Angelo Conti
Un mese fa il terremoto di Haiti. Il bilancio è davanti a tutti: 2500 morti, almeno quattro volte tanti i feriti, decine di migliaia i senza tetto, 500 persone ancora disperse. Specchio d’Italia si è mosso subito: conosciamo la povertà di quell’isola, anche per averci lavorato a lungo nel 2010, dopo un altro catastrofico sisma. E conosciamo anche le grandi difficoltà di quel sistema sanitario (quasi inesistente) e della rete stradale, già precaria ma collassata dopo le scosse.
Ai nostri sostenitori abbiamo chiesto di darci una mano con tre obiettivi: sostenere l’ospedale Saint Camille di Port Au Prince, aiutare la ricostruzione di Jeremee (il centro più colpito, sulla costa occidentale), essere vicini ai tanti bambini di questa terra, che di fronte alle catastrofi hanno bisogno di ogni tipo di sostegno. Nonostante il mondo (e tutti i media) guardassero in quei giorni soprattutto all’Afghanistan, in tanti hanno accolto il nostro appello.
Così, ad oggi, insieme alla fondazione Specchio dei tempi abbiamo raccolto 73.547 euro da 493 donatori. Di questa somma 40.000 euro sono già stati impiegati sul campo per i primi soccorsi e per le prime cure. Questa fase dell’intervento è stata condotta in stretta collaborazione con i padri camilliani che operano da anni in quel paese, alcuni dei quali sono piemontesi.
Ora puntiamo a sostenere, con i restanti 33.547 euro e con quanto riusciremo ancora a raccogliere, la ricostruzione delle abitazioni (una casa, capace di ospitare una famiglia numerosa, laggiù costa fra 7 e 9 mila euro) e ad aiutare le scuole, così da avvicinare il più rapidamente possibile genitori e bambini ad una vita normale.
Ad Haiti c’è ancora tanto da fare. Se potete, continuate a darci una mano