In Brasile accanto alle mamme dimenticate da tutti

Marta Versaci

Il Brasile, anzi Crateus, è stata per me “casa”. Ho vissuto in questo piccolo paese per due anni, condividendo con i miei colleghi casa, esperienze, cibo, risate e non poche lacrime.

Erbenia, la responsabile della Caritas locale mi ha accolta una sera di dicembre del 2015, dopo ore di aereo, pullman e auto, con un grande sorriso e le braccia spalancate. Non capivo nulla di cosa mi dicesse (non parlavo portoghese), ma dal calore dei suoi occhi ho capito che quel posto e quelle persone sarebbero state la mia famiglia.

Donne che cercano di arrabattarsi per mettere insieme il pranzo con la cena, che lavorano 10 ore al giorno nei campi e nelle canoe, che aiutano i figli a studiare e si occupano della comunità, ma che guadagnano poco o niente dal loro lavoro. Queste già note ingiustizie sono state ancora più accentuate da questa crisi sanitaria ed economica che ha evidenziato ulteriormente le disuguaglianze, colpendo ancora una volta le persone più fragili.

Per questo, insieme ai miei amici ed ex colleghi, abbiamo deciso di fare qualcosa. Grazie alla Fondazione Specchio d’Italia, dove lavoro, e alla sensibilità di chi la sostiene, abbiamo avviato una gara di solidarietà, che ha già portato a raccogliere quasi 4.000 euro e ci ha permesso di donare oltre 140 spese a donne sole con bambini.

Ma non basta! Aiutateci.


 

Covid, pacchi alimentari per il Brasile che muore di fame

Angelo Conti

In Italia il Covid fa meno paura, ma altrove sembra inarrestabili e compie stragi. Soprattutto nelle aree del mondo più povere, in quei paesi dove non si riesce ad opporgli adeguate campagne di vaccinazione. Come capita in Brasile, dove la pandemia ha già fatto mezzo milione di morti e dove la sua progressione è testimoniata da 100.000 contagi al giorno. Ma in molte aree rurali del Brasile, accanto al Covid si muore anche di fame, di denutrizione, in conseguenza di un’alimentazione precaria, dannosa, invalidante. E così la pandemia uccide indifferentemente giovani ed anziani, senza fare distinzioni, con crudeltà.

Specchio d’Italia ha ricevuto , in questi giorni, il disperato appello di Crateus, un centro agricolo dello stato del Cereà, in Brasile, sette ore di pullman all’interno di Fortaleza. I volontari della Caritas, che lavorano qui, sono stati molto chiari: “Covid e fame stanno trasformando la vita della gente in un inferno. Gli ospedali non ricevono più i malati e si muore in casa e persino per strada”. A mancare sono ormai le medicine, ma anche i generi alimentari. La perdita di potere di acquisto del real ha impoverito tutti. I prezzi sono saliti alle stelle”.

Specchio ha così deciso di intervenire sostenendo aiuti alimentari per 560 persone. Nelle prossime ore avvierà la distribuzione di pacchi alimentari, ognuno dei quali consentirà ad una famiglia di sopravvivere per un mese. Il pacco conterrà riso, cous cous, spaghetti, sardine, caffè, olio, zucchero, sale, biscotti oltre a prodotti per l’igiene personale.

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