Serata solidale con Lino Banfi e Eleonora Giorgi per “Forza Nonni!”

La Repubblica, 24/05/2023

Un momento di festa, di musica e di riflessione. “Specchio d’Italia”, partner solidale del gruppo editoriale Gedi, ha organizzato una serata all’insegna della solidarietà per sensibilizzare e raccogliere fondi da donare agli anziani che hanno bisogno di aiuti economici, cibo, collaborazione domestica, supporto psicologico o più semplicemente di compagnia. “Forza Nonni!” è infatti un progetto ideato da Specchio d’Italia, dopo lo scoppio della pandemia, e pensato per gli over 80 con patologie e in solitudine.

A Roma gli interventi più frequenti sono a San Basilio e Bastogi, ma l’iniziativa è presente in tutta la Capitale e anche in altre città italiane. Ieri nella location del Circolo degli Esteri ospiti d’eccezione Eleonora Giorgi e Lino Banfi, il “Nonno d’Italia”.

Avviato il progetto Forza Nonni anche a Genova: aiutiamo Angelo

Marta Versaci

Il signor Angelo ha 74 anni e vive in un piccolissimo appartamento tra i vicoli del centro di Genova. L’alloggio è pieno di oggetti e rifiuti accantonati ovunque. L’odore di stantio è forte a tal punto che si fa fatica a respirare. La porta e le finestre sono spalancate, ma questo non aiuta. Angelo è seduto su una vecchia sedia a rotelle, quasi accartocciato su sé stesso mentre cerca di scaldarsi con le coperte che tiene addosso.

Angelo è un artista, la casa è ricoperta di quadri e sculture che ha creato in tanti anni. La sua prima attività è stato l’insegnamento delle lettere italiane, ma poi si è dedicato all’arte. Le gambe non le muove quasi più. È caduto da poco e i medici hanno bendato entrambi i piedi. Le fasce devono essere cambiate più volte al giorno e a questo ci pensa Robert, un’assistente del Comune che tutti i giorni lo aiuta a svolgere queste incombenze sanitarie e cerca di riassettare, per quanto possibile, la casa. Robert ha preso a cura questa tragica situazione ed ha aiutato Angelo a trovare una vecchia lavatrice.

Il grande problema di Angelo però è la caldaietta, rotta e da mesi e talmente vecchia da non essere più riparabile. Da tempo, quindi, vive senza acqua calda, cosa che non gli permette di lavarsi e prendersi cura di sé. “Fino a qualche tempo fa vivevo con mio fratello, ma da poco è stato ricoverato in una RSA. Mi sento solo e ho freddo” racconta Angelo con molta tristezza negli occhi.

Non lasceremo solo Angelo, con l’aiuto di tutti vorremmo aiutarlo a riacquistare la propria dignità.

Come donare per Forza Nonni

Tutti possono sostenere il progetto “Forza Nonni”. Si può versare su www.specchioditalia.org/forzanonni con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia Onlus codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056 oppure con bollettino postale sul conto corrente postale numero 1051722237 intestato a Fondazione Specchio d’Italia, via Brentano 2, 20121, Milano. Causale: “Forza Nonni”. Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Nonna Rosalia, che da 5 anni non esce di casa

Marta Versaci

Rosalia ci attende sull’uscio di casa con il suo girello e lo scialle rosso appoggiato sulle spalle. Ha 74 anni e saluta con un grande sorriso. “Vi aspettavo, accomodatevi. Sono proprio felice di vedervi. Quando mi avete telefonato non ci potevo credere, nessuno mi ha mai fatto un regalo così”. È questa l’accoglienza che spesso la Fondazione Specchio d’Italia riceve dai beneficiati della Tredicesima dell’amicizia, un’iniziativa promossa da 45 anni a Torino e oggi attiva in 7 città italiane. Il progetto prevede la consegna di un aiuto economico di trecento euro a Natale, destinato ad oltre 2500 persone over 65 sole e in situazioni di indigenza. L’iniziativa è nata per offrire un sorriso nel periodo dell’anno più difficile per chi soffre il freddo e la solitudine.

La signora Rosalia vive a Palermo, vicino alla stazione, in una casa dove paga oltre 400 euro di affitto e che ospita saltuariamente il nipote, studente del liceo classico della città. “Mia nonna vorrebbe che diventassi avvocato, ma il mio sogno sono i numeri e la scienza” dice il ragazzo, mentre seduto alle spalle della nonna, la abbraccia affettuosamente. “La mia vita è stata all’insegna del lavoro e della famiglia” racconta Maria.Mi sono sposata giovane e ho avuto due figli. Mio marito mi ha abbandonata per una donna più giovane e io ho dovuto lottare per crescere con dignità la mia famiglia”.

I ricordi scorrono mentre la donna si scalda le mani con una borsa dell’acqua calda e cerca tra i suoi documenti il suo tesserino ormai ingiallito. “Lavoravo giorno e notte come operatrice socio-sanitaria, aiutando anziani come me oggi, a lavarsi e mangiare. Mi piaceva tanto lavorare, mi rendeva fiera di me stessa e autonoma. Mio marito era un buon uomo, ma quello che ho sofferto lo so solo io”. Rosalia si tocca la schiena dolorante. “Il mio mestiere mi ha frantumato la schiena. Da giovane ero alta un metro e settanta, oggi cammino gobba e non esco di casa ormai da oltre 5 anni”.

Palermo è una città difficile: i figli della signora Rosalia lavorano, ma non sempre riescono ad aiutarla nelle spese quotidiane. “Grazie al vostro aiuto potrò comprare qualche regalo a mio nipote e pagare le bollette del mese”. La Fondazione Specchio d’Italia sostiene chi ha più bisogno con rapidità in tutta Italia e a Palermo, grazie al progetto “Forza Nonni”, accompagnerà Rosalia e tanti altri anziani a sentirsi meno soli. L’iniziativa prevede la consegna di due spese al mese, il supporto nelle pulizie di casa e un sostegno psicologico costante.

Dona per gli anziani come Rosalia

Bari, a Japigia il mercatino di Natale per sostenere il quartiere

Gennaro Totorizzo, 
La Repubblica, 21/12/21

Un appuntamento natalizio che aiuterà a finanziare le attività solidali in programma tutto l’anno. Domenica 19 dicembre nella casina della piazza della Pace, sul lato di via Toscanini, al centro commerciale Mongolfiera di Japigia a Bari, l’associazione Eden ha organizzato un mercatino e il ricavato servirà proprio a sostenere i progetti promossi nello stesso quartiere (e nella stessa casina) da Specchio d’Italia, realtà nata durante la pandemia dall’esperienza della fondazione La Stampa – Specchio dei tempi e promossa dal gruppo Gedi.

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Nella casina si potevano trovare manufatti d’artigianato, soprattutto a tema natalizio, realizzati dagli anziani che frequentano la struttura (è presente uno sportello a loro dedicato) e dai bambini, durante i laboratori. 

“L’iniziativa è andata molto bene”, racconta Mariangela Cocozza dell’associazione Eden. Fabio Montingelli, Alessia Lofano, Manuela Careccia e Orazio Letta, artisti del territorio, hanno inoltre esposto le loro opere e c’è stato uno shooting fotografico dedicato ai partecipanti al progetto Over 60, a cura dell’artista Maria Mondelli.

Maria, una vita al freddo dopo sei figli

Angelo Conti

Alle spalle ha una vita dura, a tratti durissima e spietata. Maria ha 87 anni e vive a Roma, in una anonima casa popolare del “Serpentone” di via Torrevecchia. Ciociara di Sora ha passato la gioventù in Abruzzo, prima di sposarsi a Roma. Tiene sempre un cappello rosso in testa, anche in casa: “Posso accendere il riscaldamento solo un’ora al giorno, lo faccio di mattina quando mi sveglio. Poi cerco di ripararmi dal freddo con una coperta”.

Il suo mondo sta in un armadio colmo di fotografie, custodite con amore ma in una confusione totale. Fra le dita scorre ogni immagine: “Questo in divisa era mio padre e questa mia madre, quando sono nata avevano 19 e 17 anni. Ma sono morti presto, tutti e due”. Maria è rimasta sola davanti alla vita ed ha trovato un uomo violento. Marito e padre di sei figli, ma anche autore di violenze e sevizie. “Non si fermava nemmeno quando ero incinta”. I figli potevano essere una svolta, ma sono stati un calvario. “Tre li ho già persi, altri due sono spariti. Uno solo si ricorda di me, viene a trovarmi ma non mi può aiutare perché ha tanti problemi anche lui”.

Stiamo sostenendo Maria con Forza Nonni, il progetto con cui la fondazione Specchio d’Italia offre aiuti alimentari, economici e psicologici agli anziani più poveri della capitale. Negli scorsi gironi le abbiamo donato anche la Tredicesima dell’Amicizia, un assegno di 300 euro per pagare il riscaldamento e le spese più urgenti. Un assegno che Specchio distribuisce a migliaia di anziani da oltre quarant’anni: la tradizione è nata nel 1976 in Piemonte, e ora è approdata anche a Roma, Milano, Sassari, Trieste, Bari, Palermo e Genova.

Dona per gli anziani come Maria

La storia di Maria è tristissima. Ha perso due figli nel modo più drammatico. “Paolo beveva, beveva sempre, troppo. Più di una volta l’ho trovato riverso per strada, sull’asfalto, che dormiva. Anche d’inverno. L’alcool gli ha spappolato il fegato. E’ morto per un tumore, che ha tenuto nascosto per anni. Non voleva essere curato. Non voleva stare lontano dall’alcool”. Anche per Lucia la fine è arrivata per una dipendenza: “Si drogava. Si è drogata per anni. Speravo ne uscisse dopo il matrimonio, ma ha sposato uno come lei. E’ stato un disastro. Hanno avuto un figlio, che è entrato in carcere quando era ancora minorenne e c’è tuttora, a trent’anni. Lei è morta ancora giovane, consumata dall’eroina. Guardate quanto erano belli”. E dall’armadio estrae l’ennesima fotografia, quello di una ragazza bellissima, con lunghi capelli corvini e lo sguardo intenso. Poi si volta, verso un divano coperto da bambole e peluche: erano di Lucia. “Non ho mai trovato il coraggio di buttarli”. Anche se il rapporto con questa figlia tanto amata non è stato semplice: “Mi faceva arrabbiare perché mi rubava tutto. Quello che poteva vendere se lo portava via. Lo trasformava in dosi di droga”.

Adesso Maria vive di niente. “Non aspetto più nulla. Il mio contatto col mondo è rimasto soltanto Specchio d’Italia. Due volte al mese viene a trovarmi un ragazzo che mi rassetta la casa: dovrebbe fermarsi due ore ma si ferma sempre di più. E due volte al mese arriva la benedetta borsa della spesa. Per me un aiuto importante e prezioso. Come momenti di pace sono anche le chiacchierate con i volontari di Specchio, al telefono, una volta alla settimana. Ho una pensione microscopica e pago un affitto di 120 euro che è poco per tanti ma che a me sembra una cifra enorme”. Ha giornate tutte uguali, vuote: “Sto sul letto, non guardo più nemmeno la televisione. Raccontano tristezze e non le voglio sentire: ne ho già vissute tante”.

Ci congeda commossa, cercando le parole: “Posso solo dire grazie a Specchio d’Italia. E anche arrivederci: vero che resterete per sempre con me?”.

Dona per gli anziani come Maria

Le Tredicesime dell’Amicizia sono arrivate a Palermo

Claudia Brunetto,
La Repubblica, 16/12/21

Vita con i suoi ottanta anni a stento si regge in piedi. Eppure è voluta andare di persona a ritirare la lettera che le dà diritto di ritirare 300 euro in banca. Una cifra enorme per chi vive di pensione sociale e non ha nessuno a cui chiedere aiuto. Per gli anziani come lei si è fatta avanti la fondazione Specchio d’Italia, espressione solidale del Gruppo Gedi, che nel tempo, forte dell’esperienza lunga 65 anni della fondazione madre Specchio dei tempi a Torino, ha ampliato il raggio d’azione in undici città italiane. Da ieri, per la prima volta, gli aiuti sono arrivati anche a Palermo. Ed è soltanto l’inizio.

Da ora ai primi mesi del prossimo anno la fondazione conta di investire in solidarietà sul capoluogo siciliano oltre 200 mila euro. Intanto, ieri, una trentina di anziani over 70 come Vita, seguiti dall’organizzazione umanitaria Life and life, hanno ricevuto la “Tredicesima dell’amicizia”: una busta dono di 300 euro per il periodo natalizio. «Pagherò la bolletta della luce e qualche altra spesa arretrata, con la pensione non ce la faccio e i piccoli debiti si accumulano. Almeno a Natale avrò qualche pensiero in meno. Certo non potrò fare regali, ma mi sento più leggera», dice la signora.

Dona per gli anziani di Palermo

Per Caterina ha ritirato la busta-dono il figlio Benedetto. L’anziana di 89 anni non era in grado di raggiungere la sede dell’associazione Life and life. «Con 600 euro di pensione e 400 di affitto non rimane niente in tasca, ci sono tante spese da coprire con questa somma e magari riusciamo anche a far spuntare fuori un nuovo paio di scarpe», racconta il figlio. Maria piangeva: «Non avevo i soldi per comprare una lavatrice nuova, la mia si è rotta da tempo. Adesso potrò usare questi soldi», dice l’anziana di 82 anni.

Tanti sono stati raggiunti direttamente nelle loro case. Come Carmela, 74 anni, che in un primo momento è rimasta timorosa sulla soglia della sua abitazione e poi con un grande sorriso ha augurato a tutti buon Natale. «Sono vedova, non ho nessuno, questi soldi arrivano davvero come segnale di conforto in questo momento molto difficile», dice. «Grazie a questa opportunità – aggiungono Valentina Cicirello e Arif Hossain dell’organizzazione Life and life – abbiamo regalato dei sorrisi e riscaldato un po’ il Natale di queste persone sole e in difficoltà».

Dona per gli anziani di Palermo

Per dieci di questi anziani, over 80, partirà anche il progetto “Forza Nonni” che prevede un accompagnamento continuativo per un anno: spesa alimentare, aiuti domestici, servizi sanitari e all’occorrenza anche il supporto psicologico. «Per noi Palermo è una bella sfida e di certo uno stimolo importante. A Palermo più che altrove, infatti, le difficoltà di tante persone sono palpabili come la povertà che si avverte più che in altre città”, dice Angelo Conti, vice presidente operativo delle fondazioni Specchio d’Italia e Specchio dei tempi che con la project manager Marta Versaci sta seguendo i progetti palermitani.

Ma l’impegno di Specchio d’Italia per Palermo non finisce con la “Tredicesima dell’Amicizia” e con il progetto “Forza nonni”. È già in cantiere anche il progetto “Forza mamme” che prevede di seguire da vicino alcune donne sole con figli sia con un aiuto economico concreto sia con percorsi di formazione professionali di avvicinamento al lavoro. E poi “Forza bimbi” per seguire nel percorso di studi con il supporto degli educatori i piccoli che abitano in contesti difficili, ma anche per fornire libri, tablet e materiale di cancelleria. E ancora laboratori sportivi e teatrali. I quartieri dove la fondazione pensa di intervenire sono tanti. Intanto la zona della stazione dove già ieri sono state distribuite le “Tredicesime dell’amicizia”, ma anche il quartiere Brancaccio con il centro “Padre nostro”. E poi il Cep dove ci sono stati degli incontri con l’associazione San Giovanni Apostolo e Danisinni per sostenere il percorso avviato da fra Mauro Billetta della parrocchia di Sant’Agnese.

Spese solidali, un aiuto agli anziani di San Basilio

Marta Versaci

Quartiere San Basilio, periferia nord est di Roma. Oltre 20.000 persone vivono qui: alti palazzi logorati dal tempo e occupati a metà degli anni ’90 da migliaia di famiglie in difficoltà. Gruppi di giovani e meno giovani appostati agli angoli delle strade in attesa che si fermi il prossimo cliente. Le auto delle forze dell’ordine circolano senza tregua, ma nessuna si ferma. È qui che la Fondazione Specchio d’Italia, attenta ai bisogni dei quartieri più difficili d’Italia, ha deciso di operare.

“Ciao Tommaso!” grida il signore con il bastone all’amico che torna a casa. Si conoscono tutti, vivono qui da anni e per questo non si è mai soli. “Durante la pandemia c’è stata una grande mobilitazione. I giovani del quartiere raccoglievano gli esuberi alimentari dei mercati e li distribuivano ai più bisognosi. Priorità a famiglie numerose e a anziani” racconta Davide, attivista del Comitato di quartiere. “San Basilio è tristemente nota per essere una delle principali piazze di spaccio del paese. La voglia di riscatto e cogliere nuove opportunità è tanta”. Qualche via oltre la sede del Comitato, si trova la Parrocchia di San Basilio: “Le condizioni di povertà sono profondamente peggiorate: tanti hanno perso il lavoro, ma sono stati gli anziani ad averne sofferto di più” riporta don Luciano Fricano. Specchio d’Italia ha accolto questo grido d’aiuto e avviato il progetto

“Spese solidali: un aiuto agli anziani soli di San Basilio”, ogni mese da maggio 2021 sono 100 gli anziani soli del quartiere che ricevono una spesa solidale del valore di circa 30 euro. Olio, prodotti per l’igiene personale, passata di pomodoro, mascherine. L’essenziale per arrivare al mese successivo con dignità.

Dona una spesa

Trieste, una spesa per Joseph e gli anziani più soli

Il Piccolo, 22/10/21
Angelo Conti

Joseph ha 72 anni. Un nome scozzese, una vita trascorsa a Roma, un trasferimento a Trieste pieno di speranze, una lunga serie di scelte di lavoro sbagliate. Sino ad una pensione sociale di 650 euro, con la quale è difficile sopravvivere senza l’aiuto e la solidarietà degli altri. Joseph è uno dei dieci anziani assistiti da Specchio d’Italia a Trieste, uno dei circa 200 in Italia. Riceve due capienti borse della spesa ogni mese, due visite al mese (per complessive 4 ore) di una colf, una telefonata a settimana di un volontario con cui scambiare quattro chiacchiere, un servizio di aiuto immediato in caso di emergenze domestiche, la disponibilità di una psicologa specializzata in problemi geriatrici, un contributo economico per il riscaldamento ogni Natale. Il servizio è partito nei giorni scorsi anche a Trieste, grazie alla collaborazione della Comunità San Martino al Campo, ed è prevista una graduale espansione, oltre i dieci anziani iniziali.

Joseph vive nelle case popolari di Largo Niccolini. Un appartamento dignitoso che, nonostante necessiti dell’aiuto di un bastone, riesce a tenere in ordine. Su un tavolo una vecchia pianola (“non è mai troppo tardi per imparare a suonare”) su un’altra alcuni lavori di artigianato su vetro (“ho imparato a dare vita al vetro, è una mia passione, so come trattarlo e trarne oggetti decorati”). Espedienti per battere la noia del tempo che non passa, quando si è costretti a casa: “Purtroppo soffro di una polineuropatia agli arti inferiori che mi impedisce di camminare, posso farlo solo con il bastone”. Ha un amico prezioso: “Sì, lui mi accompagna qualche volta a fare brevi passeggiate, in qualche modo mi fa da gamba, quella che non riesco più ad usare”.

Ieri ha accolto con grande gioia la consegna della spesa: “Preziosa, perché la ricevo qui, sul tavolo della mia cucinetta. I movimenti da fare sono ridotti al minimo”. Non si vergogna nell’affermare che questo aiuto gli è indispensabile: “La pensione non basta, c’è poco da fare. Trieste non è una città economica e non è affatto facile arrivare a fine mese”.

Ha rimpianti per un passato difficile: “Avevo un discreto lavoro a Roma, ma mi sono licenziato da giovane per inseguire un progetto, poi risultato fallimentare. Sono stato anche ingannato, in qualche modo truffato. Ho perso tutto il denaro che avevo. E, a quel punto, non sono più riuscito a risalire la china. La società molto spesso ti impedisce un riscatto, il passato pesa sempre troppo”.

Da Joseph parte anche a Trieste il Progetto Forza Nonni di Specchio d’Italia. “La nostra fondazione – spiega Marta Versaci, progettista sociale – è presente in 10 città italiane con progetti di sostegno agli anziani, ai bambini, ai ragazzi che cercano un inserimento nel lavoro, alle mamme sole. Cerchiamo di trasformare in solidarietà concreta le donazioni di tante persone. Ed a Trieste agiamo in stretta sinergia con Il Piccolo, per il quale gestiamo e distribuiamo anche le tradizionali elargizioni”.

Specchio d’Italia in questi giorni ha lanciato anche il bando “Trieste che riparte” per aiutare le piccole e piccolissime attività in difficoltà nel dopo Covid: “Abbiamo messo a disposizione 100.000 euro per 50 imprese triestine. Si tratta di contributi a fondo perduto, donazioni insomma. Per le domande c’è tempo sino al 2 novembre ed erogheremo gli aiuti nelle due settimane successive.  Gli interessati trovano tutto cliccando qui. Se enti del territorio, aziende o privati volessero darci una mano potremmo aumentare la dotazione del bando e quindi anche il numero dei beneficiati. Tutti comunque possono darci una mano a realizzare gli altri nostri progetti su Trieste, Forza Nonni compreso”. Queste iniziative possono essere sostenute anche attraverso le tradizionali erogazioni del Piccolo, cliccando qui.

Aiuti agli anziani in difficoltà, “Forza Nonni” sbarca a Trieste

Linda Caglioni
Il Piccolo, 04/07/2021

È nato all’inizio della pandemia e, dopo essersi esteso a diverse città italiane, approda adesso anche a Trieste. Si tratta del progetto “Forza Nonni!”, un’iniziativa che offre agli anziani over75 non solo un supporto economico, ma anche amicizia, attenzione e condivisione.

«Proporla a Trieste, in sinergia con una testata di grandi tradizioni come Il Piccolo e con il gruppo editoriale Gedi, è per “Specchio d’Italia” un momento di orgoglio. Sapremo essere vicini anche alla comunità giuliana», spiega Lodovico Passerin d’Entreves, presidente della Fondazione Specchio d’Italia, la realtà benefica del gruppo editoriale Gedi che ha sviluppato, a livello nazionale, le attività della Fondazione Specchio dei tempi, attiva da 65 anni in Piemonte ma anche a livello mondiale con progetti di cooperazione in Asia, Africa ed America latina.

L’obiettivo pratico è tendere una mano in aiuto degli anziani che, per età o per condizioni di salute, si sono ritrovati ai margini della società e magari anche della loro stessa famiglia. In che modo? Attraverso un elemento molto semplice: quello della presenza costante in caso di bisogno. I volontari di “Specchio d’Italia” si offrono infatti di stare accanto alle persone anziane anche solo attraverso una telefonata, mostrandosi pronti a intervenire di fronte a situazioni critiche, che richiedono un aiuto immediato, come l’acquisto di un paio di occhiali, di un tutore o di un medicinale non passato dalla mutua.

La forza di questa iniziativa sta anche in altre due misure che hanno il vantaggio di dare un riscontro immediato: la borsa della spesa che ogni due settimane l’anziano riceve a casa sua e il supporto previsto per quattro ore mensili di una collaboratrice domestica. Per chi abbia voglia di sfogarsi, un altro aspetto prezioso è rappresentato dalla messa a disposizione di una psicologa specializzata nelle tematiche della Terza Età, con cui possono essere concordati consulti telefonici.

Quando le vacanze natalizie si avvicinano, tutti gli anziani coinvolti nel progetto “Forza Nonni!” ricevono poi un assegno da 500 euro, pensato come un contributo alle spese di riscaldamento. Trattasi di servizi gratuiti, destinati agli over 75 residenti nel comune di Trieste che abbiano un Isee inferiore a 12 mila euro. Le richieste possono essere inoltrate (con dichiarazione Isee, copia di un documento di identità e numero telefonico) all’indirizzo info@specchioditalia.org.

Nel capoluogo giuliano, “Specchio d’Italia” gestisce attualmente le elargizioni effettuate dai lettori del Piccolo, sia attraverso il canale tradizionale degli sportelli del gruppo Unicredit sia attraverso il portale online occupandosi anche dell’inoltro dei versamenti agli enti beneficiati.

Nasce un portale online per le Elargizioni de Il Piccolo

Gianpaolo Sarti
Il Piccolo di Trieste, 03/05/2021

Le elargizioni del Piccolo si rinnovano, fedeli a una grande storia iniziata più di cent’anni fa, ed entrano nella grande famiglia della Fondazione “Specchio d’Italia”. Da oggi fare beneficenza attraverso il quotidiano diventa più agevole: il lancio del portale ilpiccolo.specchioditalia.org consente di versare direttamente online. E diventa fiscalmente vantaggioso: gli importi si possono detrarre dalle tasse. Nulla cambia, però, per chi è abituato a recarsi allo sportello: il tradizionale servizio rimane immutato.

Dona online

C’è un’altra novità, come spiega il vicepresidente operativo di “Specchio d’Italia” Angelo Conti, ed è l’avvio a Trieste di veri e propri progetti di beneficenza da affidare a una onlus del territorio. Si comincerà con “Forza nonni”, dedicato agli anziani che hanno bisogno di sostegno, e con “Forza ragazzi”, riservato al dopo scuola degli studenti.

Conti, il Piccolo è anche solidarietà, un ponte tra i lettori e chi ha bisogno di aiuto.

«Sì, esatto. Il Piccolo continuerà a fare da tramite tra i triestini che desiderano aiutare un ente, un ospedale o un’associazione e quell’ente, quell’ospedale, quell’associazione. Il giornale, come è sempre stato, si impegna a trasferire in breve tempo il denaro versato al destinatario finale».

Sono somme importanti.

«Negli ultimi dieci anni 250 realtà hanno beneficiato delle elargizioni al quotidiano. L’anno scorso sono stati donati 180 mila euro, mentre la media dell’ultimo decennio si aggira attorno ai 250 mila».

Cosa cambia adesso?

«Il Piccolo elargizioni entra nel coordinamento di “Specchio d’Italia”, la fondazione solidale del gruppo Gedi per le testate del Gruppo. Si porta avanti così il concetto di “giornale di comunità”, nello spirito dello “Specchio dei tempi” della Stampa di Torino, con una gestione più razionale e strutturata del flusso di denaro. Ma soprattutto mettiamo in campo due novità: la prima è la deducibilità fiscale delle donazioni, la seconda e che nascerà un sistema di donazioni online all’indirizzo ilpiccolo.specchioditalia.org. Si potrà quindi versare attraverso il web utilizzando ad esempio la carta di credito o Paypal».

In quali città, oltre a Torino, siete operativi?

«Siamo operativi a Milano, Roma, Genova e Bari. Ci sono progetti anche a Sassari e a Venezia a fianco delle piccole imprese colpite dall’emergenza Covid. Come “Specchio d’Italia” abbiamo aiutato 760 aziende erogando circa 2 milioni e 500 mila euro».

A Trieste avete l’intenzione di promuovere direttamente alcuni progetti sul territorio?

«Ora stiamo lavorando per individuare un partner locale serio e affidabile con cui collaborare per realizzare “Forza nonni”, a favore delle persone anziane, e “Forza ragazzi”, per il dopo scuola degli studenti. Si comincia entro l’estate proprio con gli anziani della città che aiuteremo offrendo borse della spesa, assistenti familiari e supporto psicologico. Ci sarà inoltre la possibilità di attivare alcuni volontari che seguiranno personalmente le persone più sole e in difficoltà con colloqui telefonici anche quotidiani. Con questo progetto possiamo partire non appena individuiamo il partner».

E “Forza ragazzi”?

«È pensato in particolare per i giovani che vivono situazioni di disagio e marginalità. Il primo esperimento è stato attuato a Torino, sei anni fa, nell’ex villaggio Olimpico occupato da famiglie di migranti. Era una sorta di terra di nessuno. Noi siamo entrati in questo contesto riuscendo ad attuare iniziative e attività per i bambini e i ragazzi. Ma con i giovani lavoriamo anche a Genova, a Fegino, a Roma nei quartieri di San Basilio e Bastogi. Così a Japigia a Bari. Ora dunque si lavora su Trieste: inizialmente saremo noi, come fondazione, a sostenere i progetti. Poi i lettori triestini potranno contribuire personalmente con le loro elargizioni».

La Fondazione “Specchio d’Italia” è presente anche all’estero con iniziative di solidarietà internazionali.

«Esattamente. Siamo presenti in quattro Paesi: in Sri Lanka, dove seguiamo varie scuole; in Somaliland, nel Corno D’Africa, dove abbiamo costruito un ospedale pediatrico; in Ruanda, a Kigali, esiste invece un progetto per i bimbi che vivono nella foresta e non possono andare a scuola. Siamo anche presenti in Myanmar con una onlus specializzata nei servizi ambulatoriali mobili su jeep e barche. Al confine con la Thailandia aiutiamo i profughi in fuga».

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Il sogno di Mirella: due scarpe nuove

Angelo Conti
La Repubblica, 03/05/21

“Il Papa e Specchio d’Italia: i soli che hanno pensato a me, in questi anni di povertà e solitudine”. Mirella ha 80 anni, vive a Roma, a Bastogi “il quartiere dove non vorrei proprio abitare”. È una degli over 80 che Specchio d’Italia ha adottato nella capitale, per offrire a loro una vecchiaia un poco più serena. E Mirella si commuove quando ringrazia per quella borsa della spesa che arriva ogni 15 giorni e per la Tredicesima dell’Amicizia che quest’anno ha conosciuto per la prima volta: “Ci voleva proprio. Ero spaventata da una maxi bolletta della luce, che non sarei riuscita a pagare”. Poi aggiunge: “Aspetto già il prossimo Natale: con la vostra Tredicesima stavolta mi comprerò un paio di scarpe nuove, sono anni che non lo posso fare”.

E ricorda anche l’aiuto del Papa che, ogni anno, fa avere una piccola somma ai più poveri di quella parrocchia di periferia. “Nessun altro, oltre a Specchio d’Italia ed al Papa, pensa a me e vivere con una pensione di 600 euro al mese è proprio difficile”. Quella di Mirella è stata una vita minata fin dal primo minuto: “Mentre nascevo l’ostetrica ha sbagliato qualcosa: mi sono ritrovata con l’omero spezzato in tre punti, praticamente paralizzato, e con danni irreversibili al nervo ottico, danneggiato anche lui durante il parto”. Un’esistenza in salita, comunque affrontata con coraggio, fra un lavoro e l’altro, tutti in nero, senza l’ombra di un contributo. “Ho fatto la fioraia ambulante, la commessa e la donna delle pulizie. Era difficile pulire le scale con il braccio destro paralizzato, ma sono arrivata a farne persino 19 al giorno. Avevo sei figli da crescere…”.

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Di quei sei figli ne sono rimasti cinque. “Ne ho persa una che aveva 40 anni. Mi ha lasciato quattro nipoti. L’ultimo ha voluto farlo nascere rifiutando la chemioterapia ed ha pagato con la morte l’enorme affetto verso un figlio che non ha poi visto crescere”. La famiglia di Mirella è numerosissima con 9 pronipoti e 27 nipoti. “Tanti, ma in realtà sono sola. Ho un figlio che abita a Roma e che mi viene a trovare quando sto male, ma gli altri sono sparsi per l’Italia. Ho ancora un fratello che mi vuole bene, ma lavora e vive in Olanda, troppo lontano”.

A Bastogi, forse il quartiere più difficile di Roma, è arrivata per quello che doveva essere un passaggio di un anno, nel 1994. “Ero in emergenza abitativa. Ho subito fatto domanda per una casa popolare in un quartiere più vivibile, ma sono 26 anni che l’aspetto. A Roma può succedere…”. E racconta di notti di paura, con qualcuno che cercava di forzare la sua porta: “Ho fatto montare un’inferriata ed ora vivo un poco più tranquilla, in giornate sempre uguali”. Senza televisione “perché sono stufa di notizie tristi”, e con il telefonino sempre in mano “perché mi piacciono ancora i giochi, quelli semplici, con le palline, i birilli ed i colori. Un modo per non pensare al mondo là fuori, che non è più il mio”.