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23 Maggio 2023

L’aiuto alla casa rifugio delle donne passa anche dagli studenti aronesi

Fuori c’è il cielo, il lago, il verde del Vergante che brilla con la pioggia. Dentro tutto quello che serve per ricominciare a vivere: la quiete di una casa, i piccoli oggetti della quotidianità, l’abbraccio di chi vuole soltanto il tuo bene. Un mondo che dista anni luce da quello che le donne vittime di violenze si lasciano alle spalle. «Chi arriva qui – racconta Roberta, della onlus La Nuova Gerusalemme – molto spesso non ha nulla. Nel senso letterale del termine, immaginate una donna che esce di casa da un giorno all’altro e non fa più ritorno. Abbandonando tutto quello che ha».

Roberta è una delle tre consacrate dell’ordine francescano secolare che nella casa rifugio accoglie chi scappa dalla violenza. E’ in una località nascosta, le ospiti tra le poche regole hanno quella di non fare foto e metterle sui social. E’ un «comandamento» che rispettano, perché dopo di loro un’altra donna, purtroppo, avrà bisogno di questo rifugio. Un bene da proteggere. Qui si può stare un mese, anche con i figli. Fino a quattro persone, un nucleo famigliare per volta. Poi il percorso di reinserimento prosegue, sempre accompagnato. Sempre con l’incessante collaborazione dei Centri antiviolenza, dei servizi sociali, di tanti volontari. La strada per il ritorno alla vita passa dal lavoro, essenziale per riconquistare quell’autonomia che gli uomini violenti stracciano isolando le loro vittime anche dal punto di vista sociale: azzerando i contatti con amici, familiari, tutti quelli che possono offrire aiuto contro botte o peggio.

Ma c’è anche un’altra strada percorrere: quella della prevenzione e della sensibilizzazione su questi temi. Per educare all’affettività. Ed ecco che la strada delle francescane de «La Nuova Gerusalemme» si unisce a quella di Vittoria Assicurazioni che ha finanziato con 12mila euro il loro progetto «Di pari passo» contro la violenza di genere, selezionato da Specchio d’Italia (gemmazione nazionale della Fondazione Specchio dei Tempi – La Stampa). «Quando hanno contattato tutte le nostre sedi invitandoci a proporre un progetto – dice Donatella Tadilli, agente in via Paolocapa ad Arona – abbiamo pensato subito alle sorelle della casa-rifugio invitandole a partecipare».

«Il bando era di 106 mila euro, sono stati individuati 9 progetti in Italia – aggiunge Alberta Vivian, della direzione milanese di Vittoria Assicurazioni – e quello di Arona è tra questi». «Specchio d’Italia – spiegano Marta Versaci e il direttore Silvio Falco – seguirà da vicino anche la realizzazione di quanto è stato messo sulla carta». Oltre al sostegno della casa-rifugio sono previsti incontri con esperti che coinvolgeranno i liceali del «Fermi» e le terze medie di Arona. Per affrontare questi temi ci sarà anche uno spettacolo teatrale allestito dagli studenti. La sensibilizzazione della fascia più adulta, invece, sarà portata avanti con incontri, un opuscolo da distribuire nei Centri antiviolenza e un podcast. Alla base di tutto la testimonianza di una donna che arriverà con la forza dirompente del linguaggio della verità e delle emozioni: per un mese non è stata nemmeno in grado di camminare, piegata dalle violenze subite in quella casa dove ha deciso di non tornare mai più.

Si è costruita una nuova vita, partendo dal rifugio sperduto tra i boschi. E ha deciso di parlare, per affidare la sua testimonianza di riscatto a chi non è riuscita ancora a spezzare le catene ma può e deve farlo, perché non è mai troppo tardi. Per cambiare, per vivere. 

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