Come donare per i profughi dell’Ucraina

Specchio d’Italia risponde alle richieste di tanti lettori aprendo una raccolta fondi per la gente dell’Ucraina. Lo fa mettendo a disposizione da subito 50.000 euro che verranno impiegati nel sostegno alle migliaia di profughi in fuga del paese martoriato dalla guerra. Tutti ci possono aiutare. Come sempre vi racconteremo, passo passo, tutte le iniziative che finanzieremo grazie alle donazioni che riceveremo.

Come donare per i profughi dell’Ucraina

Si può donare cliccando qui oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, codice Iban IT82 F030 6909 6061 0000 0176 056, Banca Intesasanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1051722237. Nella causale indicare “Per la gente dell’Ucraina”.

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Chi siamo

La Fondazione Specchio d’Italia sostiene le fasce deboli, in Italia e all’estero. È nata durante l’Emergenza Coronavirus, dall’esperienza della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi: una onlus che da 65 anni opera a Torino e nel mondo.

Un anno di progetti a Bari: cosa abbiamo fatto

Gennaro Totorizzo, La Repubblica 7/1/22 

Un anno di Specchio d’Italia a Ba­ri. Intenso. Ma soprattutto profi­cuo: una macchina della solida­rietà sempre in moto.

La realtà nata durante la pandemia dall’e­sperienza della fondazione La Stampa – Specchio dei tempi promossa dal gruppo Gedi, edito­re anche di Repubblica, non si è mai fermata: ha teso la mano ad anziani, bambini, piccoli imprenditori in difficoltà. L’arrivo nel capoluogo pugliese, come racconta il vicepresidente operativo Angelo Conti, doveva rappresentare un test per esportare i progetti della fondazione anche nei territori del nostro Mezzogiorno. Una prova vinta.

«A Bari abbiamo cominciato nell’inverno fra il 2020 e il 2021 perché volevamo iniziare a lavorare anche al Sud: siamo una fondazione con radici piemontesi, eravamo orientati al Nord. Così la prima città che abbiamo evidenziato è stata Bari perché secondo noi aveva tutte le caratteristiche necessarie per rappresentare un buon test: una città molto vivace che poteva dirci se i progetti che abbiamo sviluppato sarebbero stati utili anche per il Mezzogiorno».

E allora siete scesi.

«Volevamo cercare partner sul territorio. Il nostro primo obiettivo era trovare qualcuno che potesse far da tramite con gli anziani: la prima idea era di realizzare subito le “Tredicesime dell’Amicizia”, una iniziativa tipicamente natalizia, e abbiamo contattato gli amici della parrocchia San Sabino per avviarle. E poi anche le suore vincenziane nella città vecchia».

Qual è stata la storia che più vi ha colpito in questo anno nel capoluogo pugliese?

«Proprio l’incontro con suor Maria Rosaria, che un pomeriggio ci ha parlato della povertà a Bari e ci ha fatto incontrare due anziane che vivevano completamente ai margini: non avevano neanche più il desiderio di uscire da casa. Ci ha fatto capire l’importanza di portar fuori gli anziani e di dar loro nuova vita».

Con le vostre attività ne avete fatti felici tanti, al di là degli importanti contributi economici.

«Oltre alla povertà, una parte degli anziani soffre la solitudine. Così abbiamo voluto offrire momenti di condivisione. Nella struttura sul tetto del centro commerciale Mongolfiera a Japigia vengono promosse attività assistenziali e d’intrattenimento: burraco, laboratori di cucina, cucito, assistenza per chi ha problemi burocratici. E ospitiamo anche le iniziative dell’Università della terza età. Con le “Tredicesime dell’Amicizia” fra questo Natale e lo scorso abbiamo aiutato complessivamente un’ottantina di anziani e con il progetto “Forza nonni” ne sosteniamo continuativamente, per tutto l’anno, una decina. Il nostro obiettivo per il 2022 è aumentare il numero di destinatari».

E per i più piccoli?

«Le attività in corso sono tre. Una con l’associazione Eden, che segue una decina di bambini con problemi di apprendimento con il doposcuola a Japigia, mentre “Tou.play” organizza sempre un altro doposcuola, al quartiere Libertà, con i bambini di scuola primaria e media: in estate ne abbiamo avuti 150 all’esterno, ma ora non possiamo andare oltre i 50 per le misure di sicurezza anti-Covid. Vorremmo ospitare anche gli alunni della scuola dell’infanzia, ci stiamo lavorando. E vorremmo inoltre far partecipare più bambini: stiamo cercando di capire come ottenere spazi più ampi nei quali lavorare. E infine c’è Discovery Italia, un gioco – realizzato con “Tou.Play” – che sarà pronto a gennaio e in distribuzione in scuole e centri al massimo all’inizio della primavera per far conoscere l’Italia ai più piccoli».

Non sono mancati sostegni alle aziende.

«Abbiamo aiutato piccole e piccolissime imprese, come bar, merciai, titolari di piccoli bed & breakfast, che sono stati colpiti dalla pandemia. La collaborazione con una decina di piccole aziende locali ci ha consentito di avere circa 10mila euro in più rispetto al nostro pacchetto di 100mila euro e abbiamo potuto aiutare così 55 attività».

A quali altre iniziative state pensando per il nuovo anno?

«Per le attività a Bari ora sono a disposizione 120mila euro, ma aumenteranno e arriveremo sicuramente attorno ai 150 mila euro alla fine dell’anno. Noi replichiamo sempre quello che sappiamo fare e allora stiamo studiando come poter portare qui il progetto “Forza mamme”, che aiuta donne sole con bambini minori: ci impegniamo a dare aiuti concreti e formazione nell’ottica di un ritorno al lavoro».

Una speranza per il 2022?

«Ci piacerebbe trovare qualche azienda, qualche banca e qualche imprenditore che voglia condividere con noi questo spirito solidale, consentendoci di incrementare in questo mondo i fondi a disposizione».

Specchio 2021, il valore di una comunità

Angelo Conti

L’ultimo giorno dell’anno, ormai da un decennio, prendo il portatile e scrivo qualche riga per raccontare come sono stati i dodici mesi appena trascorsi di Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. Non ho mai voluto sottolineare cifre, perché quelle le vedrò nel primo consiglio di amministrazione di gennaio e so già che, anche quest’anno, saranno tutte cifre belle, sane, positive.

Di solito, al momento di salutare l’anno che se ne andava, ho raccontato di sottoscrizioni, di passioni e di sentimenti. Quest’anno vorrei offrirvi una riflessione sul come questa fondazione, un po’ strana perché nata e coccolata in seno alla più antica rubrica di lettere di un quotidiano italiano, sia soprattutto una straordinaria comunità. Una comunità che si stringe intorno ad una città, Torino, ad un giornale, La Stampa, ad un modo di vivere e pensare che appartengono a gente cresciuta ai piedi di montagne forti, che l’hanno quasi protetta dalla volubilità di un mondo schizofrenico, rendendola così capace di mantenere i valori di una profonda tradizione solidale. Un fenomeno ed un esempio che non sono sfuggiti, in questi ultimi mesi, a chi ci ha chiesto di andare a raccogliere risorse in tutta Italia per replicare, in altre città, il “fenomeno Specchio dei tempi”.

È così nato Specchio d’Italia che ci sta impegnando da Trieste a Palermo, in una avventura che all’inizio ci ha fatto tremare i polsi, ma che ora stiamo affrontando con quell’entusiasmo e quella determinazione che uno staff giovane (negli anni ma soprattutto nella testa) è in grado di mettere in campo. L’obiettivo è di creare altre comunità capaci di aiutare chi soffre, chi sta ai margini, chi non ha spesso nemmeno la forza di tendere la mano. Un bel modo di replicare Torino nel mondo, attraverso un percorso di cui siamo orgogliosi e che ci impegnerà a fondo anche nei prossimi mesi. Mantenendo sempre il cuore, la testa e i sogni, qui sotto la Mole, dove siamo nati.

E, consentitemi, per chiudere questo pistolotto e pure l’anno, di abbracciare idealmente Lodovico, Franco, Anastasia, Marta, Anna, Raffaella, Maurizio, Federico, Vanessa, Carla, Lucy e Lucia. E tutti i preziosi volontari. Insomma, NOI di Specchio dei tempi.

Padre Antonio: “Qui ad Haiti le vostre donazioni diventano speranza”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Padre Antonio, camilliano ad Haiti

Carissimi,
vi informo che è pervenuto il bonifico di Euro 36.237,47 a copertura delle spese sostenute per il container caricato il 29 ottobre con destinazione Haiti.
Non ho parole per ringraziarvi per questo meraviglioso gesto di solidarietà e per il continuo appoggio alle nostre attività.

La vicinanza, il sostegno, la partecipazione che ci dimostrate da tanti anni, ci riempiono il cuore di gratitudine e di riconoscenza perché, al di là dell’importantissimo contributo economico, ci sentiamo meno soli nel cercare di portare un po’ di aiuto al dilaniato popolo haitiano.

Il riso, gli alimentari, i pannolini che abbiamo acquistato grazie al vostro contributo, diventano così speranza in un futuro un po’ meno nero, in cui la vita di tante persone possa diventare meno disumana.

Grazie da profondo del cuore e un caro saluto.
Padre Antonio