Un assegno per pagare le bollette più urgenti, una spesa per riempire il frigo rimasto vuoto, un aiuto nelle pulizie per chi è solo e non ce la fa più. “Forza Nonni!” è un progetto nato dopo lo scoppio della pandemia. Quando ci si è improvvisamente resi conto che i più anziani erano diventati molto più fragili, e non soltanto – purtroppo – perché morivano. La loro vita si era improvvisamente complicata e tutto era diventato più difficile: dal ritirare un farmaco sino a mantenere un minimo di relazioni umane con i figli ed i nipoti.
Solitudini profonde, percorse dalla paura ma anche dalla disperazione. Così ci siamo messi in moto e abbiamo individuato gli over 80 più fragili di Milano, Roma, Bari, Palermo, Trieste e Genova. Anziani come Maria, rimasta sola dopo sei figli, in una casa fredda: non può permettersi di pagare il riscaldamento, e deve sempre indossare un cappello e una coperta per ripararsi dal gelo. Anziani come Rosalia, che dopo una vita spesa per assistere gli anziani, ora chiede aiuto: ha la schiena distrutta dal lavoro, fatica a muoversi, da cinque anni non esce più. E non ha nessuno accanto.
Di ognuno dei nostri nonni conosciamo la storia: li incontriamo, verifichiamo ogni situazione, controlliamo i modelli Isee. Un’esperienza già avviata negli scorsi mesi in Piemonte da Specchio dei tempi, che ora la fondazione Specchio d’Italia replica nel resto del Paese.
Il progetto prevede, per ogni beneficiario, tre diversi aiuti: la consegna di un assegno da 300 euro che ogni Natale, dal 1976, offriamo a migliaia di anziani); la donazione di due spese al mese lasciate sullo zerbino in sicurezza; la assistenza per quattro ore al mese di una collaboratrice domestica. Ma anche una costante presenza telefonica con momenti di condivisione e, all’occorrenza, pure un supporto psicologico. Tutti modi per dire “Forza nonni: non siete soli!”.
Maria, che a 87 anni può permettersi di accendere il riscaldamento solo un’ora al giorno. Nessuno la aiuta: aveva un marito violento e i suoi figli, travolti da droga e alcool, non ci sono più. Joseph, che ha perso ogni risparmio per scelte professionali sbagliate. E ora si trascina da una giornata all’altra: le gambe fanno male, il tempo non passa mai, le spese si moltiplicano. Ma la pensione è sempre la stessa: troppo bassa.
Gli anziani che sosteniamo con il progetto Buon Natale Nonni! sono fragili e sfortunati, come Joseph e Maria. La vita li ha messi in ginocchio e sono rimasti soli, con gli incubi di notte e il conto in rosso. Abitano nelle periferie più povere d’Italia, a Bari, Crotone, Roma e Palermo. Ma anche nel cuore di Sassari e Trieste, e accanto agli uffici e ai grattacieli di Milano. Non hanno più parenti oppure hanno famiglie così: divise da decenni, distrutte da disgrazie improvvise, angosciate da una povertà quotidiana. Per Natale vogliamo offrire loro un contributo di 300 euro, per pagare il riscaldamento e le spese più urgenti. Un regalo che dà speranza. L’unico regalo che riceveranno questi nonni dimenticati da tutti.
Buon Natale Nonni! arriva dalla tradizione de Le Tredicesime dell’Amicizia, un progetto nato a Torino nel 1976 dalla nostra fondazione sorella Specchio dei tempi, che opera in Piemonte. Dal 2020 Specchio d’Italia porta l’iniziativa in altre otto regioni, grazie alla generosità dei lettori di Repubblica, Il Piccolo e La Nuova Sardegna. Il meccanismo è ovunque lo stesso. Gli anziani e gli enti che li assistono possono presentare richiesta (compilando il modulo qui). Ogni donazione che ci viene affidata diventa immediatamente un aiuto concreto. Più fondi raccogliamo, più nonni abbracciamo.
Nell’ex residence Bastogi, che ufficialmente non ha nemmeno la destinazione d’uso abitativa, vivono 2000 persone: famiglie principalmente italiane in condizione di fragilità e difficoltà economica. Si stima che in queste palazzine della periferia romana crescano almeno 300 bambini e adolescenti, molti dei quali non sono mai andati a lezione. In mezzo a queste case stiamo affrontando la nostra sfida più complicata: la lotta alla dispersione scolastica, alla micro e baby criminalità. Povertà, disagio sociale, abusivismo, violazione degli obblighi scolastici sono gli avversari da battere per dare a decine di bimbi un futuro più sereno, nella legalità.
Per essere vicini a questi ragazzi, durante l’Emergenza Coronavirus abbiamo distribuito 60 zainetti con prodotti di cancelleria e libri da leggere. Poi abbiamo ottenuto e realizzato un’aula per ospitare quattro pomeriggi di aiuto compiti a settimana. E l’abbiamo anche arredata secondo le più recenti norme anti-contagio. Il progetto è partito nella primavera 2020, con la preziosa logistica dell’associazione romana Amici dei Bimbi Onlus di Stefano Santini. E comincia a dare importanti risultati di inclusione. Sempre nell’area Bastogi stiamo sostenendo gli anziani in difficoltà con le Tredicesime dell’Amicizia, storica iniziativa con cui da 45 anni aiutiamo i nonni più soli e più poveri. Ognuno riceve un assegno da 300 euro e tutti possono fare richiesta compilando il modulo disponibile qui.
Contemporaneamente all’intervento a Bastogi sono stati finanziati altri due progetti romani: un’attività di pet therapy a favore dei bambini disabili delle scuole primarie (con Antas Onlus) ed un programma di donazione di parrucche alle donne costrette alla chemioterapia nell’Ospedale di Tor Vergata (con l’Arcobaleno della Speranza Onlus).
Giorgia, che a dieci anni non era mai andata a scuola: in pochi mesi le abbiamo insegnato a leggere e a scrivere. Federica, che vive rinchiusa con i genitori agli arresti domiciliari. E al nostro centro estivo ha scoperto la libertà di giocare con gli altri. Marco, che era un ragazzino violento. Veniva al doposcuola per distruggere tutto, ora si ferma a riordinare e ad aiutare i compagni. Poi Gianluca, che è arrivato dallo Sri Lanka a 15 anni senza niente, e ora nella nostra scuola-bottega insegue un sogno: diventare un cuoco, cucinare ricette italiane e cingalesi.
I ragazzi del progetto ForzaBimbi abitano in sperduti paesini calabresi, in mezzo alla Lucania. Ma anche nelle periferie più povere di Bari, Genova, Roma e Milano, a pochi minuti da uffici e aziende dove il mondo corre veloce: mentre loro rischiano di rimanere indietro. Sono bambini e adolescenti nati in quartieri svantaggiati, cresciuti tra disoccupazione, micro-delinquenza e palazzi fatiscenti, in una corsa a ostacoli dove traguardi come il diploma, la laurea e il primo lavoro, sembrano irraggiungibili.
Non è giusto: tutti meritano le stesse opportunità. Per questo ogni giorno siamo accanto a migliaia di Gianluca, Marco, Federica e Giorgia. Li seguiamo nei compiti con nostri educatori; forniamo libri, tablet e cancelleria alle famiglie più bisognose; offriamo laboratori sportivi e teatrali e facciamo educazione civica con i giochi di squadra. A maggio abbiamo consegnato centinaia di computer con il progetto Digitali e Uguali. A giugno e luglio abbiamo accolto nei nostri centri estivi i bimbi che non potevano andare in vacanza. E per tutto l’anno organizziamo gite e uscite didattiche. Portiamo i nostri ragazzi fuori dalle loro periferie, perché possano incontrare altri giovani e altre strade.
Li sosteniamo nello studio perché possano immaginare un futuro diverso. Li aiutiamo a diventare buoni cittadini, perché imparino ad occuparsi degli altri e di chi è più in difficoltà. E magari, un giorno, possano tornare a dare una mano ai bimbi dei loro quartieri.
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