Sara Bernacchia
La Repubblica, 4/05/21
“L’ideale è registrare la trasmissione senza interruzioni, perché la prima versione ha sempre un effetto magico”. Simone G., che gli ascoltatori di Radio Usb – Unica speciale by Borsi – conoscono come Seville, pseudonimo ispirato a un cartone che amava da piccolo, si toglie le cuffie e lascia la postazione da tecnico dietro il pc soddisfatto della registrazione appena conclusa: Linus, direttore di radio DeeJay, ha risposto alle domande dei giovani speaker della scuola media Ojetti dell’istituto comprensivo Borsi, in zona Bonola, e anche questa volta è stata “buona la prima”.
La timidezza, se c’era, è stata messa da parte – cuffie e pseudonimo d’ordinanza – i ragazzi sono veri professionisti e procedono con domande dirette su temi d’attualità, dalla “questione Fedez” alla violenza sulle donne, alla parità di genere. La soddisfazione negli occhi degli otto 12enni è evidente: “Fare radio con Linus e imparare da lui è stato emozionante” commenta Seville. Certo, “un po’ di preoccupazione c’era – confessa Zippi, Federico Z., allievo di 2F – Quando ti cimenti in qualcosa davanti a una persona che la fa da moltissimo tempo hai paura di sbagliare, perché sai che può capire i tuoi errori”. Così, la visita di Linus, arrivato nell’istituto per consegnare 10 laptop (1.154 in tutta Italia) donati alla scuola della campagna “Digitali e Uguali”, promossa dal gruppo editoriale Gedi e da Yoox, con Fondazione Golinelli e Fondazione Specchio d’Italia Onlus, è stata l’occasione per mettersi alla prova. Accanto allo spazio destinato alla radio, che ha ripreso le attività con il rientro in presenza degli studenti, ci sono i dieci dispositivi acquistati grazie alle donazioni di aziende e privati.
“La percezione degli italiani è lontana dalla realtà. C’è ancora una grande fetta di popolazione, e quindi di ragazzi, sprovvista della tecnologia che gli permette di stare al passo in un momento come questo che sembrava dovesse durare poche settimane, poi pochi mesi e speriamo che non diventi di anni” spiega Linus, sollevato dalla “sensibilità mostrata da aziende e persone, perché a volte circostanze negative mettono in moto azioni positive”.
I dispositivi, con gli altri novanta circa raccolti a partire da marzo 2020, “saranno collocati in sette carrelli, uno per ogni scuola dell’istituto, e verranno usati (un apparecchio per studente) dalle diverse classi per fare attività in presenza” spiega la preside Milena Ancora, che apprezza il progetto “perché ci permette di continuare a colmare il divario digitale che si è creato a causa della pandemia. I ragazzi sono abituati a gestire le nuove tecnologie, sono nativi digitali, per loro l’uso dello strumento è naturale ma nel primo lockdown ci siamo trovati a non avere dispositivi da dargli”.