Elisabetta Rosso
“Mi ha scritto proprio oggi uno dei nostri ex allievi. Un ragazzo sveglio ma difficile, bocciato due volte. Ora sta facendo il secondo anno di aeronautica, vuole diventare pilota, e mi ha inviato le foto del suo primo volo”, racconta Patrizia Viraghi, educatrice di riferimento di Scuola Bottega. “Il nostro obiettivo è proprio questo”, aggiunge Ilaria Dardano referente del progetto, “aiutare i ragazzi a scoprire le proprie abilità”. Scuola Bottega è un percorso formativo che consente ai ragazzi di ottenere l’esame di licenza media.
Non solo, attraverso laboratori, lezioni, e visite didattiche aiuta i giovani a ritrovare la fiducia nelle proprie capacità, a riprendere gli studi, e orientarsi verso il mondo del lavoro con maggior consapevolezza e nuove competenze. Il progetto è rivolto ai giovani tra i 14 e i 17 anni a rischio di dispersione scolastica. Le segnalazioni partono dalle scuole, dai servizi sociali territoriali, dalla famiglia e dalle comunità educative. Inizia così un nuovo percorso per i 15 ragazzi selezionati.
“Giovedì mattina, alle 11.30, abbiamo consegnato insieme al Direttore Paolo Larghi i diplomi e i cappellini da laureato nel cortile della nostra sede in via Piazzetta 2 a Milano – spiega Ilaria Dardano – abbiamo festeggiato la fine di un percorso insieme ai nostri ragazzi”. Più un arrivederci che un addio. Scuola Bottega infatti a partire da quest’anno ha attivato un servizio di monitoraggio, “nei mesi di settembre e dicembre chiameremo i nostri ex allievi per avere aggiornamenti. Un modo per seguirli a distanza e continuare a supportarli nel loro percorso di autorealizzazione”, sottolinea Ilaria Dardano.
Scuola Bottega da due anni è sostenuta da Specchio d’Italia, un progetto che si inserisce in un orizzonte di azione più ampio. La Fondazione infatti è da sempre sensibile al tema della dispersione scolastica, e si sta impegnando a supportare progetti formativi per i giovani in tutto il Paese. Specchio d’Italia è attivo in tredici città, Scuola bottega, insieme a Fuori dai Guai, è il secondo progetto milanese che la Fondazione sostiene. Un modo per investire nel futuro, e permettere ai giovani di dire: “Ce l’ho fatta”!