La squadra dei diplomati di Scuola Bottega

Lucia Caretti
La Repubblica, 01/07/2021

Gianluca ha diciotto anni e un sogno negli occhi: “Da grande vorrei aprire un ristorante, che faccia cucina italiana e cingalese, pasta e riso”. I suoi due piatti preferiti, i suoi due mondi. Gianluca è nato qui, è cresciuto a Colombo, la capitale dello Sri Lanka, ed è tornato a Milano tre anni fa, con i suoi genitori e due fratelli. “Il diploma? Lo dedico a mamma e papà. Credo che saranno orgogliosi di me. Adesso andrò a lavorare per aiutarli e per potermi pagare un corso da cuoco”.

Famiglie travolte dalla povertà, storie di malattia, immigrazione o separazione. I ragazzi di Scuola Bottega hanno tutti la stessa voglia di rialzarsi che ha Gianluca: arrivano da Paesi lontani (Egitto, Bangladesh, Romania, Albania) oppure da periferie vicine. Avevano abbandonato gli studi e finalmente ce l’hanno fatta. Nei giorni scorsi tutti e dodici hanno superato l’esame di terza media, dopo che per un anno intero docenti ed educatori della cooperativa La Strada li hanno presi per mano, con lezioni individuali, esercitazioni in classe e laboratori tecnici. Un progetto contro la dispersione scolastica che ha ormai 16 anni di storia e da settembre 2020 è finanziato dalla Fondazione Specchio d’Italia Onlus.

“Quando non vedi la via, puoi trovare la strada” si legge all’ingresso della scuola in via Piazzetta 2. Ed è proprio qui, in queste aule colorate del quartiere Corvetto, che Gianluca ha scoperto i suoi talenti: durante il corso di panificazione si è innamorato dei fornelli, e grazie al tirocinio in una officina ora avrà un impiego. “Presto inizierà in una carrozzeria, così potrà raggiungere il suo primo obiettivo: l’autonomia economica” racconta la responsabile del progetto Ilaria Dardano. “Ma a lui, come a tutti gli studenti, abbiamo ripetuto tante volte anche un’altra domanda: che cosa ti rende davvero felice?”. La risposta è scritta sull’attestato che ieri Gianluca ha ricevuto durante la cerimonia finale. Niente voti, ma un messaggio personalizzato dai prof, diverso per ciascun allievo: “Ti auguriamo di diventare un grande chef”.

“Qui mi vogliono tutti bene, ormai mi sento a casa” spiega commosso il giovane italo-cingalese. “Andare a Scuola Bottega mi mancherà”. A settembre si attendono i nuovi allievi: il progetto continua e sarà nuovamente finanziato da Specchio d’Italia, grazie anche alle donazioni dei lettori di Repubblica.

La fondazione, nata dall’esperienza della onlus piemontese Specchio dei tempi, è attiva a Milano sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus: ha consegnato migliaia di spese gratuite alle famiglie e agli anziani bisognosi e ogni giorno offre 120 pranzi ai bambini dei centri estivi del quartiere Salomone.

Milano, ogni giorno 120 pranzi ai bimbi del quartiere Salomone

Lucia Caretti

Salomone è un quartiere complesso, come tutte le periferie di Milano. Qui la Fondazione Specchio d’Italia sta donando oltre 120 pasti ai bambini dei centri estivi, grazie al sostegno dei lettori di Repubblica e di tutto il gruppo Gedi.

A Milano Specchio opera da più di un anno, donando spese agli anziani e alle famiglie in difficoltà, e finanziando il progetto “Scuola Bottega” della Cooperativa La Strada: un percorso per aiutare gli studenti che hanno abbandonato la scuola a raggiungere la licenza media.