La tragedia dell’alluvione nelle Marche non poteva lasciare insensibile Specchio d’Italia, la fondazione del gruppo editoriale Gedi che si è immediatamente attivata per raccogliere donazioni attraverso i suoi giornali e le sue radio. Insieme alla fondazione gemella Specchio dei tempi (che opera prevalentemente nel nord ovest) è stato così possibile raccogliere 273.328 euro. Di questi 208.755 da 977 donazioni di privati e 64.573 euro messi a disposizione, con fondi propri, direttamente dalla due fondazioni interessate.
La scelta è stata quella di intervenire immediatamente a favore di 50 piccole attività commerciali ed agricole, individuate attraverso un bando. Successivamente, ultimate la raccolta, è stato deciso di promuovere un’azione per sostenere i sogni di 20 giovani marchigiani residenti nei comuni alluvionati che hanno ricevuto somme variabili a secondo della necessità ed alla complessità dei loro progetti di studio o di lavoro.
Mercoledì 1 febbraio nella Sala Multimediale del Chiostro di Sant’Agostino a Cantiano (Pesaro), la Fondazione incontrerà i ragazzi vincitori del bando “Realizza il tuo sogno”. Sarà l’occasione per ascoltare i loro progetti e condividere, tutti insieme, le loro speranze.
«Internet è diventata la mia finestra sul mondo». Luigi Baldini, genovese, classe 1924, ex geometra dell’Ansaldo, se ne sta seduto in camera sua, con il tablet sulle ginocchia e gli occhi curiosi che scrutano decine di icone disposte ordinatamente sullo schermo.
È lui il decano d’Italia tra gli iscritti a “Nonni Smart”, il corso online gratuito ideato dalla fondazione Specchio d’Italia e dal Gruppo Gedi, rivolto a tutti gli over 60 per portare loro i vantaggi della rete. Baldini vive solo, assistito da una badante. Ha scelto di iscriversi alle lezioni per «imparare quel che ancora non so» del digitale. Con le dita lunghe scorre le app e mostra fiero tutte le cose che oggi, con un semplice click, riesce a fare: «Quando sono andato in pensione, ormai quarant’anni fa, ho studiato da amministratore di condominio e usavo delle calcolatrici ad hoc. Poi sono arrivati i primi computer – racconta – erano giganti e mi incuriosivano. Ho iniziato ad imparare qualcosa, sempre in maniera autonoma. Così come ho fatto con l’avvento di internet. Il corso Nonni Smart, in cui mi sono imbattuto leggendo Il Secolo XIX, serve a darmi le risposte che ancora cerco, a correggere gli errori, a imparare cose nuove perché questo universo viaggia velocissimo e praticamente ogni giorno saltano fuori novità».
Dalla spesa alle bollette, dai social ai quotidiani, dalle piattaforme di intrattenimento alle ricette: Baldini oggi fa tutto online. Per quella che è anche una forma di orgoglio e riscatto personale: «La malattia non mi permette di uscire più come un tempo e internet invece mi consente di continuare a essere partecipe». La sua casa è piena di coppe e trofei, vinti alle gare di sci o di camminata. Ci sono foto, souvenir provenienti da diverse parti del mondo, vecchie videocassette di film visti o addirittura montati dall’ex geometra con una vecchia cinepresa.
Questo signore di 98 anni, che ne compirà 99 il prossimo marzo, è stato sempre attivo e non si è voluto tirare indietro nemmeno davanti all’avventura digitale. «Con il tablet pago le bollette, la badante. Faccio la spesa online, dai supermercati ai siti specializzati nella vendita di prodotti freschi. Leggo le notizie. Qui – racconta puntando il dito sicuro sull’ormai celebre icona rossa e nera – ci guardo Netflix».
Baldini ha scaricato anche vari social network, persino Tiktok, il più “giovane” del lotto, «più per curiosità – ammette – che per un utilizzo vero e proprio». E poi il meteo, anche per tenersi aggiornato, da grande appassionato, su com’è la situazione in montagna: «Ho scalato anche il monte Bianco e tante altre cime», racconta fiero.
Sul suo tablet non mancano le ricette, specialmente quelle per i cocktail: «Ogni sera faccio un piccolo aperitivo. Amo il Negroni, ma non faccio l’originale: nel mio c’è poco gin». Certo, mancano ancora alcuni tasselli per considerarsi al pari dei nativi digitali, ma il corso lo aiuterà a colmare le piccole lacune e, magari, anche quella più grande: la solitudine. «Le e-mail le scrivo soltanto al dottore: i miei amici non ci sono più. E anche mia moglie Luciana, il mio grande amore – ricorda – è morta tre anni fa, dopo 46 anni di matrimonio. Internet – ripete – è una finestra ancora aperta sulla vita».
“Ce l’ho fatta!”. E’ la frase che Valeria Marchiandi, 42 anni, docente di informatica piemontese, ama di più sentire. Una frase che, da qualche giorno, sta diventando una piacevole cantilena. E’ infatti lei a guidare, attraverso 20 videolezioni registrare, l’apprendimento di oltre 3000 anziani che hanno già aderito al progetto “Nonni Smart”, che Specchio d’Italia ed il Gruppo Editoriale Gedi hanno lanciato lunedì 24 ottobre. L’iscrizione, completamente gratuita, consente di accedere a venti videolezioni, di facile ed immediata presa, che guidano passo passo l’anziano nell’approccio all’informatica. Privilegiando l’uso dello smartphone, ma scoprendo anche le risorse del personal computer”.
Il corso prevede passaggi estremamente semplici: “Cominciamo ad insegnare – spiega Valeria – come usare la tastiera del telefonico e anche quella del computer e da lì, passo dopo passo, ci avviciniamo alle pagine web, alle notizie, alle fotografie, ai video, alla gestione di una caselle di posta elettronica, alla procedura per lo Spid o per la Pec”.
Il corso è pensato per gli over 60, ma in realtà l’età media è più alta: “Siamo sopra i 70 anni, in grande prevalenza donne, con adesioni da tutte le regioni ed anche dall’estero. In Italia registriamo punte di interesse nel nord-ovest, fra Piemonte, Liguria e Lombardia, nel nord-est, soprattutto Friuli e Veneto, e in Sicilia. In grande maggioranza hanno scoperto questo corso attraverso il passa parola, circa un terzo l’hanno letto sui giornali, un quarto circa l’ha sentito alla radio. Chi è un po’ più smaliziato ha compilato la scheda di iscrizione su www.nonnismart.org ma in tanti hanno preferito la voce di un operatore chiamando il numero telefonico 02 82180808”.
A spingere gli anziani verso il corso c’è soprattutto “il desiderio di essere autonomi, di comprendere meglio gli argomenti di cui parlano i nipoti, di scattare e inviare una fotografia od un video agli amici”. L’argomento che trova maggior curiosità sono i tentativi di truffa: “gli anziani le temono e fanno mille domande sul come individuarle”. Il grande salto è la gestione del conto corrente: “per molti un tabù, sino a quando non vengono accompagnati a scoprire quanto sia semplice consultare l’estratto conto della banca”. Ma la maggior soddisfazione viene dai viaggi: “il primo biglietto comprato sul sito di Trenitalia non si scorda mai…”
Passo importante è la scoperta del giornale online: “Molti sono profondamente affezionati alla carta, ma apprezzano molto la possibilità di vedere video ed anche quella di fare ricerche all’interno del giornale, che diventano rapidissime, senza dover sfogliare e risfogliare le pagine”.
Qualcuno, comunque, trova anche serie difficoltà: “registriamo anche appelli disperati, il più classico è “ho toccato qualcosa e non so più come uscirne”… niente paura: il corso ha tutti gli strumenti per dare una mano immediata e concreta”.
Nonni Smart è nato ieri, ma avrà un lungo futuro: “Non è un corso spot, fine a se stesso. E’ uno strumento che aggiorneremo continuamente per insegnare agi anziani a far fronte a tutte le loro future necessità. Ad esempio nel settore della Sanità dove alcune regioni stanno introducendo il fascicolo sanitario online ed altre lo faranno nei prossimi mesi. Aiuteremo i più fragile ad avere più cura di se stessi ed a monitorare meglio anche la propria salute”.
Il digitale è entrato nella vita di tutti, rendendo più facile informarsi, sbrigare le piccole e grandi incombenze quotidiane e partecipare attivamente a tutto quello che ci circonda. Per portare i vantaggi della rete anche agli anziani, la Fondazione Specchio d’Italia, in collaborazione con il Gruppo Editoriale GEDI, offre a tutti gli over 60 l’opportunità di conoscere questo mondo attraverso un corso gratuito, semplice e immediato.
Da oggi è possibile iscriversi a “Nonni Smart” chiamando un call center tradizionale (02-82180808,), attraverso WhatsApp (339 4666225) ed anche sul sito www.nonnismart.org.
Lodovico Passerin d’Entrèves, Presidente di Specchio d’Italia, ha dichiarato: “Ci sono tante povertà. Quella digitale può essere un ostacolo in tanti passaggi della nostra vita. Chi resta indietro rischia di rinunciare a vivere meglio. Nonni Smart nasce per dare anche ai più anziani un’opportunità gratuita, semplice ed immediata a chi non ha altre possibilità per superare questi problemi”.
“Nonni Smart” aiuta chi vive nella Terza Età a rispondere meglio alle necessità della vita quotidiana: “come posso ottenere lo SPID?”, “come posso acquistare un biglietto del treno?”, “come posso chiedere un chiarimento sulla mia pensione?”, “come posso abbonarmi ad un giornale?”, “come posso fare una donazione solidale?”, “come posso riconoscere una truffa online?”, “come posso ricevere le foto dei miei nipotini sul telefonino?”, “come posso collegarmi in video con mio fratello che vive lontano?”.
A queste e a tante altre richieste può dare una risposta la conoscenza degli elementi base del mondo digitale che vengono proposti attraverso 20 video, facilmente raggiungibili online dopo l’iscrizione, completamente gratuita. Il corso è flessibile e può essere iniziato in qualsiasi momento e prevede un’assistenza continua davanti a dubbi e difficoltà. Verrà inoltre costantemente aggiornato di fronte ad ogni futura esigenza di conoscenza digitale. Specchio d’Italia, già attivo l’anno scorso con il progetto “Digitali e Uguali” che ha permesso di donare migliaia di computer a centinaia di scuole, si rivolge ora ai più anziani perché il superamento del “digital divide”, cioè del divario digitale che impedisce l’accesso a sempre più funzioni base della nostra esistenza, è un passaggio necessario per la crescita dell’intera società e per un più facile approccio alla vita di ogni giorno.
Sono stati consegnati all’istituto Comprensivo Montagnola-Gramsci del quartiere dell’Isolotto i dieci computer destinati agli studenti, alle scuole e alle famiglie che ne hanno bisogno per colmare “la distanza digitale” aumentata in pandemia.
I pc donati si aggiungono agli altri già consegnati in tutta Italia grazie al progetto “Digitali e uguali”, l’iniziativa voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus.
Federico Marchetti Presidente di YOOX NET-A-PORTER GROUP
Emozionato. Ecco come mi sento oggi dopo aver consegnato personalmente i computer della mia iniziativa #DigitaliEUguali alle bambine e ai bambini di questa scuola, che vivono molto spesso in contesti difficili e svantaggiati e che pur essendo a Milano, la cosiddetta “locomotiva” d’Italia, avevano a disposizione solo pochi PC da dividere con tutti i compagni.
Sono rimasto davvero colpito quando l’anno scorso ho letto le statistiche secondo cui oltre un quarto delle famiglie in Italia non ha un laptop per i propri figli/e da dedicare allo studio, con o senza DAD. Sapevo che dovevo fare qualcosa per aiutarli/e perché questa situazione mette tutti/e in una situazione di grave svantaggio, durante ma anche dopo la pandemia. Oggi sono felice che tanti altri si siano uniti a me in questa iniziativa, dal team Yoox, a Maurizio Molinari, a Massimo Giannini e al Gruppo GEDI, a Specchio d’Italia e Fondazione Golinelli e alle migliaia di privati che hanno contribuito con le proprie donazioni a rendere concreto questo progetto speciale oltre alle aziende amiche come Armani, Moncler, Prada e tante altre.
Che grande emozione oggi, mi sono sentito felice di aver potuto aiutare, riconoscente a tutti coloro che ci hanno supportato e fiducioso per il futuro di queste bambine e bambini. Grazie a tutti!
La ricreazione alle medie Coletti s’è conclusa da poco. La classe 1ª B ha un’ora di educazione motoria, in programma lezioni teoriche. I banchi sono quelli dell’ex commissario Arcuri, più piccoli per garantire il distanziamento. La spiegazione è appena cominciata, quando entrano la preside Ada Vendrame e la sua vice Stefania Canel. Con loro Fabrizio Brancoli, direttore della Tribuna (e degli altri quotidiani veneti del Gruppo Gedi), e il nostro fotografo Enrico Colussi. Gli occhi dei bambini, incuriositi, si posano subito sul motivo della visita: la consegna di 10 notebook (Chromebook), donazione legata al progetto “Digitali e Uguali”, promosso da Yoox e Gruppo Gedi, in collaborazione con Fondazione Specchio d’Italia e Fondazione Golinelli.
Tutto è nato da un’idea di un gruppo di studenti dell’università di Bologna, obiettivo: colmare il gap digitale messo a nudo dalla didattica a distanza imposta dalla pandemia. La consegna al Comprensivo Coletti è la prima effettuata in Veneto. «Vogliamo stare vicini alle scuole. Che sia solo il primo passo», commenta Fabrizio Brancoli, direttore dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi. La donazione ha interessato un Istituto Comprensivo di quasi mille bambini. Un simbolo d’integrazione: il 31% della popolazione scolastica è straniero; bambini, spesso di seconda generazione, con radici che affondano in Nord Africa, Asia o nell’Est Europa.
Quanto al futuro utilizzo dei computer, messi a disposizione grazie al progetto Yoox-Gedi, la preside Vendrame culla un’idea: punta a coinvolgere alcuni scolari dell’attuale quinta elementare, più bisognosi e meritevoli per il profitto scolastico. Studenti che da settembre seguiranno il nuovo percorso scientifico-sportivo voluto dalle medie Coletti: tre ore extra-curriculari, con approfondimenti legati alla Matematica, Scienze e Arte. Tanto che, in collaborazione con il Comune, saranno create due aule speciali per l’Informatica.
I Chromebook donati come opportunità per sviluppare attività laboratoriali. I bambini intanto ascoltano, si divertono con i saluti per foto e video. Un’alunna più spigliata racconta del progetto sulla legalità portato avanti dalla classe con alcune avvocatesse: «Ci hanno spiegato che senza regole non si riuscirebbe a vivere in comunità. E ci hanno fatto disegnare un aereo, per farci un’idea di cosa voglia dire viaggiare in un mondo senza regole».
Poi la visita si sposta in 3ª B: in corso una lezione d’inglese, i bambini stanno seguendo il film “Brooklyn” in lingua originale. Era un laboratorio per l’educazione musicale, la pandemia l’ha convertito in un’aula canonica per la didattica.
«Per noi è importante essere a fianco degli studenti e di chi lavora nella formazione», sottolinea il direttore Brancoli. La docente Canel anticipa agli alunni «un’analisi del testo» sull’articolo che state leggendo. Gli scolari salutano con un bel “bye bye”.
La dirigente: «Siamo contenti della donazione, orgogliosi di essere la prima scuola in Veneto a riceverli. Cercheremo di premiare alunni bravi, che s’impegnano». Ada Vendrame, da due anni dirigente del Comprensivo Coletti di Treviso, plaude all’iniziativa targata Yoox-Gedi. Obiettivo della scuola è legare a doppio filo la donazione a un altro progetto, per il quale il Comprensivo ha chiesto finanziamenti ministeriali: l’introduzione, da settembre, di un percorso scientifico-sportivo per le medie. «Un percorso che imporrà attività laboratoriali e approfondimenti di Informatica. I nuovi notebook cadono a fagiolo», osserva la preside.
L’idea è di consegnare i pc, nel prossimo anno scolastico, a scolari dell’attuale quinta elementare: «Valuteremo il profitto e le reali necessità, in base ai criteri fissati a inizio anno scolastico per le consegne dei pc in comodato d’uso. Il percorso scientifico-sportivo prevede tre ore extracurriculari alla settimana: spazio alle “Steam”, quindi Matematica, Scienze, Tecnologia e Arte. Per l’occasione, con il supporto del Comune, saranno create due aule speciali per l’Informatica, nei plessi Coletti e Bianchetti. Ma si potrà scegliere pure fra sei discipline sportive». La scuola è un modello di integrazione, la visitò nel 2014 l’allora premier Matteo Renzi. «Il Comprensivo conta 990 bambini: il 31% sono stranieri, la media veneta è del 14% e quella nazionale del 10%. Noi esempio di inclusione».
La delegazione degli studenti si riunisce nel giardino della scuola, che anche per l’estate si prepara a ospitare le attività di chi sceglie o è costretto a restare in città. Un coro sulle note di Imagine dei Beatles, una giovanissima ballerina, un’artista impegnata con tela e pennelli: i ragazzi della media Verga scelgono la creatività per omaggiare l’arrivo dei nuovi computer, a nome dei loro compagni che in questi giorni hanno deciso di restare a casa in didattica a distanza.
La prima consegna pugliese dei pc donati dall’iniziativa “Digitali e Uguali” arriva puntuale nel cuore del quartiere Japigia, nel plesso che ospita la scuola media dell’istituto comprensivo Japigia 1 Verga. Dieci computer destinati alle famiglie in difficoltà, necessari ad affrontare la fine dell’anno scolastico in serenità. «In questo momento abbiamo 197 studenti in presenza e 157 a distanza, che seguono la didattica digitale integrata», racconta la preside Patrizia Rossini, che nell’ultimo anno di pandemia ha distribuito tantissimi strumenti tecnologici alle famiglie che ne avevano bisogno e continua ad avere all’attivo un lungo elenco di necessità.
Un nuovo contributo alla didattica innovativa è arrivato ora da “Digitali e uguali”, l’iniziativa volta a raccogliere fondi per regalare agli studenti italiani i computer di cui hanno bisogno, voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale (di cui fa parte il quotidiano la Repubblica), in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus. “Digitali e Uguali” dallo scorso 19 marzo ha fatto appello alle aziende e ai singoli cittadini per contribuire ad abbattere le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi – spiegano i promotori della campagna – per colmare il divario digitale che vede l’Italia posizionata al 25esimo posto su 26 Paesi membri dell’Unione europea per competitività e sviluppo tecnologico.
Solo nei primi dieci giorni si sono candidate a ricevere i pc oltre 1400 scuole in tutta Italia, tra cui l’istituto comprensivo barese Japigia 1 Verga, che con 1200 alunni e tre plessi accoglie studenti anche da altri quartieri di Bari e ha trasferito online didattica e laboratori, dalla robotica al teatro. Ad oggi sono stati raccolti 350mila euro, subito a disposizione degli studenti con maggiori necessità. Secondo ricerche Istat, infatti, un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa: i dati nel Sud sono più allarmanti (40 per cento delle famiglie senza pc) e mettono in luce il digital divide che si vive all’interno delle case anche pugliesi.
Oltre 850mila studenti italiani non hanno un device per seguire le lezioni a distanza, centinaia i casi di alunni segnalati a “Digitali e Uguali” da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna. «Nell’ultimo anno abbiamo rimodulato continuamente le nostre attività, dovendo alternare o rendere complementari didattica in presenza e a distanza – ha spiegato la preside Rossini – Ci siamo reinventati, ma tante volte mancano gli strumenti all’altezza di gestire queste sfide».
Tutte le classi sono state dotate di computer di ultima generazione, collegati alle lavagne Lim e che nei prossimi giorni dovranno supportare i test Invalsi. Ecco perché i dieci nuovi pc donati da “Digitali e Uguali” vogliono essere un modo per «prendere per mano il mondo della scuola – per usare le parole del caporedattore di Repubblica Bari, Domenico Castellaneta, che ha incontrato gli studenti – come hanno fatto in questi mesi insegnanti, studenti e le stesse famiglie, creando un patrimonio didattico che non è certamente la normalità, ma sarà un contributo importante nei prossimi anni».
«Nessuna vergogna a riceverli i computer, da questa pandemia ne usciremo solo dandoci una mano». Filippo ha 15 anni, frequenta un liceo classico a Bergamo e ha avuto uno dei computer acquistati grazie al progetto, a suo modo visionario, di “Digitali e Uguali”. E quando dice: «Un computer tutto mio mi ha reso indipendente. Finalmente sono riuscito a seguire le lezioni, anche se non vedo l’ora che l’isolamento finisca», fa una perfetta traduzione pratica dell’idea che ha messo in moto questa raccolta fondi: dare a tutti e tutte gli strumenti per essere eguali nella conoscenza.
Ma, a un mese dal suo avvio, il progetto si rivela tutt’altro che visionario: si sta traducendo in una risposta sorprendente. I numeri parlano da soli. Sono arrivate a oggi 2162 donazioni (tutte regolarmente registrate sul sito digitalieuguali.it), gli euro raccolti sono 348.320. Questo vuol dire che già ora, nelle prossime settimane, verranno consegnati 1154 computer tra le scuole elementari e medie che ne hanno fatto richiesta, e via via i laptop verranno poi distribuiti in base ai diversi gradi scolastici. Sono una grandissima parte degli oltre duemila computer chiesti finora da 216 scuole. E distribuiti con un lavoro di confronto con presidi e docenti: una commissione ha vagliato le loro domande, le motivazioni alla base delle difficoltà che hanno segnalato, e così costruito una sorta di graduatoria nelle scelte e nelle assegnazioni. Ma, per quanto clamoroso, è solo l’inizio.
La campagna “Digitali e Uguali” – promossa dal gruppo editoriale Gedi (di cui fa parte Repubblica) e da Yoox, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia Onlus – è un appello alle aziende e ai cittadini per «contribuire ad abbattere finalmente le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi e per portare il Paese in una posizione di forza in Europa nel grado di digitalizzazione», scrivono i promotori ricordando che il “digital divide” in Italia fa precipitare il nostro Paese al venticinquesimo posto su ventisei membri della Ue per competitività e sviluppo tecnologico.
C’è stato un momento iniziale di questa campagna che ha mostrato quanto una proposta di eguaglianza, come questa, possa colpire ragazze e ragazzi: Repubblica@Scuola ha chiesto agli studenti di inventare gli slogan (anche per i social) con i quali è stato lanciato “Digitali e Uguali”. In poche settimane ne sono arrivati oltre 700, uno dice: «Impediresti mai a uno studente di non entrare a scuola perché non può comprare i libri?». E il preside di uno degli istituti che hanno già ricevuto i computer racconta: «Ho fatto il giro di quelli che ne avevano più bisogno durante il primo lockdown, perché da noi la situazione era drammatica, la mia scuola è frequentata soprattutto da studenti dalla Val Seriana, hanno vissuto la morte di nonni e parenti: non potevo perderne nemmeno uno, era inaccettabile perderli solo perché non avevano uno strumento per collegarsi a distanza». Eccolo, riassunto da uno studente e da un preside, il “digital divide”.
La richiesta viene ora rilanciata con ancora maggior convinzione: tutti coloro che sentono di condividere la responsabilità verso il futuro delle prossime generazioni potranno offrire il loro sostegno. Non è certo “la soluzione”, ma una spinta forte perché si arrivi alla soluzione di uno dei grandi problemi italiani troppo spesso ignorati. Si chiama, appunto, “digital divide” e si può leggere come arretratezza di un Paese, mancanza di opportunità soprattutto per i più giovani che la vivono come imbarazzo e senso di esclusione. «La cosa più bella – ha notato il direttore di Repubblica Maurizio Molinari – sono le piccole donazioni, tante persone che stanno contribuendo con poco ma hanno capito il nostro messaggio».
Insieme a loro le forti donazioni di grandi gruppi come Armani, Habacus, Fondazione Giuliano e Maria Carmen Magnoni, hotel Cristallo, Richemont, Moncler, o privati come Marino Golinelli (che è anche uno dei promotori della campagna). Per tutti i donatori la risposta più bella è contenuta nella motivazione arrivata da una delle scuole richiedenti, che sono anche degli impressionanti messaggi d’allarme da tutta Italia. La docente conclude: «Semplicemente, grazie».
Un computer per ogni bambino, per colmare il divario digitale che vede l’Italia posizionata al 25esimo posto su 26 Paesi membri dell’Unione Europea per competitività e sviluppo tecnologico. I primi dieci con destinazione Bari arriveranno questa mattina all’istituto comprensivo Japigia 1 Verga, che con tre plessi e 1200 alunni nell’ultimo anno ha dovuto reinventarsi e sperimentare nuove metodologie didattiche, in presenza e a distanza, grazie anche ai supporti tecnologici. I pc saranno donati alla scuola da ‘Digitali e uguali’, l’iniziativa volta a raccogliere fondi per regalare agli studenti italiani i computer di cui hanno bisogno, voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus. Non solo lezioni a distanza o didattica digitale integrata.
L’istituto comprensivo di Japigia nell’anno di pandemia da Covid 19 ha trasferito on line tutte le attività fiore all’occhiello della scuola, dai corsi di teatro e fotografia, ai laboratori di robotica che hanno reso possibile l’accesso alle prossime gare nazionali. «Ci siamo resi conto, purtroppo, che non in tutte le famiglie e in tutte le case era presente un computer — racconta la preside, Patrizia Rossini — O comunque c’erano più studenti che avevano bisogno di un laptop o notebook, magari con i genitori in smart working». Le esigenze delle famiglie si sono moltiplicate, dunque, insieme a quelle delle scuole.
«E’ stato necessario reinventarsi per essere efficienti e fare fronte alle nuove necessità, con le lezioni al pc alternate o contemporanee a quelle in presenza — spiega ancora la preside Rossini — Ecco perché abbiamo subito colto la possibilità offerta da ‘Digitali e uguali’ per distribuire alle famiglie che più ne hanno bisogno, uno strumento indispensabile».
‘Digitali e Uguali’ ha fatto appello alle aziende e ai singoli cittadini per contribuire ad abbattere le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi e per portare il Paese in una posizione di forza in Europa nel grado di digitalizzazione, spiegano i promotori dell’iniziativa. Cliccando qui, chiunque può offrire il suo sostegno. Le donazioni raccolte servono all’acquisto di pc da distribuire agli studenti tramite le scuole statali e paritarie del territorio nazionale che fanno richiesta sul sito. Secondo le ultime ricerche Istat, un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet: i dati nel Mezzogiorno sono più allarmanti (40 per cento delle famiglie prive di un pc) e mettono chiaramente in luce il digital divide che si vive all’interno delle case anche pugliesi.
Oltre 850mila studenti italiani non hanno un device per seguire le lezioni a distanza, centinaia i casi di alunni segnalati a ‘Digitali e uguali’ da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna: per colmare questo gap la campagna ha già raccolto grazie alle donazioni 345mila euro.
«Proibiresti mai ad un ragazzo di entrare in classe perché non può permettersi di comprare i libri?», si chiede Nicklevi, nickname di uno dei ragazzi che hanno partecipato alla sfida per creare gli slogan migliori per l’iniziativa. Per rispondere a una delle grandi emergenze sociali ed educative esasperate dalla pandemia, debutta “Digitali e Uguali”: obiettivo è raccogliere fondi per regalare un computer agli studenti che ne hanno bisogno, per contribuire a superare il ritardo nella digitalizzazione del nostro Paese.
Il progetto è promosso dal gruppo editoriale Gedi e da Yoox, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia Onlus. Nei giorni scorsi è arrivata anche una lettera di apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «È un’iniziativa di alto senso civico – ha scritto il Capo dello Stato a Maurizio Molinari, direttore editoriale di Gedi – e, ne sono certo, di grande efficacia, particolarmente in un momento come questo, segnato dalla pandemia, in cui la mancanza della tecnologia e della possibilità di comunicare a distanza rischia di accentuare o provocare emarginazioni».
La piattaformawww.digitalieuguali.it è già attiva: attraverso il sito è possibile contribuire con donazioni per l’acquisto di pc che poi saranno distribuiti agli studenti delle scuole statali e paritarie. Ed è anche possibile, per gli istituti scolastici, segnalare da domani al 30 aprile prossimo i casi di necessità e diventare così beneficiari dei computer. Una commissione valuterà quali domande accettare e procederà con l’assegnazione dei pc il 14 maggio.
Come rileva l’Istat, un terzo delle famiglie italiane non ha un computer o un tablet in casa: 850 mila studenti, per questo motivo, non possono seguire le lezioni a distanza in questi mesi di pandemia e finiscono per accumulare un gap formativo molto complicato da colmare. «Questo non è più sostenibile per il nostro Paese – dice Federico Marchetti, Fondatore e Presidente di Yoox Net-a-porter group –. Dotare ogni bambina e bambino di uno strumento tecnologico può diventare la chiave di successo per il loro futuro e per il futuro dell’Italia. Insieme a Gedi, alla Fondazione Golinelli e alla Fondazione Specchio d’Italia Onlus condividiamo lo stesso obiettivo di contribuire a colmare il gap digitale e di non lasciare nessuno indietro».
«Digitali e Uguali – aggiunge Maurizio Scanavino, amministratore delegato di Gedi – nasce dalla generosità di Federico e degli altri partner, ma si rivolge a tutti: attraverso le nostre testate e grazie alla Fondazione Specchio d’Italia coinvolgeremo gli italiani in una gara di solidarietà speciale, dove tutti potremo vincere. Perché aiutare ogni studente a mettere a frutto il suo talento non solo contribuisce a rendere l’Italia più moderna e innovativa, ma consente ai bambini di oggi di essere domani cittadini migliori, più attivi e partecipi della vita civile e sociale del Paese».
“Digitali e Uguali” sta raccogliendo l’adesione di personalità provenienti da diversi settori, tutte coinvolte in un video che promuove il progetto: oltre a Maurizio Molinari, direttore editoriale di Gedi e direttore di Repubblica, e Massimo Giannini, direttore de La Stampa e direttore editoriale di Gnn, ci sono Linus, Albertino, Fabio Volo, Marco Damilano, Luciana Littizzetto, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Selvaggia Lucarelli, Daria Bignardi, Eugenio Cesaro, Massimo Recalcati, Maurizio De Giovanni, Corrado Augias, Gabriele Corsi, Elisa Di Francisca, Federico Marchetti, Carla Signoris e Cesare Cremonini.
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