Fegino, lungo il Polcevera, non lontano della grandi arcate del nuovo ponte Morandi. E’ un quartiere difficile, sul quale Specchio ha deciso di impegnarsi lanciando, all’inizio del corrente anno scolastico, una attività di doposcuola e aiuto compiti. In questa foto tutti nostri bimbi genovesi, con lo staff del Ceis che lavora per noi nel capoluogo ligure. Contenti di esportare un format contro la dispersione scolastica che Specchio ha messo a punto a Torino all’ex Moi ed ai Giardini Saragat e che abbiamo poi esportato a Genova, ma anche a Roma, Bari a Milano.

Apre un doposcuola per i bimbi di Fegino

Di Danilo D’Anna, su Il Secolo XIX il 01/11/2020

La rimonta del Covid ostacola la scuola, i ragazzi e le famiglie. Diventa sempre più difficile realizzare una didattica utile, a misura di bambino. Mancano spazi, tecnologie, persino le presenze umane. Così la Fondazione Specchio d’Italia (nata per volere della fondazione torinese Specchio dei tempi) ha pensato d’intervenire anche a Genova, dopo Torino e Roma, per realizzare un progetto, avviato ieri, che è di aiuto compiti e doposcuola, ma che vuole anche essere una concreta e fattiva presenza accanto ai giovani studenti, ora più che mai soli.

L’iniziativa è stata sviluppata con la collaborazione del Ceis Genova (Fondazione Centro di Solidarietà Bianca Costa Bozzo) che ha scelto di operare, con Specchio d’Italia che finanzia il progetto, nella zona di Fegino, all’interno del Municipio V Valpolcevera. L’obiettivo principale del progetto è sostenere e supportare le famiglie in questo delicato momento storico-sociale, su aspetti concreti e quotidiani.

L’esperienza della Fondazione Specchio dei tempi sui territori della città metropolitana di Torino e nel quartiere Bastogi di Roma favorisce e sostiene un lavoro analogo e replicabile sull’area genovese. L’impegno didattico verso i bambini sarà il punto di partenza per una serie di attività intergenerazionali di promozione del benessere, quale monitoraggio dei bisogni delle famiglie e dell’intero territorio. I locali individuati per le attività del progetto sono quelli dell’oratorio della Chiesa di Sant’Ambrogio di Fegino. Le aule sono pienamente agibili, consentono l’opportuno distanziamento interpersonale alla luce delle misure di contrasto e contenimento all’epidemia da Covid-19. Le attività sono partite con la mappatura degli enti e delle associazioni del territorio, alle quali è stato illustrato il progetto, recependone i consigli. E sono seguite con il coinvolgimento di dirigenti scolastici e docenti per il confronto sui programmi scolastici e le situazioni di maggiore fragilità.

Il crollo del Ponte Morandi prima e la pandemia di Covid-19 poi, hanno messo in grossa difficoltà Fegino. Un quartiere che fino a qualche anno fa ospitava importanti attività produttive e che adesso ha bisogno di essere sostenuto per non perdere terreno rispetto al resto della città. Il progetto di Specchio d’Italia è quello che serviva al territorio, quello di cui cera bisogno: l’impegno della fondazione è stato apprezzato soprattutto dal mondo scolastico che, sentendosi coinvolto, ha partecipato attivamente al progetto, spiegando quali erano le necessità più urgenti da soddisfare. Ed è stato deciso di puntare sul dopo lezioni, per fornire gli strumenti necessari a implementare quello che in questi mesi è venuto a mancare con le lezioni a distanza. Anche a chi non ha gli strumenti. Insomma, verranno aiutati bambini e ragazzi che hanno bisogno di non essere lasciati soli dopo due anni difficili. E che lo scoppio dei contagi stanno rendendo ancora più complicati. Non mancavano le strutture, ma mancavano le risorse per poterle mettere a norma. Questo è stato fatto coinvolgendo la chiesa di Sant’Ambrogio, chiudendo il cerchio di una iniziativa che abbraccia tutto il quartiere.

Ieri pomeriggio è anche partito il supporto scolastico vero e proprio per bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 14 anni, con l’affiancamento individuale e di gruppo per l’esecuzione dei compiti ed il supporto formativo di bambini e ragazzi della scuola del primo e secondo ciclo. Da novembre partiranno anche i laboratori di rinforzo all’attività di supporto scolastico con l’organizzazione di laboratori tematici per il rinforzo agli apprendimenti logico-matematici e linguistici e alle competenze trasversali.

Ma come detto, è soltanto un primo passo. Il piano della Fondazione Specchio d’Italia è intergenerazionale e quindi non toccherà soltanto i giovani. Particolare attenzione verrà riservata agli anziani, iniziative sono già allo studio per creare punti di aggregazione e per dare nuova linfa a un quartiere che in questo modo si sente meno solo. Fegino da qui può pensare di lasciarsi alle spalle questi due anni e più di fatica.