Angelo Conti
La Repubblica, 04/05/21
Specchio d’Italia è attivo in otto città italiane, ma dà vita anche ad alcuni progetti esteri, tutti costantemente seguiti dallo staff della Fondazione. In queste ultime settimane abbiamo sviluppato un intervento in Libano ed un altro sul confine thailandese, al confine con il Myanmar. Il primo rivolto alle poverissime popolazioni che vivono nel sud di quel paese, il secondo in aiuto dei profughi in fuga dalle violenze perpetrate dal regime militare in Myanmar.
In Libano Specchio d’Italia opera con la Brigata Taurinense in un progetto di agricoltura sociale a favore delle popolazioni più povere del sud del paese. Il battaglione Saluzzo di stanza a Cuneo, il Nizza Cavalleria di stanza a Bellinzago Novarese e il reparto logistico della brigata, di stanza Rivoli (tutti inquadrati nella Taurinense) sono da qualche settimana attivi nella zona di Al Mansouri, quale componente di manovra del contingente italiano in Libano nell’ambito della missione Unifil, la forza di interposizione delle Nazioni Unite.
Specchio d’Italia, insieme ai militari, realizzerà delle “isole agricole” con orti, serre, frutteti e allevamenti di animali da cortile, per contrastare la grande povertà di chi vive in questi territori. L’obiettivo è di dare una autonomia alimentare ad ogni famiglia indigente, cercando di offrire loro anche la possibilità di modesti ricavi con la vendita delle produzioni agricole e delle uova.
In Myanmar Specchio d’Italia opera nella città thailandese di confine Ranong, affacciata sull’istmo che divide la Thailandia dal Myanmar. Qui hanno trovato rifugio migliaia di profughi birmani, fuggiti davanti alle atrocità commesse dal regime militare di Yangoon. Specchio d’Italia è impegnato a dare a queste persone assistenza sanitaria ed alimentare. Il primo step è la creazione, in corso, di un ambulatorio medico e di un sistema per offrire sostegno alle famiglie.