Catania, l’oratorio che salva i ragazzi dalla strada

Maria Teresa Martinengo

A Catania, nella periferia popolosa e complessa del Villaggio Cardinale Dusmet e del quartiere Picanello Alto, un’area bisognosa di soluzioni per ridurre il disagio sociale e la dispersione scolastica, la parrocchia San Giovanni Apostolo ed Evangelista ha dato vita ad un progetto che il parroco don Orazio Bonaccorsi inquadra così: “Abbiamo povertà sia economica sia morale, con un alto rischio di criminalità minorile. Il nostro oratorio San Filippo Neri, punto di riferimento con doposcuola, attività sportive, ludiche e mensa, è frequentato da 300 bambini e ragazzi. Da alcuni anni, poi, inseriamo in un percorso specifico un nucleo di adolescenti che sono per strada o appartengono a famiglie disagiate. L’obiettivo è offrire un po’ di cultura civile e religiosa”.

L’iniziativa di Don Orazio è una delle vincitrici del bando “Grazie 100”, promosso da Vittoria Assicurazioni per festeggiare il proprio centenario. Centomila euro messi a disposizione della solidarietà, selezionando progetti sociali presentati dagli stessi agenti, sub agenti ed impiegati delle Agenzie di Vittoria. Sono state 120 le proposte candidate e, con il supporto organizzativo della Fondazione Specchio d’Italia ONLUS, ne sono state selezionate 7.

Il progetto si basa sull’impegno dei catechisti e sul mix sociale di adolescenti a rischio ed altri dai percorsi regolari. “I ragazzi sono impegnati una volta la settimana, quattro incontri al mese con un programma diverso – racconta don Orazio, che si divide tra la parrocchia, il Tribunale Ecclesiastico e la Fondazione Antiusura Cardinal Dusmet -. La prima settimana scelgono un tema importante nella loro vita, per esempio il rapporto con i genitori, e lo discutono a gruppi di 6-7 a casa dei catechisti. C’è il figlio del detenuto accanto al figlio dell’avvocato. I catechisti diventano ‘padrini’ dei ragazzi, li accolgono in un ambiente confortevole, sereno, dove si respirano valori positivi”.

La parrocchia di Catania

Anche il secondo incontro si tiene nelle case dei catechisti. “Questa volta cercano come il tema scelto viene affrontato nella Bibbia. Il terzo incontro è in parrocchia con me – dice il sacerdote –, spiego come il magistero della Chiesa e la filosofia rispondono a quel problema”. L’ultimo appuntamento del mese è una cena dai catechisti. “La tavola è apparecchiata con cose belle. E’ un sigillo sul percorso, anche attraverso la scoperta di una vita possibile. E ogni mese è così, fino all’estate con la settimana di campo, dove i ragazzi stanno insieme, si divertono e partecipano a momenti formativi”.

Nei quattro anni di vita, il progetto ha accolto un’ottantina di adolescenti a rischio, italiani e di origini straniere. “Il bilancio è positivo. Il messaggio cristiano, aperto a tutti, trasmette valori condivisi da tantissime culture. Nei ragazzi abbiamo visto il cambiamento – dice don Orazio -, la crescita, l’abbandono di idee sbagliate”.

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