Bologna, il divario digitale si combatte sui banchi di scuola

Giovanni Egidio
La Repubblica, 25/05/2021

Dieci computer portatili elegantemente ultrapiatti,  appoggiati sui banchi dell’aula digitale dell’Istituto comprensivo 10, al cui interno sorgono le scuole medie Besta, propri  al centro del parco Don  Bosco, in viale Aldo Moro. Una  scuola di quarant’anni fa, anche segnata dal tempo, ma spaziosa, attrezzata, con una grande palestra e tantissimo verde intorno. L’abbondante anno solare segnato dalla pandemia, ha stancato molti di questi studenti, ma alcuni li ha decisamente tagliati fuori dalla Dad, la sempre discussa didattica a distanza. Ecco, quei dieci computer servi-ranno a quello, ad aiutare chi si è sentito meno uguale degli altri durante una lezione di scuola.

E sono arrivati qui, su questi banchi, grazie all’iniziativa Digitali e Uguali, promossa da Gedi (il gruppo editoriale   di   Repubblica), da Yoox  (azienda di vendita online di moda e design) con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Specchio d’Italia Onlus. «Adesso spero che ci serviranno soprattutto per l’integrazione didattica – ha detto Michele Iuliano, il  dirigente  scolastico, cioè per tutto quel lavoro di sostegno alle lezioni in presenza che ci auguriamo di poter svolgere regolarmente l’anno prossimo. Certo ci saranno utilissimi in ogni caso».

Lo sperano  molto  anche  questi  ragazzi  che   ovviamente  ci  hanno messo un secondo a entrare nel sistema, da nativi digitali quali sono. «Ma il digital divide  resta un problema  da affrontare il prima possibile, e quindi è bene ricordare che la raccolta fondi prosegue e anche con ottimi risultati», ha sottolineato  Antonio  Danieli,  vicepresidente  della Fondazione Golinelli, che ha curato i sistemi operativi di questi chromebook. Sul sito ci sono tutte le spiegazioni e e le istruzioni del caso, e c’è anche un contatore che gira veloce per   aggiornare la raccolta fondi  (ieri si avvicinava a toccare quota 400.000 euro).

Avendo toccato con mano ieri, in questa scuola della prima periferia di  Bologna, possiamo garantire che il progetto sta funzionando decisamente bene. Ed è così in tutta Italia, come potete vedere anche sul sito di Repubblica, oltreché nella pagina web di Digitali e Uguali. «Io me la sono sempre cavata, o usavo il pc di casa o, se era occupato, prendevo quello di mia mamma. Ma ho visto che non per tutti è stato così, c’è anche chi ha avuto problemi», ci ha detto uno degli studenti che ieri per primi hanno sperimentato i nuovi pc. Il divario digitale è una questione centrale e strategica del nostro Paese. E la si potrà risolvere proprio iniziando da qui, da questi banchi, dalle nostre scuole.

A Firenze i pc solidali per colmare la distanza digitale

Giulio Schoen
La Repubblica, 24/05/2021

Sono stati consegnati all’istituto Comprensivo Montagnola-Gramsci del quartiere dell’Isolotto i dieci computer destinati agli studenti, alle scuole e alle famiglie che ne hanno bisogno per colmare “la distanza digitale” aumentata in pandemia.

I pc donati si aggiungono agli altri già consegnati in tutta Italia grazie al progetto “Digitali e uguali”, l’iniziativa voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus.

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Digitali e Uguali, la libertà è un computer

Sara Bernacchia
La Repubblica, 14 maggio

La parete del corridoio è dipinta di blu e ospita decine di pesci tutti diversi. È il mare e ogni pesce rappresenta lo studente che lo ha dipinto, perché — si legge in diverse lingue — “siamo pesci diversi in un unico mare”. Il murale della scuola elementare Nazario Sauro, in via Vespri Siciliani, al Giambellino, coglie lo spirito che anima le aule.

«Siamo una scuola di periferia che ha abbracciato il territorio, operando con la parrocchia e varie associazioni.  L’impegno dei docenti e del quartiere permettere di vivere tutte le esperienze possibili a bambini che a casa non potrebbero farlo» spiega la vicepreside Lucienne Porta, che lavora all’istituto omnicomprensivo da 21 anni. Esperienze che sono opportunità: dalla presenza della piscina a quella del laboratorio di robotica, «realizzato grazie alla vittoria di un bando nazionale, che permetterà ai bambini di svolgere le attività richieste dall’Unione europea e ai docenti di formarsi» spiega la preside, Rossana Di Gennaro, arrivata in autunno, nel pieno di un anno ricco di difficoltà. La scorsa primavera non pochi degli 840 studenti del comprensivo hanno seguito le lezioni sul telefono, ma poi ci si è mobilitati: ad oggi i dispositivi, acquistati o ricevuti, dati in comodato d’uso sono quasi 180 e le criticità maggiori sono state risolte, ma c’è ancora una “lista d’attesa” a cui rispondere con nuovi pc. Come i 10 consegnati ieri da Federico Marchetti, presidente di Yoox, nell’ambito della campagna “Digitali e Uguali”, promossa con Gedi, Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia.

«È bellissimo» si lascia sfuggire Yassa K., 11 anni, allievo della quinta C, tenendo tra le mani il laptop verde acqua appena scartato. «Senza il pc l’anno scorso era difficile seguire tutte le lezioni. Studiando con i miei due fratelli capitava che il cellulare si perdesse tra i libri che riempivano il tavolo» racconta il bambino a cui a settembre la scuola ha consegnato un pc, fondamentale per proseguire il «lungo percorso di studio» che gli servirà per occuparsi di «marketing» da grande.

Il senso di Digitali e Uguali è proprio questo, eliminare le barriere che impediscono di crescere: «I dispositivi sono importanti per il momento che stiamo vivendo, ma anche per il futuro — sottolinea Marchetti — . La tecnologia, se usata bene, può consentire ai ragazzi di esplorare mondi e informazioni, quindi di acquisire sempre più conoscenze». Tutti i pc dati in comodato d’uso saranno ritirati a giugno e riconsegnati a settembre, «perché sono una possibilità di studio in più per noi, oggi tutti devono saper usare il computer» spiega Esther O., 10 anni, classe quarta A, che non apprezzava la Dad per i problemi tecnici. Per lei, allieva di una delle sezioni sperimentali, questo è l’ultimo anno alle elementari: da settembre andrà alla scuola media Rinascita (del comprensivo) per quattro anni. Intanto si è abituata a vivere una scuola diversa da prima, ma non meno coinvolgente.

Nelle aule i banchi a trapezio, ideali per creare gruppi, sono stati messi a distanza, ma nella prima C l’allegria è contagiosa: la maestra, con tanto di corona e bacchetta magica, batte le mani sulla cattedra e fa scattare i bambini sotto i banchi per la “pausa  attiva” che aiuta la concentrazione, perché la Nazario Sauro è polo del progetto Scuola in movimento. «Abbiamo tolto giochi e addobbi per facilitare l’igienizzazione — spiega la maestra Viviana Rindone, avanzando nel corridoio — Prima ogni ambiente era decorato, ora appendiamo i disegni sulla porta delle classi e li togliamo dopo pochi giorni». L’importante, infatti, è trovare un po’ di normalità, a dispetto del Covid.

Marchetti, Yoox: “I nostri pc ai bimbi più svantaggiati, grazie a tutti”

Federico Marchetti
Presidente di YOOX NET-A-PORTER GROUP

Emozionato. Ecco come mi sento oggi dopo aver consegnato personalmente i computer della mia iniziativa #DigitaliEUguali alle bambine e ai bambini di questa scuola, che vivono molto spesso in contesti difficili e svantaggiati e che pur essendo a Milano, la cosiddetta “locomotiva” d’Italia, avevano a disposizione solo pochi PC da dividere con tutti i compagni.

Sono rimasto davvero colpito quando l’anno scorso ho letto le statistiche secondo cui oltre un quarto delle famiglie in Italia non ha un laptop per i propri figli/e da dedicare allo studio, con o senza DAD. Sapevo che dovevo fare qualcosa per aiutarli/e perché questa situazione mette tutti/e in una situazione di grave svantaggio, durante ma anche dopo la pandemia. Oggi sono felice che tanti altri si siano uniti a me in questa iniziativa, dal team Yoox, a Maurizio Molinari, a Massimo Giannini e al Gruppo GEDI, a Specchio d’Italia e Fondazione Golinelli e alle migliaia di privati che hanno contribuito con le proprie donazioni a rendere concreto questo progetto speciale oltre alle aziende amiche come Armani, Moncler, Prada e tante altre.

Che grande emozione oggi, mi sono sentito felice di aver potuto aiutare, riconoscente a tutti coloro che ci hanno supportato e fiducioso per il futuro di queste bambine e bambini. Grazie a tutti!

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Digitali e Uguali, Linus consegna i computer a Milano

Sara Bernacchia
La Repubblica, 4/05/21

“L’ideale è registrare la trasmissione senza interruzioni, perché la prima versione ha sempre un effetto magico”. Simone G., che gli ascoltatori di Radio Usb – Unica speciale by Borsi – conoscono come Seville, pseudonimo ispirato a un cartone che amava da piccolo, si toglie le cuffie e lascia la postazione da tecnico dietro il pc soddisfatto della registrazione appena conclusa: Linus, direttore di radio DeeJay, ha risposto alle domande dei giovani speaker della scuola media Ojetti dell’istituto comprensivo Borsi, in zona Bonola, e anche questa volta è stata “buona la prima”.

La timidezza, se c’era, è stata messa da parte – cuffie e pseudonimo d’ordinanza – i ragazzi sono veri professionisti e procedono con domande dirette su temi d’attualità, dalla “questione Fedez” alla violenza sulle donne, alla parità di genere. La soddisfazione negli occhi degli otto 12enni è evidente: “Fare radio con Linus e imparare da lui è stato emozionante” commenta Seville. Certo, “un po’ di preoccupazione c’era – confessa Zippi, Federico Z., allievo di 2F – Quando ti cimenti in qualcosa davanti a una persona che la fa da moltissimo tempo hai paura di sbagliare, perché sai che può capire i tuoi errori”. Così, la visita di Linus, arrivato nell’istituto per consegnare 10 laptop (1.154 in tutta Italia) donati alla scuola della campagna “Digitali e Uguali”, promossa dal gruppo editoriale Gedi e da Yoox, con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia Onlus, è stata l’occasione per mettersi alla prova. Accanto allo spazio destinato alla radio, che ha ripreso le attività con il rientro in presenza degli studenti, ci sono i dieci dispositivi acquistati grazie alle donazioni di aziende e privati.

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“La percezione degli italiani è lontana dalla realtà. C’è ancora una grande fetta di popolazione, e quindi di ragazzi, sprovvista della tecnologia che gli permette di stare al passo in un momento come questo che sembrava dovesse durare poche settimane, poi pochi mesi e speriamo che non diventi di anni” spiega Linus, sollevato dalla “sensibilità mostrata da aziende e persone, perché a volte circostanze negative mettono in moto azioni positive”.

I dispositivi, con gli altri novanta circa raccolti a partire da marzo 2020, “saranno collocati in sette carrelli, uno per ogni scuola dell’istituto, e verranno usati (un apparecchio per studente) dalle diverse classi per fare attività in presenza” spiega la preside Milena Ancora, che apprezza il progetto “perché ci permette di continuare a colmare il divario digitale che si è creato a causa della pandemia. I ragazzi sono abituati a gestire le nuove tecnologie, sono nativi digitali, per loro l’uso dello strumento è naturale ma nel primo lockdown ci siamo trovati a non avere dispositivi da dargli”.

In aiuto dei profughi birmani e delle famiglie libanesi

Angelo Conti
La Repubblica, 04/05/21

Specchio d’Italia è attivo in otto città italiane, ma dà vita anche ad alcuni progetti esteri, tutti costantemente seguiti dallo staff della Fondazione. In queste ultime settimane abbiamo sviluppato un intervento in Libano ed un altro sul confine thailandese, al confine con il Myanmar. Il primo rivolto alle poverissime popolazioni che vivono nel sud di quel paese, il secondo in aiuto dei profughi in fuga dalle violenze perpetrate dal regime militare in Myanmar.

In Libano Specchio d’Italia opera con la Brigata Taurinense in un progetto di agricoltura sociale a favore delle popolazioni più povere del sud del paese. Il battaglione Saluzzo di stanza a Cuneo, il Nizza Cavalleria di stanza a Bellinzago Novarese e il reparto logistico della brigata, di stanza Rivoli (tutti inquadrati nella Taurinense) sono da qualche settimana attivi nella zona di Al Mansouri, quale componente di manovra del contingente italiano in Libano nell’ambito della missione Unifil, la forza di interposizione delle Nazioni Unite.

Dona per il Libano

Specchio d’Italia, insieme ai militari, realizzerà delle “isole agricole” con orti, serre, frutteti e allevamenti di animali da cortile, per contrastare la grande povertà di chi vive in questi territori. L’obiettivo è di dare una autonomia alimentare ad ogni famiglia indigente, cercando di offrire loro anche la possibilità di modesti ricavi con la vendita delle produzioni agricole e delle uova.

In Myanmar Specchio d’Italia opera nella città thailandese di confine Ranong, affacciata sull’istmo che divide la Thailandia dal Myanmar. Qui hanno trovato rifugio migliaia di profughi birmani, fuggiti davanti alle atrocità commesse dal regime militare di Yangoon. Specchio d’Italia è impegnato a dare a queste persone assistenza sanitaria ed alimentare. Il primo step è la creazione, in corso, di un ambulatorio medico e di un sistema per offrire sostegno alle famiglie.

Dona per il Myanmar

Bari, arrivano i pc ed è festa

Silvia Dipinto
La Repubblica, 29/04/21

La delegazione degli studenti si riunisce nel giardino della scuola, che anche per l’estate si prepara a ospitare le attività di chi sceglie o è costretto a restare in città. Un coro sulle note di Imagine dei Beatles, una giovanissima ballerina, un’artista impegnata con tela e pennelli: i ragazzi della media Verga scelgono la creatività per omaggiare l’arrivo dei nuovi computer, a nome dei loro compagni che in questi giorni hanno deciso di restare a casa in didattica a distanza.

La prima consegna pugliese dei pc donati dall’iniziativa “Digitali e Uguali” arriva puntuale nel cuore del quartiere Japigia, nel plesso che ospita la scuola media dell’istituto comprensivo Japigia 1 Verga. Dieci computer destinati alle famiglie in difficoltà, necessari ad affrontare la fine dell’anno scolastico in serenità. «In questo momento abbiamo 197 studenti in presenza e 157 a distanza, che seguono la didattica digitale integrata», racconta la preside Patrizia Rossini, che nell’ultimo anno di pandemia ha distribuito tantissimi strumenti tecnologici alle famiglie che ne avevano bisogno e continua ad avere all’attivo un lungo elenco di necessità.

Un nuovo contributo alla didattica innovativa è arrivato ora da “Digitali e uguali”, l’iniziativa volta a raccogliere fondi per regalare agli studenti italiani i computer di cui hanno bisogno, voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale (di cui fa parte il quotidiano la Repubblica), in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus. “Digitali e Uguali” dallo scorso 19 marzo ha fatto appello alle aziende e ai singoli cittadini per contribuire ad abbattere le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi – spiegano i promotori della campagna – per colmare il divario digitale che vede l’Italia posizionata al 25esimo posto su 26 Paesi membri dell’Unione europea per competitività e sviluppo tecnologico.

Solo nei primi dieci giorni si sono candidate a ricevere i pc oltre 1400 scuole in tutta Italia, tra cui l’istituto comprensivo barese Japigia 1 Verga, che con 1200 alunni e tre plessi accoglie studenti anche da altri quartieri di Bari e ha trasferito online didattica e laboratori, dalla robotica al teatro. Ad oggi sono stati raccolti 350mila euro, subito a disposizione degli studenti con maggiori necessità. Secondo ricerche Istat, infatti, un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa: i dati nel Sud sono più allarmanti (40 per cento delle famiglie senza pc) e mettono in luce il digital divide che si vive all’interno delle case anche pugliesi.

Oltre 850mila studenti italiani non hanno un device per seguire le lezioni a distanza, centinaia i casi di alunni segnalati a “Digitali e Uguali” da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna. «Nell’ultimo anno abbiamo rimodulato continuamente le nostre attività, dovendo alternare o rendere complementari didattica in presenza e a distanza – ha spiegato la preside Rossini – Ci siamo reinventati, ma tante volte mancano gli strumenti all’altezza di gestire queste sfide».

Tutte le classi sono state dotate di computer di ultima generazione, collegati alle lavagne Lim e che nei prossimi giorni dovranno supportare i test Invalsi. Ecco perché i dieci nuovi pc donati da “Digitali e Uguali” vogliono essere un modo per «prendere per mano il mondo della scuola  – per usare le parole del caporedattore di Repubblica Bari, Domenico Castellaneta, che ha incontrato gli studenti – come hanno fatto in questi mesi insegnanti, studenti e le stesse famiglie, creando un patrimonio didattico che non è certamente la normalità, ma sarà un contributo importante nei prossimi anni».

Digitali e Uguali, oltre 2000 donazioni

Angelo Melone
La Repubblica, 29/04/21

«Nessuna vergogna a riceverli i computer, da questa pandemia ne usciremo solo dandoci una mano». Filippo ha 15 anni, frequenta un liceo classico a Bergamo e ha avuto uno dei computer acquistati grazie al progetto, a suo modo visionario, di “Digitali e Uguali”. E quando dice: «Un computer tutto mio mi ha reso indipendente. Finalmente sono riuscito a seguire le lezioni, anche se non vedo l’ora che l’isolamento finisca», fa una perfetta traduzione pratica dell’idea che ha messo in moto questa raccolta fondi: dare a tutti e tutte gli strumenti per essere eguali nella conoscenza.

Ma, a un mese dal suo avvio, il progetto si rivela tutt’altro che visionario: si sta traducendo in una risposta sorprendente. I numeri parlano da soli. Sono arrivate a oggi 2162 donazioni (tutte regolarmente registrate sul sito digitalieuguali.it), gli euro raccolti sono 348.320. Questo vuol dire che già ora, nelle prossime settimane, verranno consegnati 1154 computer tra le scuole elementari e medie che ne hanno fatto richiesta, e via via i laptop verranno poi distribuiti in base ai diversi gradi scolastici. Sono una grandissima parte degli oltre duemila computer chiesti finora da 216 scuole. E distribuiti con un lavoro di confronto con presidi e docenti: una commissione ha vagliato le loro domande, le motivazioni alla base delle difficoltà che hanno segnalato, e così costruito una sorta di graduatoria nelle scelte e nelle assegnazioni. Ma, per quanto clamoroso, è solo l’inizio.

La campagna “Digitali e Uguali” – promossa dal gruppo editoriale Gedi (di cui fa parte Repubblica) e da Yoox, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia Onlus – è un appello alle aziende e ai cittadini per «contribuire ad abbattere finalmente le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi e per portare il Paese in una posizione di forza in Europa nel grado di digitalizzazione», scrivono i promotori ricordando che il “digital divide” in Italia fa precipitare il nostro Paese al venticinquesimo posto su ventisei membri della Ue per competitività e sviluppo tecnologico.

C’è stato un momento iniziale di questa campagna che ha mostrato quanto una proposta di eguaglianza, come questa, possa colpire ragazze e ragazzi: Repubblica@Scuola ha chiesto agli studenti di inventare gli slogan (anche per i social) con i quali è stato lanciato “Digitali e Uguali”. In poche settimane ne sono arrivati oltre 700, uno dice: «Impediresti mai a uno studente di non entrare a scuola perché non può comprare i libri?». E il preside di uno degli istituti che hanno già ricevuto i computer racconta: «Ho fatto il giro di quelli che ne avevano più bisogno durante il primo lockdown, perché da noi la situazione era drammatica, la mia scuola è frequentata soprattutto da studenti dalla Val Seriana, hanno vissuto la morte di nonni e parenti: non potevo perderne nemmeno uno, era inaccettabile perderli solo perché non avevano uno strumento per collegarsi a distanza». Eccolo, riassunto da uno studente e da un preside, il “digital divide”.

La richiesta viene ora rilanciata con ancora maggior convinzione: tutti coloro che sentono di condividere la responsabilità verso il futuro delle prossime generazioni potranno offrire il loro sostegno. Non è certo “la soluzione”, ma una spinta forte perché si arrivi alla soluzione di uno dei grandi problemi italiani troppo spesso ignorati. Si chiama, appunto, “digital divide” e si può leggere come arretratezza di un Paese, mancanza di opportunità soprattutto per i più giovani che la vivono come imbarazzo e senso di esclusione. «La cosa più bella – ha notato il direttore di Repubblica Maurizio Molinari – sono le piccole donazioni, tante persone che stanno contribuendo con poco ma hanno capito il nostro messaggio».

Insieme a loro le forti donazioni di grandi gruppi come Armani, Habacus, Fondazione Giuliano e Maria Carmen Magnoni, hotel Cristallo, Richemont, Moncler, o privati come Marino Golinelli (che è anche uno dei promotori della campagna). Per tutti i donatori la risposta più bella è contenuta nella motivazione arrivata da una delle scuole richiedenti, che sono anche degli impressionanti messaggi d’allarme da tutta Italia. La docente conclude: «Semplicemente, grazie».

Bari, un computer per ogni alunno con Digitali e Uguali

Silvia Dipinto
La Repubblica, 28/04/21
Un computer per ogni bambino, per colmare il divario digitale che vede l’Italia posizionata al 25esimo posto su 26 Paesi membri dell’Unione Europea per competitività e sviluppo tecnologico. I primi dieci con destinazione Bari arriveranno questa mattina all’istituto comprensivo Japigia 1 Verga, che con tre plessi e 1200 alunni nell’ultimo anno ha dovuto reinventarsi e sperimentare nuove metodologie didattiche, in presenza e a distanza, grazie anche ai supporti tecnologici. I pc saranno donati alla scuola da ‘Digitali e uguali’, l’iniziativa volta a raccogliere fondi per regalare agli studenti italiani i computer di cui hanno bisogno, voluta da Yoox e Gedi Gruppo editoriale, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus. Non solo lezioni a distanza o didattica digitale integrata.

L’istituto comprensivo di Japigia nell’anno di pandemia da Covid 19 ha trasferito on line tutte le attività fiore all’occhiello della scuola, dai corsi di teatro e fotografia, ai laboratori di robotica che hanno reso possibile l’accesso alle prossime gare nazionali. «Ci siamo resi conto, purtroppo, che non in tutte le famiglie e in tutte le case era presente un computer — racconta la preside, Patrizia Rossini — O comunque c’erano più studenti che avevano bisogno di un laptop o notebook, magari con i genitori in smart working». Le esigenze delle famiglie si sono moltiplicate, dunque, insieme a quelle delle scuole.

«E’ stato necessario reinventarsi per essere efficienti e fare fronte alle nuove necessità, con le lezioni al pc alternate o contemporanee a quelle in presenza — spiega ancora la preside Rossini — Ecco perché abbiamo subito colto la possibilità offerta da ‘Digitali e uguali’ per distribuire alle famiglie che più ne hanno bisogno, uno strumento indispensabile».

‘Digitali e Uguali’ ha fatto appello alle aziende e ai singoli cittadini per contribuire ad abbattere le barriere che impediscono agli studenti italiani di crescere ed affermarsi e per portare il Paese in una posizione di forza in Europa nel grado di digitalizzazione, spiegano i promotori dell’iniziativa. Cliccando qui, chiunque può offrire il suo sostegno. Le donazioni raccolte servono all’acquisto di pc da distribuire agli studenti tramite le scuole statali e paritarie del territorio nazionale che fanno richiesta sul sito. Secondo le ultime ricerche Istat, un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet: i dati nel Mezzogiorno sono più allarmanti (40 per cento delle famiglie prive di un pc) e mettono chiaramente in luce il digital divide che si vive all’interno delle case anche pugliesi.

Oltre 850mila studenti italiani non hanno un device per seguire le lezioni a distanza, centinaia i casi di alunni segnalati a ‘Digitali e uguali’ da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna: per colmare questo gap la campagna ha già raccolto grazie alle donazioni 345mila euro.

Gigi Buffon sostiene Digitali e Uguali: “Tutti i bimbi siano campioni”

Gigi Buffon si unisce alla campagna Digitali e uguali”, promossa da Yoox e Gedi gruppo editoriale, in collaborazione con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia onlus. Il campione del mondo e portiere della Juventus fa appello a ciascuno per quanto può, a partecipare alla raccolta fondi che si propone di donare un computer ad ogni bambino in difficoltà perchè possa continuare a studiare in Dad. Perché diventi presto un campione.

 

Digitali e Uguali, raccolti oltre 100 mila euro

Ilaria Venturi
La Repubblica, 29/03/2021

Un parroco della zona ha prestato i suoi due tablet, ma sono datati: non si riesce a scaricare Meet per seguire le lezioni a distanza. La scuola ha aggiunto un computer, ma se i figli sono quattro e in casa entrano solo 500 euro al mese dopo un anno di pandemia, è dura. Il racconto è di una mamma di Prato: chiede aiuto. Non è la sola. C’è chi scrive: «Sono una di quelle famiglie che non ha il computer in casa, la mia bimba di 6 anni fa la Dad, i maestri ci mandano un sacco di schede da fotocopiare e così si va dal tabaccaio: per fortuna è gentile, qualche fotocopia ce la regala…».

Il progetto di inclusione “Digitali e Uguali” per fornire computer alle bambine e ai bambini italiani — promosso dal gruppo Gedi e da Yoox, con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Specchio d’Italia Onlus — scopre quel mondo disuguale che la chiusura delle scuole ha reso visibile e che già l’Istat aveva fotografato: negli anni 2018-2019, il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni (850 mila) non ha un computer o un tablet a casa e la quota raggiunge quasi un quinto nel Mezzogiorno. Il 57% lo deve condividere in famiglia.

Dietro alla statistica ci sono vite reali. Scrive una mamma dalla provincia di Milano: «Ho tre figli di 16, 11 e 9 anni. La grande usa un vecchio portatile, il secondo fortunatamente ha l’iPad della scuola, ma la piccola usa al momento (e quando funziona) un tablet vecchissimo che si spegne in continuazione. Io prendo 400 euro al mese e sono da sola con loro. So che c’è chi sta peggio di noi, ma mi chiedevo come fare». In tanti si sono fatti avanti. Donatori e chi si ritrova, come si legge nella lettera di un’altra famiglia, «dall’altra parte della medaglia»: due figli in Dad, i genitori in smart working, «finora abbiamo comprato due pc, di più non si può, e li stiamo gestendo con orari assurdi». C’è chi fa i compiti dei figli di notte, chi li vede studiare in tre in cucina, «facendo i turni nel collegamento dal telefonino e un vecchio pc che si spegne sempre» racconta Abbes, mamma tunisina con i bambini nati a Bologna.

La raccolta fondi ha già superato i centomila euro. Serviranno ad acquistare computer da consegnare ai bambini e alle bambine attraverso le scuole: sono 1.156 le richieste arrivate, ma all’appello mancano ancora alcune regioni. Le domande sono arrivate soprattutto da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Il bisogno c’è, la raccolta continua. Non solo per la Dad. Ma per «mettere tutti ai blocchi di partenza», ricordano i donatori sulla piattaforma www.digitalieuguali.it. La sfida è sulla conoscenza, a partire dalle pari opportunità negli strumenti di accesso al digitale. Tra i commenti, una citazione di Dante, di cui si è appena celebrata la Giornata nazionale: canto XXVI dell’Inferno, parla Ulisse: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza».

Rosolino Cicero insegna matematica e scienze all’istituto comprensivo Giuliana Saladino di Palermo, che sta nell’ex Cep, Centro di edilizia popolare, periferia difficile, 650 alunni dalla materna alle medie. Spiega che «in una complicata e complessa realtà territoriale come la nostra dove, al di là dell’emergenza sanitaria, rimane il forte bisogno educativo, dare opportunità significa cambiare il destino di tanti di loro che vivono in famiglie disgregate, con genitori in carcere, in case famiglia. La nostra comunità scolastica è determinata a non lasciare indietro nessuno». Ma è una lotta coi mulini a vento, «durante il primo lockdown pur di non perdere il contatto con tutti loro abbiamo usato i gruppi di WhatsApp, ma è chiaro che ne abbiamo persi», racconta il professore. Poi sono arrivati i computer dal ministero dell’Istruzione, la sede principale è stata cablata, ma a gennaio con una nuova chiusura delle scuole in Sicilia il problema si è riproposto. «Eravamo riusciti ad annullare la dispersione scolastica in presenza, ora facciamo i conti con la dispersione digitale». 

Il 30% delle famiglie italiane non ha un computer

Ilaria Venturi
La Repubblica, 22/03/21

Che cosa significa avere un computer sulla scrivania per seguire le lezioni a distanza e, più in generale, per affacciarsi al mondo? Domanda non banale se l’Istat racconta che nel nostro Paese oltre il 30 per cento delle famiglie non ha un device in casa, mentre la scuola da più di un anno procede a singhiozzo – in presenza (poco) e a distanza – a causa della pandemia.

Il preside Salvatore Lentini ricorda ancora i volti sorpresi di quando si è presentato ai suoi alunni coi computer donati alla scuola. Ha fatto il giro di quelli che ne avevano più bisogno durante il primo lockdown, «perché da noi la situazione era drammatica, il mio istituto è frequentato soprattutto da studenti dalla Val Seriana, vivevano la morte di nonni e parenti: non potevo perderne nemmeno uno, era inaccettabile solo perché non avevano uno strumento per collegarsi a distanza». Dirige l’istituto comprensivo Spada di Sovere, in provincia di Bergamo: 720 studenti dalla materna alle medie.

«Ora siamo di nuovo in emergenza e il problema si ripropone, anche se noi siamo una scuola all’avanguardia». Un esempio? I ragazzini delle medie hanno costruito due anni fa una serra coi sensori per l’irrigazione. Green economy e nuove tecnologie, le stesse che uno di questi alunni, una volta al liceo, ha usato per realizzare con la stampante 3D i componenti per sdoppiare i respiratori. «Non ha mai voluto che lo rendessimo pubblico, ma ha fornito tutti gli ospedali di Bergamo». Il preside guarda oltre l’emergenza, «l’integrazione del digitale nella didattica rimarrà la strada, e se le imprese ci danno una mano sono le benvenute, ciascuno nel rispetto della propria autonomia».

Yoox, che già aveva regalato computer alle scuole, anche a quella di Sovere, ha lanciato ora con il gruppo editoriale Gedi, l’iniziativa “Digitali e Uguali” per arrivare a tutti i bambini e le bambine in Italia: non hanno un device in 850mila, rileva ancora l’Istat. «Già fai fatica in tempi normali a permettertene uno per ogni figlio, ora con i problemi economici causati dalla pandemia è per molti diventato impossibile» osserva Franco, che vive in provincia di Barletta, tre figli. «Nessuna vergogna a riceverli, da questa pandemia ne usciremo solo dandoci una mano».

Filippo, 15 anni, liceale al classico a Bergamo, preferisce non dirlo, «per rispetto verso chi non lo possiede». Sua mamma racconta: «Avendo perso il lavoro a cinquant’anni prima del Covid e con un marito in smart working mi sono resa conto di quanto fosse necessario per mio figlio in Dad un computer tutto suo. Solo che con uno stipendio in meno l’acquisto anche a rate era impraticabile. Del tutto casualmente ho letto del progetto di Yoox che si offriva di dare gratis un computer a studenti in condizioni di necessità. Ho scritto, mi hanno risposto». Continua Filippo: «Un computer tutto mio mi ha reso indipendente. Col telefonino non riuscivo a seguire le lezioni, adesso va molto meglio. Anche se non vedo l’ora che l’isola- mento finisca».

Il problema delle connessioni e dei device, ragiona Lentini, «anche in territori a maggior sviluppo economico va colmato, siamo ancora indietro». Una sfida dell’Europa, come ha di recente ricordato il presidente del Parlamento David Sassoli: «L’accesso alla rete come nuovo diritto umano». Il presidente della Repubblica augura “pieno successo” alla campagna “Digitali e Uguali” promossa da Yoox e Gedi, con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Specchio d’Italia Onlus.