Gli Eugenio in Via Di Gioia consegnano i pc solidali a Pinerolo

Antonio Giaimo
La Stampa, 05/05/21

Dopo le grandi città, oggi si comincia in provincia a consegnare alle scuole i computer del progetto «Digitali uguali», un progetto solidale promosso da Yoox, dal gruppo editoriale Gedi, da Specchio d’Italia e dalla fondazione Golinelli.

Grazie ad una raccolta di fondi si è dato il via ad una iniziativa che punta a donare alle scuole dei computer che verranno poi consegnati in comodato d’uso agli alunni che hanno la necessità di ricevere un aiuto concreto per seguire le lezioni.

Da una stima dell’Istat risulta che un terzo delle famiglie non hanno in casa un pc o un tablet e nel Mezzogiorno i numeri sono più allarmanti: il digital divide.

Questa mattina a Pinerolo, nella scuola Brignone, sede dell’istituto comprensivo 1, sono stati consegnati 10 tablet. A questo istituto fanno riferimento 1.150 studenti, compresi quelli della scuola primaria e della materna.

La cerimonia, che si è svolta nel giardino della scuola in via Einaudi, ha visto anche la presenza del gruppo musicale Eugenio in Via Di Gioia.

La scuola in questo momento sta allestendo diversi laboratori mobili che hanno bisogno dei tablet, e da oggi una barriera tecnologica legata alla carenza di computer si è indebolita. E come precisa Federico Marchetti fondatore e presidente di  di Yoox Net a porter Group: «Stiamo contribuendo a colmare il gap digitale e non lasciare nessuno indietro». Aggiunge Maurizio Scanavino, ad Gedi Gruppo editoriale: «Aiutare ogni studente a mettere a frutto il suo talento non solo contribuisce a rendere l’Italia più moderna e innovativa, ma consente ai bambini di oggi di essere domani cittadini migliori, più attivi e partecipi della vita civile e sociale del Paese».

-> GUARDA IL VIDEO <-

Gli Eugenio in Via Di Gioia donano pc: “Tutti devono averne uno”

(Immagine da Facebook)

Andrea Joly
La Stampa, 29/03/21

«Avere il computer è il primo passo per poter sentire gli abbracci virtuali di cui abbiamo sempre più bisogno in un periodo come questo». Sono le prime parole di Eugenio Cesaro, frontman della band torinese Eugenio in Via Di Gioia, a sostegno del progetto “Digitali e Uguali”. Insieme ad altre personalità come Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Cesare Cremonini, Chiara Francini ed Elisa Di Francisca, solo per citarne alcune, gli Eugenio in Via Di Gioia saranno in prima fila per portare nelle case di bambine e bambini in Italia un computer: «Oggi è un bene di prima necessità, come il cibo, per chi deve potersi istruire. Per questo è importante che tutti ne abbiano uno».

Eugenio, come avete scoperto che tanti giovani non hanno potuto fare la Dad in questi mesi?
«Noi non sapevamo cosa volesse dire fare scuola a distanza. In un primo momento pensavamo che le criticità fossero altre, durante il primo lockdown ci eravamo concentrati sulla distribuzione del cibo per le famiglie che non avevano possibilità di accedere a servizi di prima necessità con Torino Solidale. Poi, tre mesi fa, siamo entrati virtualmente nelle classi di studenti torinesi con una serie di laboratori in Dad: gli studenti ci hanno detto che qualcuno non poteva partecipare. Abbiamo aperto gli occhi, è un’ingiustizia che non deve esserci».

Ai tempi della scuola dell’obbligo avreste avuto un computer per seguire le lezioni?
«All’epoca, e stiamo parlando dei primi anni del Duemila, pur tenendo conto che tutto a livello tecnologico era più indietro, se fosse piovuto in testa uno scenario del genere a me e ai miei compagni di classe non so se saremmo stati pronti. Io ho avuto la fortuna di crescere con un padre appassionato di informatica: ricordo perfettamente il giorno in cui era uscita la web cam e l’aveva acquistata subito. Eravamo molto piccoli, ma eravamo rimasti sconvolti di avere una telecamera che poteva riprendere in tempo reale. Nonostante questa sua passione, io avevo a disposizione un pc che non era al passo coi tempi essendo ancora piccolo. Oggi si dà per scontato che in ogni casa ce ne sia uno, ma non è così».

Tra Dad e smart working, c’è anche chi è attrezzato ma avrebbe bisogno di averne di più.
«Il problema è proprio questo. Poi subentrano altri problemi, come la digitalizzazione di chi è col bambino in casa: se a seguirlo mentre fa lezione sono i nonni che non hanno imparato ad usarlo, c’è un problema. Il computer è diventato un bene di prima necessità, come il cibo. Anche per non isolarsi e sentire il calore degli altri: come gruppo abbiamo in mente un progetto che affiancherà Digitali e Uguali, quasi una naturale conseguenza, proprio per continuare a stare insieme».

Anche gli Eugenio in Via Di Gioia hanno un problema di computer e connessioni?
«Noi siamo fortunati e per lavoro siamo rimasti sempre connessi, ma ad esempio in casa mia non ho mai attivato il Wi-Fi. Non voglio paragonarmi a situazioni difficili, ma il punto è proprio questo: non è soltanto una questione di condizioni economiche. E chi è in difficoltà deve essere aiutato».