Un villaggio in Ucraina per aiutare chi non vuole partire

Angelo Conti

Specchio d’Italia, la fondazione vicina alle testate del Gruppo GEDI, è attiva dal 27 marzo a sostegno del popolo ucraino: circa 5.100 donazioni per 1.120.000 euro che sono stati sinora tradotti in una fitta spola di pullman, pullmini, furgoni e autotreni dall’Italia ai confini di Polonia e Romania. Tutto questo ha consentito di muovere quasi 100 tonnellate di aiuti offrendo a 600 persone (circa 400 i bambini) l’opportunità di venire in Italia.

Questa attività non si è fermata e non si fermerà, ma è destinata a registrare numeri in discesa. Perché dopo la prima ondata (composta da ucraini che sapevano già dove andare, cioè a casa di parenti e conoscenti che vivono in Italia) e la seconda (quelli che sono partiti con il terrore delle bombe che stavano cadendo sulle città) si assiste ora ad un cambiamento di rotta.

Melissa e Oksana, due volontarie partite da Milano

Perché costruiamo un villaggio in Ucraina

Sono sempre più gli ucraini che non vogliono partire: “Preferiamo stare qui, sui confini, ad aspettare che la guerra finisca. Poi dovremo ricostruire, ma questo non ci spaventa. Avvertiamo la solidarietà del mondo. Magari impiegheremo mesi a ritornare nelle nostre case, purtroppo tante sono danneggiate, ma alla fine torneremo ad una vita normale”.

Specchio d’Italia ha subito recepito queste nuove istanze ed ha risposto aumentando gli aiuti ai campi profughi in Polonia ed in Romania (in Ungheria c’è una valida assistenza dello Stato ed in Moldova il flusso di profughi è molto ridotto, stante anche qualche frizione di vecchia data con quel popolo). Ma da qualche giorno abbiamo anche accettato un’altra sfida: costruire un villaggio profughi a Cernivci, in Ucraina, a circa 30 chilometri dal confine con la Romania, in un’area baricentrica fra Odessa e Leopoli ed inoltre raggiungibile (bombe permettendo) anche da Kiev con circa 7 ore di viaggio. Un villaggio in Ucraina, dunque, per ospitare gli ucraini che non vogliono lasciare il loro Paese.

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1500 mq di tensostrutture

Non è un progetto facile, ma siamo già partiti con il supporto logistico di Remar Spagna, una ONLUS affidabile e ben conosciuta dallo staff di Specchio: il montaggio della maxi tensostruttura è in corso e la municipalità locale, con la quale è stato sottoscritto un memorandum, ci ha messo a disposizione una scuola dotata anche anche di rifugio antiaereo.

Entro una settimana avremo circa 1.500 metri coperti da tensostrutture con area accoglienza, ambulatori e cucine. Ci stiamo lavorando, giorno e notte.

Questo è Specchio d’Italia e, se vuoi, puoi darci una mano.

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Un anno di progetti a Bari: cosa abbiamo fatto

Gennaro Totorizzo, La Repubblica 7/1/22 

Un anno di Specchio d’Italia a Ba­ri. Intenso. Ma soprattutto profi­cuo: una macchina della solida­rietà sempre in moto.

La realtà nata durante la pandemia dall’e­sperienza della fondazione La Stampa – Specchio dei tempi promossa dal gruppo Gedi, edito­re anche di Repubblica, non si è mai fermata: ha teso la mano ad anziani, bambini, piccoli imprenditori in difficoltà. L’arrivo nel capoluogo pugliese, come racconta il vicepresidente operativo Angelo Conti, doveva rappresentare un test per esportare i progetti della fondazione anche nei territori del nostro Mezzogiorno. Una prova vinta.

«A Bari abbiamo cominciato nell’inverno fra il 2020 e il 2021 perché volevamo iniziare a lavorare anche al Sud: siamo una fondazione con radici piemontesi, eravamo orientati al Nord. Così la prima città che abbiamo evidenziato è stata Bari perché secondo noi aveva tutte le caratteristiche necessarie per rappresentare un buon test: una città molto vivace che poteva dirci se i progetti che abbiamo sviluppato sarebbero stati utili anche per il Mezzogiorno».

E allora siete scesi.

«Volevamo cercare partner sul territorio. Il nostro primo obiettivo era trovare qualcuno che potesse far da tramite con gli anziani: la prima idea era di realizzare subito le “Tredicesime dell’Amicizia”, una iniziativa tipicamente natalizia, e abbiamo contattato gli amici della parrocchia San Sabino per avviarle. E poi anche le suore vincenziane nella città vecchia».

Qual è stata la storia che più vi ha colpito in questo anno nel capoluogo pugliese?

«Proprio l’incontro con suor Maria Rosaria, che un pomeriggio ci ha parlato della povertà a Bari e ci ha fatto incontrare due anziane che vivevano completamente ai margini: non avevano neanche più il desiderio di uscire da casa. Ci ha fatto capire l’importanza di portar fuori gli anziani e di dar loro nuova vita».

Con le vostre attività ne avete fatti felici tanti, al di là degli importanti contributi economici.

«Oltre alla povertà, una parte degli anziani soffre la solitudine. Così abbiamo voluto offrire momenti di condivisione. Nella struttura sul tetto del centro commerciale Mongolfiera a Japigia vengono promosse attività assistenziali e d’intrattenimento: burraco, laboratori di cucina, cucito, assistenza per chi ha problemi burocratici. E ospitiamo anche le iniziative dell’Università della terza età. Con le “Tredicesime dell’Amicizia” fra questo Natale e lo scorso abbiamo aiutato complessivamente un’ottantina di anziani e con il progetto “Forza nonni” ne sosteniamo continuativamente, per tutto l’anno, una decina. Il nostro obiettivo per il 2022 è aumentare il numero di destinatari».

E per i più piccoli?

«Le attività in corso sono tre. Una con l’associazione Eden, che segue una decina di bambini con problemi di apprendimento con il doposcuola a Japigia, mentre “Tou.play” organizza sempre un altro doposcuola, al quartiere Libertà, con i bambini di scuola primaria e media: in estate ne abbiamo avuti 150 all’esterno, ma ora non possiamo andare oltre i 50 per le misure di sicurezza anti-Covid. Vorremmo ospitare anche gli alunni della scuola dell’infanzia, ci stiamo lavorando. E vorremmo inoltre far partecipare più bambini: stiamo cercando di capire come ottenere spazi più ampi nei quali lavorare. E infine c’è Discovery Italia, un gioco – realizzato con “Tou.Play” – che sarà pronto a gennaio e in distribuzione in scuole e centri al massimo all’inizio della primavera per far conoscere l’Italia ai più piccoli».

Non sono mancati sostegni alle aziende.

«Abbiamo aiutato piccole e piccolissime imprese, come bar, merciai, titolari di piccoli bed & breakfast, che sono stati colpiti dalla pandemia. La collaborazione con una decina di piccole aziende locali ci ha consentito di avere circa 10mila euro in più rispetto al nostro pacchetto di 100mila euro e abbiamo potuto aiutare così 55 attività».

A quali altre iniziative state pensando per il nuovo anno?

«Per le attività a Bari ora sono a disposizione 120mila euro, ma aumenteranno e arriveremo sicuramente attorno ai 150 mila euro alla fine dell’anno. Noi replichiamo sempre quello che sappiamo fare e allora stiamo studiando come poter portare qui il progetto “Forza mamme”, che aiuta donne sole con bambini minori: ci impegniamo a dare aiuti concreti e formazione nell’ottica di un ritorno al lavoro».

Una speranza per il 2022?

«Ci piacerebbe trovare qualche azienda, qualche banca e qualche imprenditore che voglia condividere con noi questo spirito solidale, consentendoci di incrementare in questo mondo i fondi a disposizione».

Specchio 2021, il valore di una comunità

Angelo Conti

L’ultimo giorno dell’anno, ormai da un decennio, prendo il portatile e scrivo qualche riga per raccontare come sono stati i dodici mesi appena trascorsi di Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. Non ho mai voluto sottolineare cifre, perché quelle le vedrò nel primo consiglio di amministrazione di gennaio e so già che, anche quest’anno, saranno tutte cifre belle, sane, positive.

Di solito, al momento di salutare l’anno che se ne andava, ho raccontato di sottoscrizioni, di passioni e di sentimenti. Quest’anno vorrei offrirvi una riflessione sul come questa fondazione, un po’ strana perché nata e coccolata in seno alla più antica rubrica di lettere di un quotidiano italiano, sia soprattutto una straordinaria comunità. Una comunità che si stringe intorno ad una città, Torino, ad un giornale, La Stampa, ad un modo di vivere e pensare che appartengono a gente cresciuta ai piedi di montagne forti, che l’hanno quasi protetta dalla volubilità di un mondo schizofrenico, rendendola così capace di mantenere i valori di una profonda tradizione solidale. Un fenomeno ed un esempio che non sono sfuggiti, in questi ultimi mesi, a chi ci ha chiesto di andare a raccogliere risorse in tutta Italia per replicare, in altre città, il “fenomeno Specchio dei tempi”.

È così nato Specchio d’Italia che ci sta impegnando da Trieste a Palermo, in una avventura che all’inizio ci ha fatto tremare i polsi, ma che ora stiamo affrontando con quell’entusiasmo e quella determinazione che uno staff giovane (negli anni ma soprattutto nella testa) è in grado di mettere in campo. L’obiettivo è di creare altre comunità capaci di aiutare chi soffre, chi sta ai margini, chi non ha spesso nemmeno la forza di tendere la mano. Un bel modo di replicare Torino nel mondo, attraverso un percorso di cui siamo orgogliosi e che ci impegnerà a fondo anche nei prossimi mesi. Mantenendo sempre il cuore, la testa e i sogni, qui sotto la Mole, dove siamo nati.

E, consentitemi, per chiudere questo pistolotto e pure l’anno, di abbracciare idealmente Lodovico, Franco, Anastasia, Marta, Anna, Raffaella, Maurizio, Federico, Vanessa, Carla, Lucy e Lucia. E tutti i preziosi volontari. Insomma, NOI di Specchio dei tempi.

Sri Lanka, siamo al lavoro nel Villaggio delle Bambine

Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

In Sri Lanka, nell’entroterra di Matara, a circa 12 chilometri dalla costa, Specchio, subito dopo lo tsunami del 2004, ha costruito un villaggio, con l’appoggio logistico del Gus di Paolo Bernabucci. Cinque case famiglia, un medical center, la casetta degli uffici. Inizialmente il villaggio servì per dare assistenza a chi, nel maremoto, aveva subito gravi traumi e fratture. Ma dopo qualche anno queste esigenza venne a mancare e, d’accordo con il governo cingalese e con il Tribunale di Matara, decidemmo di convertire le strutture in centro di accoglienza per bambine sfortunate.

Così, da oltre 8 anni, ospitiamo bambine che hanno vissuto sulla propria pelle la violenza, l’abuso, l’abbandono.
Oggi sono una ventina, divise sulle case famiglia che stiamo ammodernando. Specchio dei tempi sostiene interamente il peso economico del progetto che, nella pratica, è realizzato dai monaci buddhisti della Oba Mama Association, guidata dal reverendo Ratanasare, il capo spirituale del sud dello Sri Lanka. Otto anni, dicevamo. Un lasso di tempo che conferma come Specchio dei tempi non sia una fondazione mordi e fuggi, ma che sia invece una fondazione che sostiene nel tempo i suoi progetti, caparbiamente, con impegno e passione.


Oggi sono ad Ibbawale, con le nostre bambine per portare loro il forte abbraccio dei lettori de La Stampa e dei donors che ci sostengono, e poi per studiare le necessarie migliorie al progetto. Dal nuovo bagno con doccia da realizzare, alla recinzione che è caduta dopo un tifone, ad una nuova assunzione da fare, ai locali da ridipingere. Sino agli immancabili passaggi burocratici da effettuare. Accanto a noi i monaci buddisti dell’Oba Mama, Seya Liyanthi, la nostra attivissima “corrispondente” in loco, le preziose Nayomi Suraweera Arachchi e Thilini Nisansala Flowers di Oba Mama Association, Daminda Edirisuriya Patabadige, molto più del nostro driver.
Tutti possono darci una mano a continuare questo sforzo, che trasforma la protesta di un giorno solo delle “scarpette rosse” in una quotidiana, costante, costruttiva realtà. Perché questo è lo stile di Specchio dei tempi.

 

Da oggi Luca Cordero operativo in Myanmar

Di Angelo Conti

Luca Cordero, professore di Pediatria all’Università di Torino e presidente del Comitato scientifico di Medacross (nella foto), è da oggi operativo a Kawthaung, negli ambulatori sostenuti da Specchio, che è main sponsor dell’operazione che vede impegnati in Myanmar (a rotazione) diversi specialisti torinesi, accanto ai sanitari locali.
Luca organizzerà il lavoro delle nostre nuove dottoresse Thin Thin e Hsu Nandar e del nostro staff medico. I nostri medici e le nostre infermiere curano i pazienti nella Basic Health Clinic di Kawthaung e fanno molti chilometri nella Mobile Clinic per raggiungere i pazienti dei villaggi rurali.


Ma non vogliamo fermarci qui, non è abbastanza. Ci sono ancora moltissimi pazienti che non hanno accesso alle cure di base, alcuni di essi sono isolati dal mare. Per questo vogliamo ampliare il progetto di Clinica Mobile anche su Barca.

 

Cinque nuove aule per la scuola in Rwanda

Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

Nella scuola elementare di Nganzo, in Ruanda, studiano 940 bambini. Ma le aule sono poche e così capita di trovare classi con 50 allievi… Decisamente troppi. Si è cercato di rimediare con doppi turni, peraltro resi difficili dalle lunghe distanze che spesso i bambini devono coprire per raggiungere la scuola. Il direttore, che è in stretto contatto con la torinese Anna Maria Zavagni che opera laggiù, ci ha chiesto di dare una mano a costruire 5 nuove aule e poi di arredarle con banchi e semplici arredi. Specchio dei tempi ha immediatamente dato la sua disponibilità. Una parte della risorse servirà anche a dotare la scuola di una efficiente piccola biblioteca.


Specchio dei tempi opera a Nganzo da due anni. Ha già sostenuto le spese per la costruzione del campo sportivo. ha supportato la nascita di bagni per le ragazzine della scuola, ha sostenuto le spese mediche per la cura di una bambina colpita da un tumore. Ora le nuove aule e la biblioteca. E a fine gennaio saremo là, a seguire il cantiere.

 

La scuola di Negombo entra nel network “Connettiamo i bambini del mondo”

Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

La Dungalpitya Public School di Negombo entra nel network di “Connettiamo i bambini del mondo” di Specchio dei tempi. Questa settimana abbiamo consegnato un pc “rugged” al dirigente scolastico e ad Helen Nisha, la docente responsabile di progetto della Dungalpitya School di Negombo in Sri Lanka.

Presto i primi collegamenti con Arquata del Tronto, Torino e Tochimilco in Messico. Tutte le “scuole di Specchio dei tempi” in rete, per aiutare i nostri bambini a guardare lontano.

 

Rwanda, con la piccola Lambertine per sconfiggere il tumore

Articolo di Angelo Conti

Specchio è attivo per aiutare anche i bambini del Rwanda. Per sostenere le loro scuole, la loro educazione, la loro crescita e quella del loro paese. In questo contesto segue da vicino la scuola di Nganzo, frequentata da 744 bambini (132 bambini di scuola materna e 612 di scuola primaria).  La struttura si compone di 13 classi che versano in condizioni fatiscenti. Qui la nostra fondazione è intervenuta per migliorare i servizi igienici e per realizzare un campo sportivo, che è stato terminato nelle scorse settimane.

Ora Specchio sta cercando di aiutare Lambertine, una bambina di 9 anni di poverissima famiglia (ha 4 fratelli e non ha padre) che vive a Kicukiro e che è stata sottoposta l’altro ieri ad una operazione per la rimozione di un tumore, fra occhio ed orecchio. Specchio ha già provveduto ad un immediato intervento economico, ma si tratterà ora di seguirla per cercare di offrirle le migliori cure possibili, in un paese molto difficile.

 

Il nostro medico dalla Birmania ci scrive

La lettera di Chit Ye Zaw, il nostro medico a Kawthaung, in Birmania:

«Cari amici di Specchio dei tempi, lavoro come dottore alla Basic Health Clinic di Kawthaung, in Myanmar, e effettuo due volte la settimana visite sanitarie, nei villaggi rurali, con la Clinica Mobile donata dalla vostra fondazione. Desidero ringraziare Specchio dei tempi per il fondamentale sostegno economico che offre a MedAcross Onlus per i suoi progetti in Myanmar. Come voi sapete , l’ospedale di Kawthaung offre servizi del tutto inadeguati ai bisogni della popolazione. Così la gente è costretta a pagare tutte le cure e spesso non dispone delle risorse necessarie. Diventa così importantissimo offrire gratuitamente, come facciamo noi, prestazioni sanitarie ed anche la fornitura dei farmaci.
«Sono davvero orgoglioso di lavorare all’Ambulatorio e sulla Clinica Mobile. Credo che aiutare gli ultimi e i più disperati sia la mia missione. E vi sono grato per avermi scelto così da far parte del vostro team”.
«Grazie per il vostro prezioso supporto. Specchio dei tempi, con MedAcross, consente di dare più garanzie di vita a migliaia di persone in questa povera parte del mondo. E sarà così anche in futuro».


Chit Ye Zaw, Kawthaung, Myanmar

 

Siamo con i bimbi di Nganzo, in Rwanda

Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

Specchio ha iniziato una collaborazione con la scuola di Nganzo, in Rwanda, in una zona poverissima. La frequentano 744 bambini (132 bambini di scuola materna e 612 di scuola primaria), in costante aumento. La struttura è formata da 13 classi che versano in condizioni fatiscenti. E, sino alle settimane scorse, era anche priva di un cortile e di uno spazio per i giochi. Specchio dei tempi è intervenuto, grazie al lavoro della torinese Anna Maria Zavagni, ed il cantiere è stato aperto, con la collaborazione di tutti, docenti ed allievi compresi. Una bella cosa, in un paese lontano, accanto ai bambini più poveri del mondo. Un contatto che non si esaurirà con questo intervento.

 

Hargeisa, così ogni giorno salviamo vite nella nuova neonatologia

Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

Hargeisa è la capitale del Somaliland. Terra difficile, di grande povertà, assalita dalle desertificazioni di tante aree limitrofe. Qui, Specchio dei tempi, 6 anni fa, ha costruito un ospedale pediatrico. Cinquanta posti letto, oltre 50 dipendenti. Qui ogni giorno decine di bambini vengono curati, i più gravi ricoverati. Ogni giorno viene salvata qualche vita. Qui Specchio dei tempi ha messo a punto ed avviato anche un programma triennale, per sostenere il nuovo Reparto di Neonatologia, che gode del contributo di presenza e di insegnamento di neonatologi e infermiere torinesi. Sotto la direzione di Piero Abruzzese e con la partnership logistica della ONG piemontese Terre Solidali.

 

La scuola di Tochimilco entra nel progetto “Connettiamo i bambini del mondo”

 Angelo Conti, da specchiodeitempi.org

Giornata importante per i nostri bambini di Santa Catalina di Toihimilco in Messico. Abbiamo infatti gettato le basi per un allargamento del progetto di Specchio dei tempi “Connettiamo i bambini del mondo” anche ai piccoli allievi della scuola che la nostra fondazione ha appena ricostruito e inaugurato in Messico. Programma ambizioso perchè tutta quell’area montagnosa intorno al vulcano non solo è priva di connessione dati via cellulare, ma anche di segnale telefonico e di qualsiasi altra connessione via cavo. Si tratta quindi di inventare una soluzione che, almeno in una prima fase, non potrà prescindere dal satellite.

Specchio dei tempi e Università di Puebla (abbiamo incontrato anche il rettore Alfonso Esparza, entusiasta dell’idea, che vedete nella foto) sono comunque determinati a portare il segnale non solo ai piccoli allievi della scuola ma anche ad una comunità poverissima che non ha mai conosciuto Internet. Almeno sul piazzale antistante la nostra scuola il segnale sarà disponibile per tutti. Nei prossimi giorni si passerà ai dettagli, poi il via alla progettazione e all’esecuzione dei lavori. Ci piacerebbe poter mandare, a Natale a quei bimbi, una mail con i nostri auguri…. E connetterli con i bimbi delle altre scuole protagoniste del progetto: con i torinesi della Pertini, con i bimbi curdi di Mosul, con i piccoli sherpa di Namche Bazaar sull’Everest oltre che con gli allievi di altre località italiane che ci anno chiesto di aderire (Alagna Valsesia e Filicudi). Per un grande girotondo lungo decine di migliaia di chilometri.